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“Articolo 19” n. 5/2014: valutazione del rischio da infortuni stradali

“Articolo 19” n. 5/2014: valutazione del rischio da infortuni stradali
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Rischio stradale, itinere

19/01/2015

Disponibile online il numero di settembre/ottobre 2014 di "Articolo 19", bollettino di informazione e comunicazione per la rete di RLS, che analizza il rischio da infortuni stradali.

Bologna, 19 Gen - Pubblichiamo un articolo tratto da  “ Articolo 19” n. 05/2014, bollettino di informazione e comunicazione per la rete di RLS delle aziende della Provincia di Bologna realizzato dal  SIRS  (Servizio Informativo per i Rappresentanti dei lavoratori per la Sicurezza) con la collaborazione di vari soggetti istituzionali provinciali (Provincia di Bologna, AUSL, INAIL, DPL, organizzazioni sindacali, ...).

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Infortuni stradali: un rischio da attenzionare
di Giorgio Ghedini e Sandro Vedovi
 
Nel 2013 l’INAIL ha registrato 694.648 denunce, con 457.000 feriti e 660 casi mortali. Più del 18% degli infortuni riconosciuti sono avvenuti “fuori dall’azienda”, cioè “con mezzo di trasporto” o nel percorso casa-lavoro-casa (ovvero “ in itinere”) ma la stessa percentuale sale fino a quasi il 57% nel caso degli incidenti che hanno avuto un esito mortale. Sul totale degli infortuni mortali (660), 376 sono avvenuti “fuori dall’azienda”.
 
Il rischio non riguarda solo coloro che usano i mezzi pesanti trasporto merci o persone, ma i dati evidenziano che tutti coloro che usano veicoli (scooter, auto, furgoni , etc.) su strada hanno un esposizione al rischio elevatissima, in particolare le imprese del settore dei servizi e del terziario, hanno pochi incidenti in azienda ma molti negli spostamenti, superando spesso l’80% del numero degli infortuni complessivi denunciati (professionale + itinere).
 
La probabilità media di morte per ogni ora dedicata agli spostamenti su strada è fra le 20 e le 30 volte superiore a quella che si registra mediamente in un’ora trascorsa sul posto di lavoro. Dati questi che ci fanno dire che è necessario attenzionare il rischio stradale. Il trasporto stradale è uno dei settori più pericolosi anche nella UE. Le vittime degli incidenti stradali sono all’incirca 10.000 l’anno.
 
Queste cifre comprendono in media 1.300 conducenti di autobus, pullman, veicoli per il trasporto di merci pesanti e furgoni leggeri. Per ridurre il numero degli infortuni sul lavoro diventa fondamentale intervenire sugli incidenti stradali, ben sapendo che non è possibile esercitare sui veicoli che si muovono fuori dell’azienda lo stesso controllo che può avvenire all’interno del luogo di lavoro. Uomo, mezzo ed infrastruttura sono tre elementi che si intrecciano e non sono facilmente governabili.
 
È necessaria un’efficace tutela mirata ai rischi professionali in accordo con il D.L. 81/2008 in modo da eliminare, minimizzare o controllare i rischi individuali al fine di evitare e prevenire gli effetti da essi derivanti.
 
Molti incidenti stradali possono essere prevenuti semplicemente analizzando le dinamiche effettive del settore, identificandone i rischi e prendendo le necessarie misure pratiche. La strada deve essere considerata un luogo di lavoro e il veicolo l’ attrezzatura di lavoro.
 
L’approccio da avere con questa tipologia di infortuni deve essere uguale a quello previsto per gli altri rischi, prevedendone la valutazione e realizzando un piano preventivo per la sicurezza stradale e la salute in cui vengano presi in considerazione anche i veicoli e il loro equipaggiamento, la pianificazione delle operazioni, lo stress a cui è sottoposto il personale, le operazioni di carico e scarico.
 
Per analizzare al meglio il problema e trovare le soluzioni adeguate proponiamo alcuni punti su cui porre l’attenzione e a cui trovare delle risposte.
 
a) Valutazione del rischio stradale. All’interno del documento di valutazione dei rischi è data attenzione e spazio a ciò che avviene fuori dall’azienda.
 
b) Identificazione dei pericoli. Conoscendo i pericoli è possibile limitarli. - Stima dell’entità delle esposizioni - Stima della gravità degli effetti che ne possono derivare - Stima della probabilità che tali effetti si manifestino - Identificazione e valutazione del rischio - Definizione di un piano per la messa in atto delle misure individuate - Verifica dell’idoneità delle misure in atto
 
c) Programma di informazione ed aggiornamento per quei lavoratori che utilizzano veicoli per lavoro, ad integrazione degli obblighi di legge (CQC, patentini, ADR). Una sensibilizzazione e formazione, al di là degli obblighi previsti dal Codice della Strada, aiuta a comprendere quanto possano incidere sulla buona guida fattori come lo stress psicofisico collegato al traffico, lo scarso riposo, i disturbi del sonno, una scorretta alimentazione, l’assunzione di sostanze e farmaci, i disturbi della vista.
 
d) Presenza di un registro all’interno del quale annotare tutti gli incidenti stradali con la relativa dinamica. Questi possono essere analizzati in modo che sia possibile stabilire quale sia la migliore azione da intraprendere per evitare che si ripetano.
 
e) Per le aziende che hanno una propria flotta, la presenza di una figura di riferimento o un registro per segnalare le anomalie tecniche dei veicoli.
 
f) Per le aziende che hanno una propria flotta, la presenza di una scheda di manutenzione del mezzo.
 
g) Per le aziende che effettuano trasporto di merce, la presenza di procedure per la corretta movimentazione dei carichi.
 
h) Per le aziende che effettuano trasporto di merce, documenti che regolamentano la cooperazione con altri soggetti (clienti, subcontraenti presso cui le merci vengono ritirate o a cui vengono consegnate).
 
