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Apparecchi di protezione delle vie respiratorie: le maschere filtranti

Apparecchi di protezione delle vie respiratorie: le maschere filtranti
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: DPI

12/09/2018

Indicazioni su alcuni dispositivi per la protezione vie respiratorie, le maschere filtranti per inquinanti volatili. La classificazione dei DPI nel D.Lgs. 475/1992 e nel Regolamento UE 2016/425, le caratteristiche e l’efficienza di maschere e filtri.

 
Padova, 12 Set – I dispositivi di protezione individuale (DPI) sono, secondo l’articolo 74 del D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico), ‘qualsiasi apparecchiatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo’.

Possiamo fare riferimento anche alla definizione dei DPI presente nel Regolamento UE 2016/425:

  1. dispositivi progettati e fabbricati per essere indossati o tenuti da una persona per proteggersi da uno o più rischi per la sua salute o sicurezza;
  2. componenti intercambiabili dei dispositivi di cui alla lettera a), essenziali per la loro funzione protettiva;
  3. sistemi di collegamento per i dispositivi di cui alla lettera a) che non sono tenuti o indossati da una persona, che sono progettati per collegare tali dispositivi a un dispositivo esterno o a un punto di ancoraggio sicuro, che non sono progettati per essere collegati in modo fisso e che non richiedono fissaggio prima dell'uso.

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DPI di Terza Categoria per le vie respiratorie
Formazione specifica sui D.P.I. (D. Lgs. n.81, 9 aprile 2008, Artt. 37, 77)
 

Per aumentare la conoscenza dei DPI utilizzati nei luoghi di lavoro per la salvaguardia da rischi gravi e mortali, ci soffermiamo oggi su alcuni dispositivi per la protezione vie respiratorie, le maschere filtranti. E lo facciamo attraverso la presentazione di un intervento al convegno “Dispositivi individuali di protezione: scelta, modalità d’uso, efficacia, criticità” che si è tenuto a Padova l’11 maggio 2018.

 

La classificazione dei dispositivi di protezione

Nell’intervento “Maschere filtranti per inquinanti volatili”, a cura di Paolo Sacco (Istituti Clinici Scientifici Maugeri - Centro Ricerche Ambientali – Vigonza), ci si sofferma sulla normativa di riferimento e sulla classificazione delle maschere filtranti.

 

Si segnala che per il D.Lgs. 475/1992 sono DPI di III categoria i DPI di progettazione complessa ‘destinati a salvaguardare dai rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente. Si deve presupporre che la persona che usa il D.P.I. non abbia la possibilità di percepire tempestivamente la verificazione istantanea di effetti lesivi’. E ‘rientrano esclusivamente nella terza categoria:

  1. gli apparecchi di protezione respiratoria filtranti contro gli aerosol solidi, liquidi o contro i gas irritanti, pericolosi, tossici o radiotossici;
  2. gli apparecchi di protezione isolanti, ivi compresi quelli destinati all'immersione subacquea;
  3. i DPI che assicurano una protezione limitata nel tempo contro le aggressioni chimiche e contro le radiazioni ionizzanti;
  4. i DPI per attività in ambienti con condizioni equivalenti ad una temperatura d'aria non inferiore a 100° C, con o senza radiazioni infrarosse, fiamme o materiali in fusione;
  5. i DPI per attività in ambienti con condizioni equivalenti ad una temperatura d'aria non superiore a -50° C;
  6. i DPI destinati a salvaguardare dalle cadute dall'alto;
  7. i DPI destinati a salvaguardare dai rischi connessi ad attività che espongano a tensioni elettriche pericolose o utilizzati come isolanti per alte tensioni elettriche.

 

Mentre per il Regolamento europeo 2016/425 i DPI di III categoria sono DPI “destinati a proteggere esclusivamente dai rischi che possono causare conseguenze molto gravi quali morte o danni alla salute irreversibili” con riguardo a quanto segue:

  1. sostanze e miscele pericolose per la salute;
  2. atmosfere con carenza di ossigeno;   
  3. agenti biologici nocivi;
  4. radiazioni ionizzanti;
  5. ambienti ad alta temperatura aventi effetti comparabili a quelli di una temperatura dell'aria di almeno 100 °C;
  6. ambienti a bassa temperatura aventi effetti comparabili a quelli di una temperatura dell'aria di – 50 °C o inferiore;
  7. cadute dall'alto;
  8. scosse elettriche e lavoro sotto tensione;
  9. annegamento;
  10. tagli da seghe a catena portatili;
  11. getti ad alta pressione;
  12. ferite da proiettile o da coltello;
  13. rumore nocivo

 

Maschere respiratorie e facciali filtranti

A proposito degli apparecchi di protezione delle vie respiratorie (APVR) si ricorda che l’Allegato VIII del Testo Unico fa riferimento alle maschere respiratorie: ‘i lavoratori esposti a specifici rischi di inalazioni pericolose di gas, polveri o fumi nocivi devono avere a disposizione maschere respiratorie o altri dispositivi idonei, da conservarsi in luogo adatto facilmente accessibile e noto ai lavoratori’.

