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Infortuni e malattie professionali del primo semestre 2020

Infortuni e malattie professionali del primo semestre 2020
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Dati e statistiche

07/08/2020

Disponibili gli open data di INAIL con le denunce di infortunio (-24,4%), di cui 570 delle quali con esito mortale (+18,3%), e le malattie professionali (-37,6%). I dati di quest’anno sono fortemente influenzati dall’emergenza Coronavirus.

Nella sezione “Open data” del sito Inail sono disponibili i dati analitici delle denunce di infortunio – nel complesso e con esito mortale – e di malattia professionale presentate all’Istituto entro il mese di giugno. Nella stessa sezione sono pubblicate anche le tabelle del “modello di lettura” con i confronti “di mese” (giugno 2019 vs giugno 2020) e “di periodo” (gennaio-giugno 2019 vs gennaio-giugno 2020).

Gli open data pubblicati sono provvisori e il loro confronto richiede cautele, in particolare rispetto all’andamento degli infortuni con esito mortale, soggetti all’effetto distorsivo di “punte occasionali” e dei tempi di trattazione delle pratiche. Per quantificare il fenomeno, comprensivo anche dei casi accertati positivamente dall’Istituto, sarà quindi necessario attendere il consolidamento dei dati dell’intero 2020, con la conclusione dell’iter amministrativo e sanitario relativo a ogni denuncia.

Nel numero complessivo degli infortuni sono comprese anche le comunicazioni obbligatorie effettuate ai soli fini statistici e informativi da tutti i datori di lavoro e i loro intermediari, compresi i datori di lavoro privati di lavoratori assicurati presso altri enti o con polizze private, degli infortuni che comportano un’assenza dal lavoro di almeno un giorno, escluso quello dell’evento.

Il confronto tra i primi sei mesi del 2020 e del 2019 è da ritenersi poco significativo, essenzialmente per due motivi: la sospensione su tutto il territorio nazionale, a partire da marzo, di ogni attività produttiva considerata non necessaria, che si sta rivelando determinante per il calo delle denunce d’infortunio in complesso, e l’inclusione, a partire dalla rilevazione dello stesso mese, delle denunce di infortunio relative alle infezioni da Covid-19 avvenute nell’ambiente di lavoro o a causa dello svolgimento dell’attività lavorativa e in itinere, alle quali sono dedicati specifici comunicati, che sta avendo un impatto significativo nell’aumento dei decessi registrati in questa prima parte dell’anno, i cui effetti si potranno però valutare solo a consolidamento nei prossimi mesi.
  

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DENUNCE DI INFORTUNIO

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Inail entro lo scorso mese di giugno sono state 244.896, in diminuzione di circa 79mila casi rispetto alle 323.831 del primo semestre 2019 (-24,4%). Questa diminuzione è influenzata in particolare dal sostenuto calo delle denunce registrate tra marzo e giugno, che sono state 75mila in meno rispetto al quadrimestre marzo-giugno 2019 (-34,5%), a causa soprattutto dello stop forzato tra marzo e maggio di ogni attività produttiva considerata non essenziale per il contenimento dell’epidemia da nuovo Coronavirus e delle difficoltà incontrate dalle imprese nel riprendere la produzione a pieno regime nel periodo post-lockdown, dall’inizio di giugno.

I dati rilevati al 30 giugno di ciascun anno evidenziano a livello nazionale un decremento sia dei casi avvenuti in occasione di lavoro, passati da 276.043 a 217.695 (-21,1%), sia di quelli in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il luogo di lavoro, che hanno fatto registrare un calo del 43,1%, da 47.788 a 27.201. Il confronto tra il quadrimestre marzo-giugno 2020 e l’analogo quadrimestre del 2019 documenta come le diminuzioni siano molto più marcate, pari rispettivamente al -30,0% e al -62,6%.

Il numero degli infortuni sul lavoro denunciati nei primi sei mesi del 2020 è diminuito del 14,2% nella gestione Industria e servizi (dai 243.591 casi del 2019 ai 209.118 del 2020), del 23,1% in Agricoltura (da 15.694 a 12.068) e del 63,3% nel conto Stato (da 64.546 a 23.710). Per quest’ultima gestione, in particolare, si è registrato tra marzo e giugno un crollo delle denunce, dalle oltre 41mila del 2019 alle circa 2.600 del 2020 (-93,6%), per effetto dell’utilizzo della prestazione lavorativa in modalità agile da parte della quasi totalità dei dipendenti statali e dell’assenza degli studenti nelle scuole/università statali, che sono state chiuse per evitare il propagarsi del contagio. Anche le gestioni Industria e servizi e Agricoltura hanno registrato diminuzioni più sostenute, se riferite al quadrimestre marzo-giugno (-19,8% e -33,8% rispettivamente).

