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Sicurezza, valutazione e rischio nel settore autotrasporti

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Lavoratori

06/10/2011

La normativa, le definizioni relative a salute e sicurezza, gli incidenti e la valutazione del rischio con particolare riferimento ai principali fattori di rischio nel settore autotrasporti. La scala di probabilità e i rischi prevalenti.

 
Vicenza, 5 Ott – Ogni tanto è utile soffermarsi e chiarire alcuni concetti relativi alla sicurezza, concetti che spesso diamo per scontati, approfondendo insieme la conoscenza dei rischi di qualche settore lavorativo.
Lo facciamo oggi attraverso un documento tratto dal portale della campagna straordinaria di formazione Viversicura - promossa dall’Assessorato alle Politiche della Formazione della Regione Veneto  -  dal titolo “ Valutazione dei rischi, malattie professionali e incidenti mancati - Autotrasporti”.
Il documento, a cura del Dott. Gianluca Celeste ( AiFOS) e relativo ad attività formative proposte dal Centro Sviluppo Artigianato (Cesar), si occupa di vari temi: dalle definizioni e dati relativi a sicurezza e salute sul lavoro, agli aspetti normativi, agli incidenti e malattie professionali e alla valutazione del rischio con particolare riferimento ai principali fattori di rischio nel settore autotrasporti
 
Riguardo alla sicurezza e salute sul lavoro può essere utile riprendere alcune definizioni:
-sicurezza: condizione oggettiva esente da pericoli o garantita contro eventuali pericoli. “Nei luoghi di lavoro la sicurezza gioca un ruolo fondamentale nella tutela della salute dei lavoratori”; 
-salute: condizione di benessere fisico e psichico dovuta ad uno stato di perfetta funzionalità dell’organismo. “È un diritto umano fondamentale secondo la Carta dei diritti universali dell’uomo, che non consiste solo nell’ assenza di malattia e/o infermità (Oms)”.


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Sicurezza Autotrasporti - Categoria Istat: H - Trasporto E Magazzinaggio

Il documento riporta molte tabelle e dati, che vi invitiamo a visionare, e ricorda che secondo i dati statistici dell’Inail la dimensione aziendale influisce sul livello di rischio: “il maggiore tasso d’infortuni è nelle aziende piccole e in quelle di tipo artigianale”.
Inoltre “i tassi infortunistici per i più giovani e per i più anziani sono più elevati rispetto a quelli degli altri lavoratori”. 
Vengono poi riportate alcune considerazioni sui lavoratori stranieri, che rischiano di più sul lavoro (“60 infortuni ogni 1000 lavoratori stranieri contro i 40 ogni 1000 circa dei lavoratori nel complesso”) e sul lavoro irregolare che “si traduce spesso in una maggiore esposizione ai rischi e in una minore possibilità di denunciare i pericoli e gli infortuni”.
 
Dopo aver affrontato gli aspetti normativi della sicurezza sul lavoro - con un excursus storico sulla normativa e indicazioni relativi agli obblighi dei vari attori della sicurezza individuati dal D.Lgs. 81/2008 – il documento si sofferma sugli incidenti mancati, infortuni e malattie professionali, tema che riprenderemo in futuri approfondimenti relativi ad altri documenti del portale Viversicura.
 
Ci soffermiamo invece sulla parte relativa alla valutazione del rischio e ai principali fattori di rischio del settore autotrasporti
 
Anche in questo caso possono tornare utili alcune definizioni:
-pericolo: “una proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore (materiali di lavoro, materie prime o intermedi, metodi di lavoro, macchine e strumenti) in grado di causare danni alle persone o all'ambiente (concetto deterministico)”;
-rischio: “concreta probabilità che, nelle condizioni di impiego o di esposizione, sia raggiunto il livello potenziale di danno (concetto probabilistico)”.
Insomma se il pericolo è potenziale, il rischio è concreto.
 
Il documento si sofferma sulla formula per il calcolo del rischio: R=PxD. Dove R è il Rischio, P la Probabilità che avvenga l'evento e D il Danno (gravità) dell'evento sulla persona.
“Quindi non tutto ciò che rappresenta un pericolo costituisce anche rischio: la differenza può nascere dalle quantità di sostanza in gioco, dal tempo o dalla frequenza di esposizione, dalle misure precauzionali prese, dalla maggiore o minore evidenza del pericolo stesso”.
 
