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Alcol, sostanze stupefacenti e lavoro

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Industria alimentare

15/11/2010

Un documento affronta i problemi del consumo di alcol e sostanze stupefacenti negli ambienti di lavoro. Gli effetti dell’alcol nella donna, i rischi di incidenti, le situazioni che favoriscono il consumo di alcol, il principio di cautela conservativa.

 
In relazione alla campagna " BASTA ALCOL A PAUSA PRANZO" - una campagna di sensibilizzazione promossa da PuntoSicuro per ridurre gli incidenti professionali alcol correlati in Italia - riprendiamo a parlare dei rischi relativi all’assunzione di alcol e sostanze stupefacenti nei luoghi di lavoro.
 
Lo facciamo attraverso un documento pubblicato sul sito dell’ ASL di Brescia e realizzato dall’Azienda sanitaria locale (Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro e Dipartimento delle Dipendenze) con la collaborazione dell’Associazione industriale bresciana (AIB).
 

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In “ Alcol, sostanze stupefacenti e lavoro. La sicurezza è un bene di tutti. Prendiamocene cura!” si sottolinea che il consumo di alcol e droga è un fenomeno che si diffonde sempre di più in tutte le fasce di età e in ogni ambiente di vita.
E nei luoghi di lavoro, “dove le condizioni psico-fisiche del lavoratore sono un presupposto fondamentale per garantire la propria sicurezza e quella degli altri”, l’assunzione di bevande alcoliche o sostanze stupefacenti sono fattori che influenzano il comportamento dei lavoratori e creano situazioni di forte rischio.
Al di là della legislazione vigente, che prevede un accurato controllo sui lavoratori che svolgono mansioni ad elevato rischio per sé e per gli altri, il principale strumento di contrasto delle dipendenze rimane la sensibilizzazione degli interessati attraverso un’informazione chiara e completa.
La pubblicazione, ricca di immagini e con un linguaggio semplice ma preciso, contiene notizie sulle caratteristiche delle sostanze, sugli effetti a breve e a lungo termine, sulle tipologie di test che possono essere effettuati e sulla principale normativa di riferimento. Inoltre nell’ultima parte viene inoltre riportato l’elenco ed i recapiti della rete di servizi pubblici e privati accreditati, presenti nel territorio bresciano, ai quali le persone interessate possono rivolgersi.
In questa nostra presentazione ci soffermiamo su alcuni specifici temi.
 
Effetti dell’alcol nella donna
Il documento ricorda che “le donne hanno una massa corporea inferiore rispetto all’uomo, minor quantità di acqua corporea e meno efficienza dei meccanismi di trasformazione e eliminazione dell’ alcol. Questo le rende più vulnerabili agli effetti dell’alcol e, a parità di consumo, determina la rilevazione di alcol nel sangue più elevata”.
Altre informazioni relative ai rischi:
- contraccezione: “quando si assumono contraccettivi orali (pillola) l’alcol ingerito resta in circolo più a lungo”;
- gravidanza: “nel primo trimestre il consumo di alcol per più di 3 Unità Alcoliche (ad esempio 3 bicchieri di vino di media gradazione, ndr) alla settimana aumenta il rischio di aborto spontaneo di 2-3 volte”. Senza dimenticare che esiste “un passaggio bidirezionale dell’ alcol tra la madre e il feto. Dopo 15 minuti dall’assunzione dell’alcol il livello di alcolemia del feto è simile a quello materno. L’alcol può interferire sui normali processi di sviluppo del feto sia fisico (malformazioni) che intellettivo (ritardo mentale) in maniera più o meno grave in funzione dei livelli di consumo (sindrome feto-alcolica)”;
- allattamento: “l’alcol ingerito dalla mamma si distribuisce rapidamente e facilmente dal sangue al latte e quindi al bambino”. 
 
Le conseguenze del consumo di alcol negli ambienti di lavoro
Abbiamo raccontato più volte, in PuntoSicuro, come l’alcol possa esporre a forti rischi di incidenti o infortuni anche in relazione a un singolo e occasionale episodio di consumo, “spesso erroneamente valutato come innocuo per la salute e per la propria capacità di attenzione e reazione”. E infatti l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) stima “che il 10-30% degli infortuni sul lavoro siano alcol correlati”.
Inoltre non bisogna dimenticare  che “l’effetto tossico di alcune sostanze presenti negli ambienti di lavoro è potenziato dall’ alcol e può causare danni in particolare al fegato, al sistema nervoso centrale e all’apparato cardiovascolare”. Ad esempio risultano dannose le seguenti associazioni:
- “alcol+solventi (cloruro di vinile, eptano, benzolo, tricloroetilene);
- alcol+pesticidi (DDt, Dieltrin, Organofosforici);
- alcol+metalli (piombo, mercurio, cromo, cobalto, manganese);
- alcol+nitroglicerina”. 
 
