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14/11/2014: Anmil in Commissione Senato: servono azioni per ridurre infortuni
Il Presidente dell’Anmil alla Commissione d’inchiesta del Senato sugli infortuni sul lavoro e le malattie professionali: "il fenomeno resta grave e non lascia spazio ad ottimismi di alcun genere”.
Dopo l’Audizione del Presidente dell’INAIL De Felice del 28 ottobre scorso, l'11 novembre alle 14 è stato ascoltato anche il Presidente dell’Anmil Franco Bettoni dalla Commissione d’inchiesta del Senato della Repubblica sugli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, il quale ha riaffermato con forza che “il fenomeno resta grave e non lascia spazio ad ottimismi di alcun genere”.
“Quello di oggi - ha dichiarato il Presidente della Commissione, la Sen. Camilla Fabbri, che ha molto apprezzato il lavoro svolto dall’Associazione e l’intervento del Presidente - è solo l’inizio di un intenso coinvolgimento dell’ANMIL per il completamento del quadro delle tutele dei lavoratori”.
Oggetto dell’intervento del Presidente Bettoni è stato infatti un bilancio, dal punto di vista formale e sostanziale, sulla efficacia del Testo Unico 81/2008, al fine di individuarne i limiti e le prospettive di possibili integrazioni, riordino e razionalizzazione, anche alla luce delle modifiche prospettate dal Jobs Act.
È per questo che, entrando nello specifico dei provvedimenti in discussione in Parlamento, il Presidente dell’Associazione che rappresenta oltre 400.000 invalidi del lavoro e le famiglie dei caduti sul lavoro ha sottolineato la necessità di “attuare con urgenza le previsioni del decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81 per eliminare le incertezze nella gestione della prevenzione da parte dei datori di lavoro, senza cedere alla tentazione improvvisa di inserire nel Job Act ulteriori semplificazioni estemporanee dei poteri ispettivi e di controllo”.
“L’Unione Europea nella nuova strategia per la salute e la sicurezza nel lavoro, si è posta l’obiettivo di garantire un posto di lavoro salubre e sicuro ad oltre 217 milioni di lavoratori in tutta Europa – ha aggiunto il Presidente dell’ANMIL – e ciò non vuol dire certamente un costo economico inutile per la competitività delle imprese, ma un investimento serio per ridurre il sacrificio della vita dei lavoratori e l’incidenza delle malattie professionali, che proseguono la loro costante crescita”.
Nel corso dell’audizione hanno preso la parola, tra i vari componenti della Commissione presenti, la Sen. Serenella Fuksia, la Sen. Erica D’Adda, la Sen. Laura Fasiolo, il Sen. Giovanni Barozzino, la Sen. Nicoletta Favero e la Sen. Annalisa Silvestro, e in tutti gli interventi è emerso un pieno riconosciuto verso l’impegno dell’ANMIL nella diffusione della sicurezza nelle scuole, nell’opportuna valutazione delle differenze di genere, nella raccolta ed attenta elaborazione dei dati statistici sugli infortuni sul lavoro e le malattie professionali INAIL e nelle attività di formazione, riqualificazione e reinserimento lavorativo delle persone con disabilità.
Tra i punti più qualificanti del ruolo dell’Associazione ampiamente riconosciuti, si è sottolineata l’attività di formazione svolta nelle scuole e definita come propedeutica per la diffusione capillare della cultura della sicurezza e la capillare presenza dell’ANMIL a livello territoriale con iniziative mirate vicine al mondo del lavoro.
Bettoni ha inoltre aggiunto: “La nostra proposta è di investire seriamente e senza indugi nella formazione professionale dei lavoratori, nel sistema per la qualificazione delle imprese e nell’educazione alla salute e alla sicurezza delle giovani generazioni, portando progetti come il nostro ICARO che si rivolge alla scuola elementare ed il nostro SILOS per gli studenti degli istituti superiori. Del pari bisogna intervenire sui lavoratori esposti a rischi particolari, sulla sorveglianza sanitaria speciale, sull’aumento delle patologie muscoloscheletriche collegate alla movimentazione manuale dei carichi”.
“Non possiamo abbassare la guardia – ha concluso Bettoni - né possiamo regredire nella tutela della salute e della sicurezza guardando solo all’efficientamento ed al contenimento del costo del lavoro, per poi pagarlo in termini di morti, di mutilazioni, di malattie professionali sempre più costose comunque per tutti i cittadini contribuenti”.
Fonte: Anmil
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