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Rischio chimico: malattie e infortuni nel comparto metalmeccanico

Rischio chimico: malattie e infortuni nel comparto metalmeccanico
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Interviste e inchieste

17/11/2017

Nel triennio 2013-2015 sono più di 2200 gli infortuni indennizzati nel comparto metalmeccanico che hanno a che fare con il rischio chimico. Ne parliamo con Emma Incocciati della Contarp dell’Inail.

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Documento di Valutazione del rischio chimico con MOVARISCH 2018 (Edizione 22/01/2016)

 

 

Modena, 17 Nov – Circa il 9% di tutte le aziende assicurate all’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (Inail), secondo alcuni dati del 2015, afferisce al comparto dell’industria metalmeccanica.  Un settore vastissimo che va dalla lavorazione dei metalli alla produzione di oggetti in metallo, dalla minuteria fino alla produzione di macchinari, mezzi di trasporto, trattori, aerei, navi, …

E chiaramente in un settore così vasto è necessario soffermarsi anche sulla tutela della salute e della sicurezza chimica dei lavoratori del comparto metalmeccanico, con “particolare attenzione alla consapevolezza che costruire sotto controllo ed in sicurezza, con sostanze di cui si conosce l’identità, significa corrispondentemente vivere in un ambiente di vita e di lavoro più sicuro e più sano per tutti”.

 

A raccontare in questi termini la necessità di conoscere e approfondire il rischio chimico nel comparto metalmeccanico è la presentazione di un convegno, che si è tenuto durante la manifestazione “ Ambiente Lavoro Convention” (Modena, 13/14 settembre 2017), dal titolo “REACH_METALMECCANICA - L’applicazione dei Regolamenti REACH e CLP nel comparto metalmeccanico: la comunicazione del pericolo e la valutazione del rischio chimico nei luoghi di lavoro”, organizzato da Inail, Regione Elia Romagna e Ausl di Modena.

 

E proprio per approfondire questa tematica, con riferimento anche alle difficoltà di molte aziende del settore di utilizzare le informazioni delle schede di sicurezza e di tradurre in azioni concrete di prevenzione gli adempimenti in materia di Regolamento REACH, abbiamo realizzato a Modena una breve intervista a Emma Incocciati (Contarp - INAIL) che al convegno presentava, insieme a Maria Rosaria Fizzano, una relazione dal titolo “Il ruolo dell’Inail nella gestione del rischio da agenti chimici nell’industria metalmeccanica”.

 

 

Perché è importante soffermarsi sulla tutela della salute e sicurezza in ambito metalmeccanico?

Riguardo all’esposizione ad agenti chimici quali sono le malattie professionali e la tipologia di infortuni più diffusi nel comparto?

Quali sono gli aspetti più rilevanti emersi nel convegno?

Riguardo al rischio chimico quali sono le difficoltà maggiori delle aziende metalmeccaniche?

 

E riguardo ai dati forniti nell’intervista si segnala che in relazione al contatto con sostanze pericolose (per via nasale, orale, per inalazione, attraverso pelle e occhi, attraverso il sistema digerente) “nell'ultimo triennio 2013-2015 sono stati indennizzati dall'Istituto assicuratore oltre 2200 infortuni” e “la maggior percentuale di questi oltre 2000 infortuni è attribuibile ad un contatto con un agente chimico per via dermica o attraverso gli occhi”.

 

Come sempre diamo ai nostri lettori la possibilità di seguire integralmente la video intervista e/o di leggerne una parziale trascrizione. Alla trascrizione abbiamo aggiunto due slide, tratte dalla relazione di Emma Incocciati, con alcuni dati relativi a infortuni e malattie professionali nel comparto metalmeccanico.

 

 

 

 

 

Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto

 

Lei ha partecipato al convegno con una relazione relativa al ruolo dell’Inail nella gestione del rischio da agenti chimici nell’industria metalmeccanica. E ha presentato anche alcune elaborazioni dei dati di malattie professionali e infortuni nel comparto della metalmeccanica…

 

Emma Incocciati: “Abbiamo presentato un contributo, in questa occasione, dedicato all'analisi dei dati infortunistico e tecnopatico del comparto nel triennio 2013-2015. E questo perché i dati che l'istituto assicuratore raccoglie e gestisce, ai fini statistici e informativi, hanno sicuramente una rilevanza nell'approccio alla gestione del rischio chimico in senso operativo. Quindi sia per mettere in atto delle azioni di ricerca, sia per favorire tutti i processi di innovazione tecnologica, …

Riteniamo che la conoscenza dei trend sugli infortuni e le malattie professionali sia una base conoscitiva fondamentale per il datore di lavoro per la gestione del rischio chimico”.

 

Un trend che si avvalso anche dei dati della banca dati statistica dell'Inail…

 

Emma Incocciati: “Sì, ci siamo rivolti alla consulenza statistico attuariale dell'Istituto e abbiamo chiesto alla consulenza di fare per noi una ricerca secondo criteri che facessero emergere il rischio chimico sia per ciò che riguarda gli infortuni e le malattie professionali. Certamente la base dati è quella degli archivi aggiornati a ottobre dello scorso anno, anche se abbiamo scelto un triennio di osservazione per il quale fosse possibile disporre di dati consolidati, quindi infortuni indennizzati e malattie professionali denunciate e all'istituto assicuratore”.

