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Imparare dagli errori: quando mancano gli occhiali di protezione

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Imparare dagli errori

13/09/2012

Esempi tratti dall’archivio Infor.mo.: incidenti nel mondo edile in assenza di occhiali protettivi. Le attività di ristrutturazione edilizia, l’uso della spruzzatrice, le caratteristiche di occhiali e visiere per la protezione dagli agenti chimici.

 
Brescia, 13 Set – Da un po’ di tempo, distratti dagli incidenti e dagli esempi di prevenzione relativi alle attrezzature di lavoro, “Imparare dagli errori” non affronta il tema dei dispositivi di protezione individuale (DPI), delle conseguenze dovute alla loro mancanza o inidoneità ai rischi da affrontare.
Dopo esserci soffermati nei mesi scorsi sulle problematiche relative alle scarpe di sicurezza, parliamo oggi di occhiali protettivi, con particolare attenzione al loro uso in edilizia.
 
Le dinamiche degli incidenti presentati sono tratte dalle schede di INFOR.MO., strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
 
Il caso
Il primo e unico caso che affrontiamo oggi è relativo ad un incidente in attività di ristrutturazione edilizia.
Un lavoratore viene assunto, con la qualifica di muratore, da un’impresa edile artigiana e viene assegnato a lavori di edilizia civile ( ristrutturazione sismica) nei cantieri della città.
Una mattina nel cantiere edile è intento ad intonacare le pareti interne di un fabbricato in ristrutturazione utilizzando una macchina che spruzza l'intonaco sulle pareti.
“Si tratta di una macchina ad aria compressa che presenta due contenitori: il primo funge da miscelatore delle polveri che vengono convogliate in un secondo contenitore per l'impasto, prima dello spruzzo sulle pareti. Un tubo allungabile fino a 15 metri consente di indirizzare il getto nei punti voluti. Normalmente gli impasti sono di calce oppure di sabbia e cemento. Poiché è facile che l'impasto crei dei residui che ostacolano la normale fuoriuscita del prodotto, dopo ogni uso è buona norma lavare la macchina, soprattutto se si varia il tipo di prodotto da utilizzare”.
Il muratore, ha riferito, dopo l’incidente, che la macchina da lui usata presentava un funzionamento difettoso, tanto che lo stesso lavoratore la lavava spesso.
 

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Torniamo alla dinamica dell’incidente.
Quella mattina il giovane spruzza della calce sulle pareti ed al termine dell'uso della macchina provvede a lavarla regolarmente, anche perché sa di doverla utilizzare nel pomeriggio con sabbia e cemento.
Verso le ore 15,00 circa il muratore sta utilizzando la spruzzatrice caricata con sabbia e cemento, quando all'improvviso la macchina si è inceppa, bloccando la fuoriuscita del getto. Come altre volte, il giovane batte sul tubo ostruito “per cercare di spostare il tappo di residui formatosi all'interno”.
L'operazione è compiuta a motore in pressione. In un primo tempo la macchina non riparte, poi all'improvviso (anche per la pressione accumulata), il tappo si sposta e dal tubo esce un getto violento dell'impasto che è gettato tutt'intorno.
Il muratore viene colpito all'occhio destro da alcuni schizzi di impasto: infatti in quel momento l'uomo “non calzava lenti da lavoro”.
Immediatamente soccorso dal proprio datore di lavoro, il lavoratore è prima accompagnato a casa, ma dopo è trasportato con un'autoambulanza del 118 presso l'Ospedale della città.
I sanitari gli riscontrano una ustione cornea congiuntivale nell’occhio destro e decidono di trasferirlo in altro ospedale per maggiori cure.
 
Questi i fattori causali determinanti relativi all’incidente riportati nella scheda di INFOR.MO.:
- l’attrezzatura per spruzzare l'intonaco non funzionava bene e aveva frequenti inceppamenti;
- il lavoratore cerca di disostruire il tubo a spruzzatrice funzionante (un uso errato dell’attrezzatura).
Tuttavia un evidente fattore modulativo, in questo caso peggiorativo rispetto all’esito dell’incidente, è il mancato uso di occhiali di protezione.
 
La prevenzione
Focalizzando la nostra attenzione non sul funzionamento e sull’uso della spruzzatrice, ma sulla mancanza degli occhiali di protezione, possiamo trovare informazioni sull’uso di questo DPI in edilizia nella pubblicazione " La valutazione dei rischi nelle costruzioni edili".
 
Questo manuale, nato dalla collaborazione tra il Comitato Paritetico Territoriale per la Prevenzione Infortuni, l'Igiene e l'Ambiente di Lavoro di Torino e Provincia (C.P.T. Torino) e l’INAIL Piemonte, si sofferma non solo sulla valutazione dei rischi, ma anche sui dispositivi di protezione individuale dagli agenti chimici.
In particolare i DPI “devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro”.
 
Le indicazioni sono riferite in particolare a tutte le attività che nel mondo edile portano il lavoratore in contatti con agenti chimici di varia tipologia e pericolosità e a tutti dispositivi utilizzabili, ad esempio i dispositivi di protezione delle vie respiratorie.
 
Veniamo tuttavia a quanto indicato riguardo agli occhiali e alle visiere di protezione.
 
Gli occhiali di protezione dagli agenti chimici “servono a impedire il contatto con gli occhi, mentre le visiere estendono la protezione a tutto il volto”. Ad esempio agenti chimici da cui proteggersi possono essere le polveri, i fumi, le nebbie e i liquidi.
In particolare gli occhiali che “garantiscono la protezione necessaria degli occhi contro tutti gli agenti chimici sono quelli ‘a maschera’ perché la loro conformazione, ermetica e stagna, determina l’impenetrabilità di tali agenti; con gli occhiali semplici, anche se provvisti di schermi laterali, non è possibile raggiungere tale livello di protezione, risultando questi più adatti a proteggere gli occhi dal rischio di lesione dovuta alla proiezione di particelle solide (ad esempio, schegge)”.
 
Se le visiere offrono una protezione più estesa, non sono tuttavia ermetiche, “per cui la polvere, i fumi e le nebbie potrebbero ugualmente entrare in contatto con gli occhi e il volto”.
In certe lavorazioni può essere necessario utilizzare oltre un DPI del volto anche una maschera respiratoria: “in questi casi può essere utile indossare un respiratore con maschera intera che garantisce, tra l’altro, l’impenetrabilità dell’agente”.
 
Nel manuale viene infine proposto un elenco dei requisiti di base di questi DPI:
- campo visivo ampio;
- resistenza agli urti;
- tossicità;
- regolabilità del sistema di fissaggio;
- resistenza alla combustione;
- resistenza alla corrosione delle parti metalliche;
- trasparenza elevata della parte ottica;
- assenza di effetti ottici che alterino la visuale;
- ventilazione, quando avvolgono la parte del corpo da proteggere.
 
 
 
 
Pagina introduttiva del sito web di INFOR.MO.: nell’articolo abbiamo presentato la scheda numero 2036 (archivio incidenti 2002/2004).
 
 
 
Tiziano Menduto


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