In controtendenza rispetto all’andamento degli altri settori economici, il settore Ateco “Sanità e assistenza sociale” ha registrato un forte incremento delle denunce di infortunio in occasione di lavoro: +171% su base semestrale (da 13mila a 35mila casi) e +255% su base quadrimestrale (marzo-giugno 2020 vs marzo-giugno 2019), passando dagli oltre 8.500 casi registrati nel periodo marzo-giugno 2019 agli oltre 30mila del quadrimestre marzo-giugno 2020 (oltre tre denunce su quattro riguardano il contagio da Covid-19), con un aumento di quasi il 500% nel solo bimestre marzo-aprile 2020/2019.

Nel primo semestre di quest’anno l’analisi territoriale evidenzia un calo delle denunce di infortunio in tutte le aree del Paese. Questa flessione risulta essere decisamente più contenuta nel Nord-Ovest (-13,5%) e più accentuata nel Nord-Est (-26,5%), al Centro (-29,9%), al Sud (-33,0%) e nelle Isole (-30,9%). Se si limita il confronto al solo quadrimestre marzo-giugno, i cali registrati nelle singole ripartizioni geografiche sono più evidenti: -18,5% per il Nord-Ovest, -37% circa per il Nord-Est e oltre il -43% per Centro, Sud e Isole.

La flessione che emerge dal confronto dei primi sei mesi del 2019 e del 2020 è legata soprattutto alla componente maschile, che registra un calo del 30,7% (da 206.010 a 142.774 denunce), mentre per quella femminile si attesta al -13,3% (da 117.821 a 102.122). Nei mesi di marzo-giugno, in particolare, rispetto allo stesso quadrimestre dell’anno precedente le denunce si sono quasi dimezzate per i lavoratori (-44,1%) e sono diminuite del 17,2% per le lavoratrici.
Tra gennaio e giugno la diminuzione ha interessato sia i lavoratori italiani (-25,4%), sia quelli comunitari (-14,0%) ed extracomunitari (-20,8%), con cali percentuali più sostenuti se limitati al confronto del solo quadrimestre marzo-giugno.
Dall’analisi per classi di età emergono decrementi generalizzati in tutte le fasce, ma più contenute per i lavoratori tra i 45-64 anni.
 

CASI MORTALI

Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto nel primo semestre 2020 sono state 570. Pur nella provvisorietà dei numeri, questo dato evidenzia un aumento di 88 casi rispetto ai 482 registrati nello stesso periodo del 2019 (+18,3%). L’incremento è influenzato dal numero dei decessi avvenuti e protocollati al 30 giugno 2020 a causa dell’infezione da Covid-19 in ambito lavorativo.

A livello nazionale, rispetto al primo semestre dell’anno scorso si registra solo una riduzione degli infortuni mortali in itinere, che sono passati da 144 a 85 (-41,0%), mentre quelli avvenuti in occasione di lavoro sono aumentati da 338 a 485 (+43,5%). L’incremento ha riguardato la gestione Industria e servizi (da 409 a 505 denunce) e il conto Stato (da 8 a 24), mentre l’Agricoltura ha registrato 24 casi in meno (da 65 a 41).

Al 30 giugno di quest’anno risultano quattro incidenti plurimi avvenuti nei primi sei mesi, per un totale di otto decessi: il primo in gennaio, costato la vita a due lavoratori vittime di un incidente stradale a Grosseto, il secondo in febbraio, con due macchinisti morti nel deragliamento ferroviario avvenuto in provincia di Lodi, il terzo in marzo, con due vittime in un incidente stradale in provincia di Torino e l’ultimo in giugno, con due operai travolti dal crollo di un muro a Napoli. Lo scorso anno, invece, gli incidenti plurimi avvenuti tra gennaio e giugno erano stati nove, con 18 casi mortali denunciati (16 dei quali stradali).

Dall’analisi territoriale emerge una diminuzione di tre casi mortali al Centro (da 104 a 101) e di 14 nelle Isole (da 48 a 34). Il Nord-Ovest si contraddistingue, invece, per un incremento di 90 casi mortali (da 123 a 213), complici soprattutto gli aumenti di Lombardia (+73) e Piemonte (+12). Anche il Sud registra 13 casi mortali in più (da 102 a 115) e il Nord-Est due in più (da 105 a 107).