Il documento riporta le situazioni lavorative che possono favorire il consumo di alcol:
- “attività lavorative che comportano prolungati sforzi fisici;
- mansioni che prevedono frequenti situazioni di intrattenimento (rappresentanti, venditori) o somministrazione di bevande alcoliche (baristi, ristorazione);
- disponibilità di bevande alcoliche sul luogo di lavoro;
- attività monotone, ripetitive, eccessivamente automatizzate;
- livelli di responsabilizzazione troppo alti o troppo bassi rispetto alle capacità personali;
- pressioni del gruppo di lavoro all’uso di alcolici”.
Alcuni consigli per i lavoratori:
- “non assumere bevande alcoliche sia prima che durante qualsiasi attività lavorativa;
- gli effetti dell’alcol sono imprevedibili, pertanto i postumi di eccesso del bere potrebbero verificarsi in occasione di lavoro;
- l’ assunzione di alcol è tassativamente vietata dalla legge quando si svolgono attività ad elevato rischio per se e per gli altri;
- non offrire da bere alcolici a chi sta per svolgere un lavoro, e comunque non esercitare pressioni al bere nei confronti dei colleghi;
- durante le pause di lavoro, scegliere bevande analcoliche: i succhi di frutta sono particolarmente raccomandati perché aiutano a prevenire la stanchezza;
- se, per vari motivi, non bevi vino o birra, non devi cominciare a farlo in virtù di possibili effetti protettivi: le sostanze antiossidanti e comunque protettive in questione si trovano infatti in una grandissima varietà di prodotti ortofrutticoli!;
- se ti accorgi di avere difficoltà a mantenere l’astinenza, in particolare sul lavoro, parlane con il medico aziendale, il medico di base” o rivolgiti ai servizi per la prevenzione, diagnosi e trattamento delle dipendenze patologiche.
Nel documento sono presenti tutti i riferimenti normativi da conoscere: Legge 125/2001,   Provvedimento 16.03.2006 (ai sensi dell'art. 15 della Legge n. 125/01), Decreto legislativo 81/2008, Legge 120/2010, …
 
Sostanze stupefacenti e lavoro
Dopo aver definito dal punto di vista farmacologico e legale il termine “droga”, avere mostrato le conseguenze dell’uso di sostanze stupefacenti e dato informazioni sulle tipologie di test per la ricerca di queste sostanze, il documento affronta la normativa vigente in Italia.
 
La norma stabilisce infatti che, “poiché l’assunzione anche occasionale di sostanze stupefacenti e psicotrope comporta un rischio sia per il lavoratore che per soggetti terzi, deve essere applicato il principio di cautela conservativa, prevedendo una non idoneità dei lavoratori a svolgere mansioni a rischio nel caso in cui usino sostanze psicotrope e stupefacenti anche al di fuori dalla attività lavorativa, indipendentemente dallo stato di dipendenza”.
Dunque il datore di lavoro è obbligato ad accertare l’assenza di assunzione, anche solo sporadica, “per lavoratori le cui mansioni comportino rischi per la sicurezza, l’incolumità e la salute propria e di terzi e individuate dalla Conferenza Unificata del 30/10/2007”.
 
Si ricorda che uno dei principi fondamentali negli accertamenti di “assenza di tossicodipendenza” è “l’affidabilità dei test e la correttezza della procedura applicata, al fine di evitare giudizi errati che porterebbero a conseguenze gravi per il lavoratore dal momento che, in caso di esito positivo, lo stesso verrebbe sospeso immediatamente dalla mansione svolta fino a quel momento”.
Anche riguardo a questo tema viene fatta una rassegna delle normative e dei provvedimenti vigenti. Conclude il capitolo una serie di risposte, elaborate dalla Regione Lombardia, alle domande più ricorrenti sul tema.
 
 
 
 
Tiziano Menduto
 


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