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Wi-Fi 4EU: un progetto dell’unione europea, quasi sconosciuto in Italia

Wi-Fi 4EU: un progetto dell’unione europea, quasi sconosciuto in Italia
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Security

04/03/2019

L’Italia è uno dei paesi europei che ha maggiori difficoltà nello spendere le somme sostanziose, che l’unione europea mette a disposizione per progetti finalizzati. Eccone un altro, probabilmente assai poco noto alle autorità italiane.


Si chiama Wi-Fi 4EU una iniziativa dell’unione europea, destinati ai cittadini europei ed ai visitatori, che permette loro di accedere gratuitamente a connessioni Wi-Fi in luoghi pubblici, come parchi, piazze, edifici pubblici, biblioteche e centri sanitari, nell’intera Europa. Gli hotspot Wi-Fi possono essere installati dall’amministrazione comunale o da un’impresa, utilizzando un buono di finanziamento, rilasciato dall’unione europea.

 

La domanda può essere presentata da un Comune, oppure da associazioni di Comuni e ogni Comune può ricevere un solo buono per l’intera durata dell’iniziativa. È sufficiente che comuni si registrino sull’apposito portale www.Wi-Fi4EU,  compilando un modulo di registrazione.

I Comuni vengono selezionati in base all’ordine di presentazione delle domande e il valore di ogni buono, che il Comune utilizzerà per attivare hotspot pubblici, è di 15.000 €. Il Comune deve impegnarsi a garantire il completamento dell’installazione e dell’attivazione dell’hotspot entro un anno e mezzo dall’assegnazione del buono, scegliendo un’impresa che porti a termine l’istallazione. La commissione non interverrà nei rapporti contrattuali tra il Comune beneficiario ed il fornitore.

 

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Toccherà al Comune sostenere i costi della connettività ad Internet, nonché del funzionamento e della manutenzione delle apparecchiature per almeno tre anni.

Perché il buono si possa utilizzare, il Comune deve affidare l’opera di attivazione dell’hotspot a un’impresa di impianti Wi-Fi, che anch’essa deve registrarsi in un’apposita sezione del portale. La concessione del buono non è condizionata alla velocità della rete Wi-Fi, ma è evidente che la velocità deve essere sufficiente per offrire un servizio soddisfacente agli utenti.

 

E che fare per le reti esistenti?

Le reti esistenti potranno partecipare a questa iniziativa, anche senza il ricorso ai buoni. La commissione europea sta mettendo punto una apposita procedura.

È bene far presente che l’accesso deve essere gratuito e l’accesso non è considerato tale, se sulle pagine del collegamento appaiono delle pubblicità, per le quali il Comune incassa dei corrispettivi. Su questo punto di vista il regolamento di servizio è chiarissimo affermando che “il servizio deve essere gratuito, senza alcuna remunerazione in cambio, sotto forma non solo di pagamento diretto, ma anche altri tipi di corrispettivi, quali la pubblicità commerciale, la fornitura dei dati personali per fini commerciali e simili”.

 

Per quanto riguarda le caratteristiche di sicurezza degli hotspot, esse verranno definite nella convenzione di sovvenzione del buono. Appare evidente che il ricorso a moderne forme di algoritmi criptografici rappresenta un aspetto fondamentale per rispettare questa esigenza.

Per quanto riguarda la protezione dati personali, dagli utenti dovrà essere offerta una informativa conforme ai regolamenti vigenti, che sono già ben note ai nostri lettori.

 

Se i lettori conoscono qualche amministrazione comunale o biblioteca od altro servizio al pubblico, che desideri accedere a questa iniziativa, potrà trovare risposta tutte le principali domande nel documento allegato.

 

faq (pdf)

 

Adalberto Biasiotti

 



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