L’incremento rilevato nel confronto tra i primi sei mesi del 2020 e del 2019 è legato soprattutto alla componente maschile, i cui casi mortali denunciati sono passati da 441 a 510 (+69 decessi), mentre quella femminile ha fatto registrare 19 casi in più, da 41 a 60. In aumento le denunce di infortunio mortale dei lavoratori italiani (da 391 a 485), in calo quelle dei lavoratori extracomunitari (da 58 a 53) e comunitari (da 33 a 32).

Dall’analisi per fasce d’età si contraddistinguono per un aumento dei decessi quelle degli over 55, rispetto alla diminuzione registrata nelle altre.
 

DENUNCE DI MALATTIA PROFESSIONALE

Le denunce di malattia professionale protocollate dall’Inail nel primo semestre 2020 sono state 20.337, 12.238 in meno rispetto allo stesso periodo del 2019 (-37,6%). Anche in questo caso a influenzare la flessione è il numero più contenuto delle denunce presentate tra marzo e giugno 2020, in riduzione del 57% rispetto allo stesso quadrimestre del 2019.
Nei primi sei mesi del 2020 si sono registrate diminuzioni delle denunce nell’Industria e servizi (-35,3%, da 25.767 a 16.676 casi), in Agricoltura (-46,7%, da 6.462 a 3.442) e nel conto Stato (-36,7%, da 346 a 219). Dall’analisi territoriale dei dati emergono cali delle patologie denunciate nel Nord-Ovest (-50,1%), nel Nord-Est (-41,5%), al Centro (-33,2%), al Sud (-40,7%) e nelle Isole (-21,8%).

In ottica di genere si rilevano 8.791 denunce di malattia professionale in meno per i lavoratori, da 23.710 a 14.919 (-37,1%), e 3.447 in meno per le lavoratrici, da 8.865 a 5.418 (-38,9%). Il decremento ha interessato sia le denunce dei lavoratori italiani (passate da 30.306 a 18.910, pari a un calo del 37,6%), sia quelle dei lavoratori comunitari (da 766 a 478, -37,6%) ed extracomunitari (da 1.503 a 949, -36,9%).

Le prime tre malattie professionali denunciate tra gennaio e giugno di quest’anno continuano a essere, nell’ordine, le patologie del sistema osteo-muscolare e del tessuto connettivo, del sistema nervoso e quelle dell’orecchio, seguite dalle malattie del sistema respiratorio e dai tumori. Tutte registrano diminuzioni nei periodi in esame.
 
 

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PUBBLICATO IL NUOVO BOLLETTINO TRIMESTRALE

In concomitanza con la pubblicazione degli open data Inail del primo semestre 2020, sul sito dell’Istituto è disponibile anche il nuovo bollettino trimestrale sulle denunce di infortunio e malattie professionali, che esamina l’andamento del fenomeno infortunistico e tecnopatico rilevato tra gennaio e giugno, confrontato con l’analogo periodo del 2019. Il bollettino – corredato da glossario, nota metodologica, grafici e tabelle – analizza in particolare l’andamento delle denunce di infortunio nel complesso e con esito mortale per genere, regione e modalità di accadimento, mentre il trend delle denunce di malattia professionale è declinato per genere e regione.

 

  • Open data

    Nell'ambito del processo di valorizzazione del proprio patrimonio informativo, l'Inail mette a disposizione dei cittadini un set di dati pubblici, in formato aperto e senza restrizioni per il riutilizzo.

  • Bollettino trimestrale

    Il Bollettino trimestrale dell’Inail contiene informazioni riferite al numero delle denunce di infortunio e malattie professionali. I dati esposti non sono definitivi in quanto soggetti a consolidamento in esito alla definizione amministrativa dei singoli casi.

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Fonte: INAIL


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Rispondi Autore: DONATO ERAMO - likes: 0
08/08/2020 (13:40:16)
L'INAIL nel confronto tra i primi sei mesi del 2020 e del 2019 relativo soprattutto agli infortuni, alle malattie professionali e agli infortuni mortali occorsi, dovrebbe tenere conto delle principali modalità di lavoro che hanno sostituito il lavoro nelle aziende per la produzione di beni e servizi. Principalmente riguarda lo Smart Working, il Telelavoro, l'Home Working ed altre modalità di lavoro in remoto che il lockdown ha, in certo qual modo, "costretto" ad adottare. Dovrebbe essere evidenziato quindi dall'INAIL tutto il fenomeno infortunistico occorso soprattutto negli ambienti domestici ed extra domestici e accertare se non vi sono state mancate denunce da parte dei lavoratori per le "pressioni" che il sistema di organizzazione e gestione necessariamente ha messo in atto per fare fronte ad un fenomeno mai accaduto prima.

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