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Ergonomia: le posture adeguate nelle attività lavorative

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Movimentazione carichi

23/07/2012

Una pubblicazione Inail presenta alcune corrette posture da adottare nei luoghi di lavoro. Travaso di prodotti liquidi, trasporto con carriola, lavori a terra, impugnature, uso di attrezzi, ritmi di lavoro e postura fissa in piedi e seduta.

 
Roma, 23 Lug – Con riferimento al contenuto della pubblicazione Inail “ I disturbi muscoloscheletrici lavorativi. La causa, l’insorgenza, la prevenzione, la tutela assicurativa”, nei giorni scorsi abbiamo approfondito i problemi correlati alle attività a rischio per i sovraccarico degli arti superiori e alle possibili alterazioni a carico della colonna vertebrale.
 
Il documento si sofferma tuttavia anche sulla prevenzione, ricordando che tale prevenzione deve prevedere innanzitutto l’eliminazione delle cause meccaniche che determinano i disturbi muscoloscheletrici (DMS) attraverso la meccanizzazione/automazione dei processi e, se ciò non sia fattibile, attraverso “l’utilizzo di opportuni ausili meccanici, l’applicazione dei principi ergonomici alle postazioni e alle procedure di lavoro, un’appropriata organizzazione del lavoro (pause, turnazioni, ecc.), opportune modifiche delle strutture e delle attrezzature”.


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Il documento dopo essersi soffermato sull’organizzazione del lavoro di movimentazione manuale, sui valori di peso massimo movimentabile ricavabili dalla norma tecnica UNI ISO 11228-1 e su alcune regole generali per la movimentazione, presenta diversi esempi di corrette posture da adottare in alcune attività lavorative.
 
Ad esempio per il travaso di prodotti liquidi, si consiglia di “evitare di travasare liquidi tenendo il tronco flesso e/o ruotato. Conviene collocare il contenitore vuoto non a terra ma su di un piano rialzato così da poter assumere una postura corretta. Per grandi quantitativi è meglio effettuare il travaso tramite pompa”.
In particolare se si deve versare del prodotto in una bocca di carico:
- “non tenere completamente sollevato il contenitore soprattutto se è molto lontano dal corpo;
- appoggiarlo al piano di carico e svuotarlo; solo alla fine, quando è mezzo vuoto, sollevarlo completamente;
- stare il più possibile vicini al punto di carico”.
Inoltre:
- “per i fusti più pesanti e trasporti frequenti, vanno utilizzati i carrelli elettrici;
- per fusti più leggeri e usi meno frequenti, possono essere usati carrelli e girafusti manuali”.
 
Rimandandovi alla lettura del documento, ricco di immagini esplicative relative alle posture corrette e alle posture da evitare, parliamo del trasporto con carriola.
Quando “è necessario spingere una carriola, soprattutto in salita, evitare di inarcare la schiena all’indietro. Fare invece leva sulle gambe, mantenendo il più possibile la schiena diritta”.
 
Con “lavori a terra” si fa riferimento a tutte le lavorazioni che “prevedono sollevamento, posa, raccolta di materiali a terra quali ad esempio: lavorazioni di pavimenti (parquet, moquette, solai, ecc.); manutenzione di manti stradali; scavi archeologici e geologici; semina, piantagione e raccolta di frutta, verdura e piante floreali; ecc”.
Questi alcuni suggerimenti per i lavori in terra:
- “evitare di sollevare o posare il materiale: - mantenendo il tronco flesso o gli arti inferiori ritti; - mantenendo il carico lontano dal corpo;
- evitare di effettuare lavori a terra: - mantenendo il tronco flesso a lungo; - posando gli elementi molto lontano dal corpo; - compiendo torsioni a tronco flesso”.
In particolare le posizioni più corrette a terra “sono quelle di: - corpo piegato; - ginocchio (con entrambi o un solo ginocchio appoggiato)”.
Riguardo all’uso delle ginocchia è importante “cambiare spesso posizione delle ginocchia e comunque alzarsi in piedi per sgranchirsi gambe e schiena appena se ne avverta la necessità. Per lavorare in queste posizioni è utile usare le ginocchiere”.
 