 

In particolare un facciale filtrante “purifica l’aria mediante filtrazione”. È “da usare in ambienti aperti se si conosce natura e concentrazione degli inquinanti”. Ma non è da usare se l’ossigeno è inferiore al 17%.

Mentre i respiratori “forniscono aria o gas (es. ossigeno) da sorgenti non contaminate”. E, ad esempio devono essere usati se:

  • “le concentrazioni sono troppo elevate;
  • gli inquinanti sono immediatamente pericolosi per la vita;
  • si opera in ambienti confinati”. 

 

Si ricordano poi alcuni tipi di facciali filtranti:

  • “Semimaschere senza valvole di inspirazione e con filtri separabili (EN 1827);
  • Semimaschere e quarti di maschera (se non copre il mento) (EN 140):;
  • Semimaschere filtranti costruite interamente o prevalentemente di materiale filtrante (EN 149);
  • Semimaschere filtranti, con valvole di inspirazione ed espirazione, in cui il filtro antigas è parte inseparabile del dispositivo, mentre i filtri antipolvere possono essere sostituiti (EN 405);
  • Maschere intere (pieno facciale) che coprono tutto il volto (EN 136)”.

 

Rimandiamo alla lettura integrale delle slide dell’intervento che riportano indicazioni sulle norme tecniche, su tipi e classi di filtri e sul fattore di protezione.

 

Questa è una breve tabella relativa alle classi dei filtri (la capacità è “indice della quantità di contaminante assorbito, cioè della durata del filtro):

 

CLASSI DI FILTRI

 

Efficienza di maschere e filtri

Riportiamo qualche breve indicazione relativa all’efficienza di questi specifici apparecchi di protezione delle vie respiratorie.

Si segnala che l’efficienza filtrante “è virtualmente 100% per tutti i filtri (finché durano!)” e che l’efficienza dell’APVR “dipende dalla tenuta della maschera”.

 

E riguardo all’efficienza:

  • “controllare sempre l'integrità del respiratore;
  • barba, baffi o cattive rasature possono pregiudicare la tenuta sul viso del respiratore;
  • attenzione a catenine, piercing, auricolari, lenti a contatto, occhiali non appositamente studiati, etc;
  • mai indossare o togliere l’APVR in atmosfera inquinata”.

Inoltre:

  • “sostituire immediatamente il filtro se si avverte l’odore della sostanza e la tenuta del facciale è buona;
  • attenzione ai gas per i quali la soglia olfattiva è superiore alla concentrazione pericolosa;
  • attenzione ai lavoratori che non hanno un buon olfatto;
  • se si tratta di una miscela di inquinanti la durata del filtro diminuisce”.

 

Concludiamo segnalando che nell’intervento sono fornite ulteriori informazioni sugli studi di efficienza e sulla durata dei filtri.

 

 

RTM

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Maschere filtranti per inquinanti volatili”, a cura di Paolo Sacco (Istituti Clinici Scientifici Maugeri - Centro Ricerche Ambientali – Vigonza), intervento al convegno “Dispositivi individuali di protezione: scelta, modalità d’uso, efficacia, criticità” (formato PDF, 1.66 MB).

 

Scarica la normativa di riferimento:

Regolamento (UE) 2016/425 del parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016 sui dispositivi di protezione individuale e che abroga la direttiva 89/686/CEE del Consiglio (Testo rilevante ai fini del SEE).

 

 

Leggi gli altri articoli di PuntoSicuro sui dispositivi di protezione individuale



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Rispondi Autore: Sergio Fumagalli - likes: 0
12/09/2018 (09:53:29)
Buongiorno,
vorrei sapere se, come per i DPI anticaduta, è necessario tenere un registro con indicati:
data di acquisto;
data di consegna/primo utilizzo;
riferimento dell'utilizzatore;
periodo entro il quale revisionare il prodotto;
certificazione del revisore;
periodo di vita del DPI;
ecc. ecc.
Ho scartabellato tra leggi, norme e schede tecniche ma non sono stato in grado di trovare risposte esaustive.
Inoltre, il personale formato, per le bonifiche amianto o lavori in ambienti confinati, è automaticamente formato all'utilizzo degli APVR oppure deve frequentare apposito corso?
Ringrazio per l'attenzione.
Rispondi Autore: Cardinale Angelo - likes: 0
20/10/2021 (23:45:24)
Per quante ore continuative può essere usata una maschera Abek?Molti dipendenti,nell' uso continuo spesso accusano forti nevralgie...
Autore: Guido_chimico
29/12/2021 (11:08:38)
La maschera con filtro ABEK deve essere indossata per tutta la durata dell'attività che può esporre il lavoratore a gas/vapori pericolosi non captati da sistemi di aspirazione. Il mal di testa potrebbe essere dovuto alla pressione esercitata dai tiranti sul capo e dalla maschera stessa sul viso. Molti DPI, purtroppo, per loro natura non sono "comodi", ma sono indispensabili per la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori. Fermo restando che sono l'ultima carta da giocare da parte del datore di lavoro per garantire condizioni di massima sicurezza per i lavoratori, dopo aver messo in atto tutte le possibili misure di prevenzione prima e di protezione collettiva dopo.

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