Viene poi riportata, per la valutazione del rischio, la scala di probabilità P e la scala di entità del danno D.
Questi alcuni esempi della scala di probabilità P:
- 1/improbabile: “la mancanza rilevata può provocare un danno per la concomitanza di più eventi poco probabili indipendenti; non sono noti episodi già verificatisi; il verificarsi del danno susciterebbe incredulità in azienda”;
- 2/poco probabile: “la mancanza rilevata può provocare un danno solo in circostanze sfortunate di eventi; sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi in cui alla mancanza ha fatto seguito il danno; il verificarsi del danno conseguente alla mancanza rilevata susciterebbe grande sorpresa in azienda”;
- 3/probabile: “la mancanza rilevata può provocare un danno, anche se non in modo automatico o diretto; è noto qualche episodio in cui alla mancanza ha fatto seguito il danno; il verificarsi del danno conseguente alla mancanza rilevata susciterebbe una moderata sorpresa in azienda”;
- 4/altamente probabile: “esiste una correlazione diretta tra la mancanza rilevata e il verificarsi del danno per i lavoratori; si sono già verificati danni per la stessa mancanza rilevata nella stessa azienda o in aziende simili o in situazioni operative simili; il verificarsi del danno conseguente alla mancanza rilevata non susciterebbe stupore in azienda”.
 
Ricordando che il rischio specifico è il “caratteristico rischio di lavoro, o rischio professionale vero e proprio, che può derivare dallo svolgimento di un'attività lavorativa (il benzene rappresenta un rischio generico potenziale per tutti, è un rischio specifico per gli addetti alle pompe di benzina), veniamo ai principali rischi specifici nel settore autotrasporti:
- rischio agenti fisici ( rumori, vibrazioni);
- rischio legato alla movimentazione dei carichi;  
- rischio agenti chimici, cancerogeni e mutageni (sostanze pericolose, polveri, fumi, gas, vapori);
- rischio incendio;
- rischi psicosociali (stress lavoro correlato, mobbing, burnout).
 
Indichiamo, per concludere, i rischi prevalenti relativi a quattro fasi del settore autotrasporti.
 
Guida e trasporto:
- investimento dell’ autista con i materiali caricati, o a seguito di incidente, di frenata brusca, di spostamento improvviso del carico;
- perdita del carico con possibilità di interessamento di terzi;
- esplosione/incendio/intossicazione da materiali pericolosi;
- posture incongrue / alterazioni muscolo scheletriche;
- stress lavoro correlato legato alla guida”.
 
Aggancio e sgancio di rimorchi e semirimorchi:
- “possibilità di caduta dalle zone operative di comando poste dietro la cabina;
- schiacciamento/contusione delle mani durante la preparazione per quanto riguarda i semirimorchi;
- per i rimorchi si evidenzia principalmente un rischio di schiacciamento/contusione agli arti superiori”.
 
Operazioni di carico/scarico:
- “movimentazione con mezzi meccanici;
- movimentazione manuale dei carichi;
- salita e discesa dal pianale del camion;
- caduta dal piano di carico;
- riempimento/svuotamento di cisterne con sostanze liquide, gassose o pulverulenti”.
Ricordando che le modalità lavorative “mutano a seconda delle seguenti variabili:
- tipo di materiale trasportato;
- tipo di automezzo utilizzato;
- tipo di attrezzatura utilizzata per le operazioni”.
 
Nella manutenzione dei mezzi i rischi “sono analoghi a quelli delle officine di manutenzione e riguardano:
- la possibilità di contatto con oli;
- l’inalazione di fumi di scarico;
- infortuni durante l’utilizzo di utensili meccanici”.
 
 
Valutazione dei rischi, malattie professionali e incidenti mancati - Autotrasporti”, a cura del Dott. Gianluca Celeste (AiFOS), documento relativo ad attività di formazione proposte dal Centro Sviluppo Artigianato (Cesar) (formato PDF, 2.77 MB).
 
 
Tiziano Menduto
 
 


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