Il documento riporta anche diversi esempi relativi all’uso di attrezzi ed utensili da lavoro.
 
Si sottolinea che l’uso prolungato della pala e del piccone, “oltre a richiedere un notevole sforzo fisico, comporta un alto rischio per la schiena e per alcune strutture del braccio e della spalla. Durante l’uso della pala, risulta utile:
- ampliare la base di appoggio divaricando le gambe e ponendo un piede più avanti, lungo la direzione del movimento;
- appoggiare il manico della pala sulla coscia;
- non usare pale con manico troppo lungo;
- non riempire eccessivamente la pala”.
Inoltre per rendere il lavoro meno gravoso, “è necessario che gli attrezzi impiegati siano:
- in buono stato di conservazione (punte non usurate, lame non piegate, ecc.);
- i più maneggevoli e adatti al lavoro da eseguire (pale e badili con lame in lega di alluminio e manici in legno leggero)”.
 
Un altro esempio è relativo al martello pneumatico.
Quando lo si usa “è bene non assumere una posizione con la schiena curva e gli arti inferiori ritti, bensì adattare la postura piegando leggermente le gambe. Per non creare danni agli arti superiori, un martello pneumatico deve avere un’impugnatura ergonomica e trasmettere poche vibrazioni alle braccia”.
 
Il documento affronta poi un altro tema ergonomico importante per prevenire i disturbi muscoloscheletrici: come afferrare oggetti e utensili.
 
Innanzituttomanici e impugnature di oggetti e utensili “devono essere ben progettati per non creare disturbi alle mani”. Nel documento sono riportati esempi e modelli di impugnature adeguate.
Inoltre “affinché la presa del carico sia adeguata, le maniglie a fessura o sporgenti devono essere di forma e disegno ergonomici. Evitare di prendere e sollevare oggetti pesanti usando solo le dita, in particolare con le estremità (c.d. ‘presa a pinza’), in quanto queste non hanno molta forza”. Rispetto alla “presa a pinza”, la “presa ad uncino” richiede l’uso di tutte le dita e “quindi minor forza nel trasportare un oggetto”, “ma è comunque da evitare per carichi di un certo peso. Bisogna invece distribuire il carico su tutto il palmo della mano”.
 
Altre indicazioni generali relative alla presa di oggetti e utensili:
- “evitare di afferrare un oggetto con una piccola impugnatura in quanto si mette sotto sforzo anche l’articolazione del polso oltre che delle dita. Distribuire il carico su tutte e due le mani e all’occorrenza anche sugli avambracci;
- al fine di non sollecitare eccessivamente l’articolazione del polso, occorre privilegiare l’uso di strumenti basati sul principio della leva e con impugnature grosse e larghe che invitano alla presa a mano piena” (nel documento è presente un’immagine relativa alla presa di un gruppo di piatti: da afferrare da sotto e con presa a mano piena e non con presa di lato);
- “anche strumenti elettrici quali il trapano devono essere impugnati correttamente per evitare posture scorrette del polso. Per non creare danni agli arti superiori, lo strumento deve avere un’impugnatura ergonomica e trasmettere poche vibrazioni alla mano e al braccio;
- alcuni tipi di presa e alcuni movimenti del polso e delle dita, se ripetuti frequentemente, sempre uguali a se stessi, per buona parte del turno, specialmente se richiedono un impiego elevato di forza, devono essere: evitati se inutili o se compiuti con gesti bruschi; inframmezzati da attività lavorative che impegnano distretti muscolari diversi”.
 
È poi fondamentale che ai lavoratori siano garantiti adeguati ritmi di lavoro e tempi di riposo: “il lavoratore stesso può intervenire, ove possibile, alternando l’uso degli arti per lo svolgimento delle operazioni al fine di distribuirne lo sforzo a diversi gruppi muscolari”.
 
Infine il documento presenta alcuni suggerimenti per le posture fisse.
 
