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Orientamento nello spazio come fattore di sicurezza

Orientamento nello spazio come fattore di sicurezza
Antonio Zuliani

Autore: Antonio Zuliani

Categoria: Soft skills

16/02/2021

L'importanza della capacità di orientarsi collocandosi in modo efficace all'interno dello spazio circostante e il rapporto con la sicurezza alla guida e sul lavoro.

Una delle caratteristiche in grado di rendere più sicura la guida di un veicolo sta nella capacità di orientarsi nello spazio collocandosi in modo efficace all'interno dello spazio circostante. Ce ne occupiamo perché può avere delle ricadute significative anche sul tema della sicurezza sul lavoro non solo in termini di minor abilità di guida, ma anche in minore capacità di percepire gestire la propria presenza nello spazio all'interno di un'azienda.
 
Per orientarsi si possono utilizzare diverse strategie. La principale è di ricordare una strada già percorsa, aiutandosi con quelli che vengono chiamati landmark (ovvero punti di riferimento vistosi come può essere un campanile, un grande albero o un edificio caratteristico).
Infatti, quando si pianifica un percorso pensiamo a frasi del tipo "al terzo semaforo giro a destra", oppure "quando vedo un'insegna luminosa so di essere arrivato". Di fatto, per spostarsi lungo un percorso, si utilizzano questi punti di riferimento dando molta meno importanza alla distanza che ci sono tra l'uno e all'altro.
 

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Orientamento e genere
In buona sostanza nella mente si costruisce una sorta di mappa mentale ricorrendo a ricordi e impressioni recuperate da un percorso già noto.
A differenza di una carta stradale, però, questa mappa cognitiva non è la copia esatta dell'ambiente e può risultare particolareggiata se fa riferimento a un percorso molto noto (ad esempio quello tradizionalmente fatto tra casa e luogo di lavoro) o molto sfumata quando si fa riferimento a un percorso poco conosciuto.
 
Quando si parla di questa capacità di orientamento nello spazio occorre ricordare che non è una capacità innata ma che viene sviluppata attraverso le esperienze che vengono condotte fin dalla più tenera età.
 
Sembra che gli uomini e le donne utilizzino strategie diverse per orientarsi nello spazio, così sembra che le donne dimostrino un senso dell'orientamento peggiore rispetto agli uomini quando devono stimare la direzione in cui si trova un landmark rispetto a una posizione generica. Mentre sembrano molto più brave a ricordare le posizioni reciproche tra landmark significativi (ad esempio un negozio di alimentari rispetto all’ufficio postale). Ancora, altri studi tendono a mostrare che le donne sono meno accurate degli uomini nell'eseguire schizzi del luogo e sanno orientarsi meno in base alla carta stradale.
 
Si tratta però di studi in continua evoluzione perché come detto queste capacità si sviluppano con l'esperienza che ogni individuo, fin da piccolo, matura rispetto all'orientamento spaziale.
Certamente una società nella quale i bambini sono meno spinti a orientarsi nello spazio della città perché continuamente accompagnati dall'automobile dei genitori può far pensare, in prospettiva, al fatto che avremo a che fare con generazioni sempre meno abili nel orientarsi nello spazio.
 
L’uso del navigatore
Dal punto di vista dell'orientamento stradale questa capacità sembra essere supportata, se non del tutto sostituita, dall'utilizzo dei navigatori ai quali si affida la pianificazione e la gestione del muoversi lungo le strade.
 
Una domanda interessante è se l'uso dei navigatori satellitari influisca sullo sviluppo delle capacità di orientarsi nello spazio. Ciò che sembra risultare dalle prime ricerche in questo settore indicherebbero che il navigatore satellitare non influisce negativamente sull'apprendimento spaziale, ma che ciò che appare sul display può influire su un rapporto immediato con lo spazio circostante e quindi con una maggiore o minore correttezza dello stile di guida. Ad esempio, l'orientamento egocentrico del monitor sembra un aspetto positivo (per orientamento egocentrico si intende quello che pone al centro dello schermo la posizione del mezzo e verso l'alto la direzione da percorrere). D'altra parte questa soluzione che migliora l'efficienza della guida immediata sembra rendere meno efficace il ricordo rispetto a tutto l'ambiente circostante che si attraversa durante il percorso.
Con tutta probabilità non esiste la scelta ideale di display, ma ogni guidatore dovrebbe utilizzare, tra quelle possibili, quella che più si avvicina all'organizzazione della propria mappa mentale.
 
Antonio Zuliani
 
Fonte: PDE, n. 55




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