 

Veniamo ai dati. Cosa ci dicono questi dati riguardo a infortuni e malattie professionali nel comparto metalmeccanico in relazione al rischio chimico?

 

Emma Incocciati: “Siamo partiti per poter interrogare la banca dati, della consulenza statistico attuariale, dalla definizione del gruppo di tariffa, quindi dalla tariffa dei premi INAIL che suddivide le lavorazioni in 10 grandi gruppi, sulla base delle affinità, della omogeneità dei cicli di produzione.

Per ciò che riguarda gli infortuni la nostra indagine ha portato all'evidenza che nell'ultimo triennio 2013-2015 sono stati indennizzati dall'Istituto assicuratore oltre 2200 infortuni con una media di circa 760 infortuni l'anno e di questi quasi 200 sono infortuni gravi, cui corrisponde un numero di giorni di indennizzo superiore ai 40, e uno è un infortunio mortale. Questi eventi abbiamo poi cercato di studiarli, interrogando la banca dati, attraverso le variabili del sistema ESAW (sistema di codifica europeo che descrive le modalità di infortunio attraverso 8 variabili, ndr) che Inail adotta già dagli anni 90 e che permette di ricostruire cause e circostanze dell'infortunio. Questo proprio per poter fare un focus sugli infortuni di natura chimica”.

 

 

E cosa risulta da questa vostra analisi?

 

Emma Incocciati: “È risultato che molti di questi infortuni sono connessi ad un contatto attraverso la pelle e gli occhi. Quindi la maggior percentuale di questi oltre 2000 infortuni è attribuibile ad un contatto con un agente chimico per via dermica o attraverso gli occhi. E poi c'è una possibilità di infortunio anche per via inalatoria. Sicuramente per via ingestiva gli infortuni sono molto più esigui in numero.

 

È uscita anche come evidenza dello studio che molto spesso sono interessati da eventi lesivi i lavoratori che svolgono la mansione di carpentiere in ferro, secondo la classifica che dà Istat di questa mansione. E questo è compatibile con la produzione italiana che è soprattutto produzione della metallurgia, cosiddetta secondaria, cioè i processi di rifusione a partire da rottami e quindi la produzione di semilavorati a partire da processi di rifusione.

Altre evidenze riguardano la prevalenza degli infortuni in ambienti di laboratorio e officina, piuttosto che in altri ambienti di lavoro tipo aree adibite a magazzino o altro, …”.

 

(…)

 

Approfondiamo anche il tema delle malattie professionali del comparto in relazione agli agenti causali…

 

Emma Incocciati: “Abbiamo scelto di interrogare in questo caso la banca dati utilizzando il criterio della ricerca per codice nosologico M che, insieme all'agente causale, ci ha permesso di discriminare le patologie correlate all'esposizione ad agenti chimici. Ed è emerso che nello stesso triennio di osservazione, che era il focus dello studio per gli infortuni, sono state denunciate all’Istituto assicurativo più di 9000 patologie. Di queste alcune tabellate, ossia per le quali c'è un riconoscimento sancito da una serie di tabelle che il legislatore redige e aggiorna periodicamente, e un numero congruo comunque anche di malattie non tabellate, per le quali l'onere della prova è a carico del lavoratore e quindi anche l'indennizzo da parte di Inail è subordinato alla dimostrazione che la causa della patologia è di tipo lavorativo”.

 

 

Le principali evidenze sono il fatto che il comparto registra un elevatissimo numero di patologie delle vie aeree di gravità variabile: più del 70% delle oltre 9000 malattie denunciate sono malattie dell'apparato respiratorio. Si va dalle semplici asme o le bronchiti fino ai tumori della pleura e a patologie tumorali, diciamo molto serie. (…) Un elevato numero conduce anche alla morte del tecnopatico, quindi oltre 2000 sono le patologie alle quali è seguito un decesso dell'assicurato.

Per quello che riguarda gli agenti causali, di cui mi chiedeva, prevalgono su tutto le esposizioni ad amianto e ai materiali contenenti amianto. Ma anche significative sono le esposizioni agli idrocarburi policiclici aromatici, a classi di composti che rientrano nel calderone delle colle, vernici, prodotti per la galvanizzazione, …. E poi ci sono anche delle esposizioni al cromo e a prodotti del cromo”.



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Rispondi Autore: Ida ingenito - likes: 0
09/11/2019 (21:49:13)
Buona sera. Desidero sapere cortesemente chi risarcisce gli eredi del lavoratore vittima di malattia professionale(pesticidi) con conseguente morte. In quale misura concorrono l'Inail e il datore di lavoro per tale risarcimento e contro chi intentare la causa? Ringrazio anticipatamente e porgo cordiali saluti Ida Ingenito

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