Per il lavoro con postura fissa in piedi non bisogna dimenticare che “un piano di lavoro troppo basso e/o troppo profondo costringe a mantenere a lungo il tronco inclinato. Un piano di lavoro troppo alto obbliga a mantenere le braccia sollevate”.
In realtà un piano di lavoro “è di altezza adeguata quando consente di lavorare mantenendo il gomito ad angolo retto; la profondità di tale piano non dovrebbe superare 50-55 cm. Queste caratteristiche permettono di mantenere la schiena eretta”.
Altre indicazioni:
- “l’uso ripetuto di un pedale può provocare disturbi agli arti inferiori”;
- per non stancare le gambe è utile appoggiare alternativamente un piede su un rialzo”.
 
Queste alcune indicazioni dedicate al lavoro con postura fissa seduta.
In particolare “una posizione di lavoro seduta a tronco flesso può essere dovuta:
- a errata strutturazione del piano di lavoro (troppo basso, troppo alto o troppo distante);
- all’assenza di spazio per ben alloggiare gli arti inferiori (presenza di leve, motori, ecc.)”.
Inoltre:
- “lavorare a braccia sollevate o comunque non appoggiate può portare a problemi agli arti superiori e alla schiena. Lavorare appoggiando gli avambracci su piani di lavoro ben progettati o introducendo periodi di riposo muscolare, potrà evitare questi problemi;
- la disponibilità di un adeguato spazio per gli arti inferiori rende possibile l’uso dello schienale;
- quando il punto di lavorazione è sollevato dal piano principale è bene procurarsi un appoggio per gli avambracci;
- evitare di stare seduti con la schiena ingobbita. A tal fine è importante che il tavolo abbia sufficiente spazio per le gambe;
- non usare sedili senza schienale. Ricordare di mantenere: i piedi sempre ben appoggiati sul pavimento o su un poggiapiedi; la schiena ben appoggiata allo schienale”.
 
Il documento conclude questa analisi dei problemi posturali ricordando che, per evitare i disturbi alla colonna vertebrale, “è importante cambiare posizione spesso (almeno ogni ora), alternando la posizione seduta con quella in piedi o viceversa, facendo qualche passo e muovendo la schiena, le spalle, il collo e le braccia”.
 
 
 
Inail, “ I disturbi muscoloscheletrici lavorativi. La causa, l’insorgenza, la prevenzione, la tutela assicurativa”, pubblicazione realizzata con la collaborazione della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, dell’ISFOL, del Ministero del Lavoro, del Ministero della Salute e delle organizzazioni sindacali e datoriali, edizione 2012 (formato PDF, 3.10 MB).
 
 
 
Tiziano Menduto


Creative Commons License Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.

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Rispondi Autore: Cinzia lapucci - likes: 0
28/09/2020 (12:44:37)
Lavoro come commessa in un azienda che non fa controlli di salute sl personale. Negli ultimi anni ho avuto il riconoscimento in un primo momento del 75% poi dell'80% e infine dell'85% con 104 e art3 comma 2. L'azienda e' al corrente delle patologie e malgrado abbia problemi di neuropatia e una rotoscoliosi importante continua a pretendere senza alcuna prescrizione lavorativa. Vorrebbe chr effettuassi anche le pulizie. Non dico il nome ma e' una nota azienda di Perugia
Rispondi Autore: bilal - likes: 0
03/12/2020 (16:36:49)
rgr
Rispondi Autore: Maria - likes: 0
30/09/2021 (16:59:47)
Sono un'infermiera sono stata assente dal lavoro quattro mesi in infortunio per frattura della radice posteriore del menisco mediale e frattura obliqua del corpo... non c'è stato nessuno intervento chirurgico ''dicono gli specialisti ''che la cosa è degenerativa... ''poco ci credo''....facendo FKT si risolve..Che Faccio tutti i giorni da sola a casa.Ho eseguito la visita 626 la quale mi prescrive idonea con limitazione temporanea scrivendo...evitare la postura eretta prolungata prevenendo adeguati dalle defaticanti Da premettere sono una turnista lavoro pneumologia /Utir la notte Faccio 10 ore da sola con 4 posti letto...pazienti che richiedono grado di assistenza molto alto... Come mi devo comportare e cosa vuol dire defaticanti..?

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