 

 
 
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Rispondi Autore: marco cassandra - likes: 0
19/01/2015 (08:34:06)
in breve, ma l'argomento andrebbe sicuramente approfondito; altro rischio è la tempistica nei tempi di consegna, molti datori di lavoro richiedono ai lavoratori tempi di consegna rapidi,le segnalazioni di anomalie sui mezzi sono disattese.I controlli di revisione sui mezzi sono fasulli e i lavoratori per rispettare i tempi di consegna violano continuamente il codice della strada.
Rispondi Autore: carmelo catanosoo - likes: 0
19/01/2015 (09:49:10)
E' il solito vizietto all'italiana.

I dati presentati, non devono farci pensare che le cause del problema siano da ricercare solo nei comportamenti pericolosi alla guida, nello stato dei veicoli e delle nostre strade.

Certamente, è innegabile, che i comportamenti alla guida e la manutenzione dei veicoli possono essere nettamente migliorati ma, quel che spesso si dimentica, quando ci si concentra sugli effetti (incidenti/infortuni), è l'analisi di quali siano, a monte, le condizioni organizzative aziendali in cui questi eventi si verificano.

Ad esempio, se un venditore dipendente di un'azienda, fosse obbligato per raggiungere il target di vendite assegnatogli, a visitare giornalmente un numero elevato di clienti spostandosi con un veicolo e, spesso, andando ben oltre le otto ore giornaliere, certo è che, in questa situazione, lo stress psicofisico, derivante dal carico di lavoro e dall’ambiente in cui questo carico viene sopportato, condizionerebbe significativamente in modo negativo, il suo comportamento di guida, facendolo divenire soggetto più esposto al rischio d'incidente stradale.

Pertanto, visto che dalle statistiche INAIL, non è possibile far emergere queste situazioni (dovrebbero essere le aziende ad effettuare un'analisi seria ed approfondita), bisogna essere molto ma molto cauti nell'attribuire allo stato di manutenzione dei veicoli ed ai comportamenti dei singoli guidatori, ecc., le cause primarie di oltre il 50% degli infortuni mortali sul lavoro in modo tale da non commettere così il solito errore di concentrarsi unicamente su un obiettivo e perdendone di vista altri che hanno peso pari o addirittura superiore nella genesi degli eventi.
Rispondi Autore: Ester Magarotto - likes: 0
26/01/2015 (08:49:23)
Buongiorno,
mi inserisco anch'io nella discussione in quanto nel mio passato lavorativo ho avuto un'esperienza che può essere collegata.
Lavoravo negli anni 90 con un Organismo di Certificazione di Sistemi Qualità, leader a livello internazionale. Il lavoro consisteva nello svolgere, in team o da sola, audit ad aziende di settori vari che richiedevano volontariamente la certificazione Iso 9000 o la marcatura CE dei Dispositivi Medici di propria produzione. Questo richiedeva continui spostamenti a livello nazionale, svolti principalmente con la mia automobile, che si aggiungevano al lavoro in senso stretto, già di per sé abbastanza intenso dal punto di vista psicologico in quanto prevede di fare valutazioni di conformità su di una azienda che vede l'obiettivo della certificazione come primario. La pianificazione logistica fatta dagli uffici centrali dell'Ente non teneva in minimo conto la fatica dei valutatori, specie quelli dipendenti, ma solo la necessità dell'azienda di eseguire il più alto numero possibile di visite e quindi il fatturato aziendale. Dopo un anno di questo lavoro, posso dire che ormai ero entrata in una spirale e mi sentivo prostrata sia fisicamente che psichicamente, ciò nonostante non trovavo la forza di rinunciare a qualche commessa che mi veniva affidata. Dunque, il 9/6/1999, mi stavo recando in Abruzzo per un audit e viaggiavo sulla A14: per un colpo di sonno tamponai un camion furgonato fermo in corsia di sorpasso. Ferite in tutto il tronco, braccio destro leso a livello di articolazione, frattura doppia a mandibola, frattura dello zigomo e piano orbitale destro. Vi lascio immaginare com'ero ridotta.Operata all'ospedale di Rimini, mi sono ripresa in 7 mesi di convalescenza.L'Ente per il quale dipendevo fece anche pressioni per non riconoscermi l'infortunio in itinere....!!!! Un'esperienza umana che è stata molto importante per me, e che mi ha insegnato che si deve opporsi alle richieste eccessive in ambito lavorativo, perché il lavoro non vale mai la nostra vita e la nostra tranquillità.....

Spero il mio racconto sia utile ad altre persone!!!

Un saluto

Ester Magarotto
Rispondi Autore: Carlo Grolli - likes: 0
29/05/2015 (12:13:46)
Buongiorno,
la tematica del rischio derivante dalla guida di un'automezzo coinvolge moltissimi lavoratori di molti settori. Non si possono ridurre le misure di prevenzione e protezione alla sola manutenzione dei mezzi o a corsi di guida sicura. I fattori che espongono a questo rischio sono di tipo organizzativo e relativi al raggiungimento dei risultati richiesti al lavoratore, ritmo e carico di lavoro, come ben hanno raccontato le esperienze di Carmelo ed Ester.
Come consulente per la sicurezza per varie organizzazioni, ho sempre fatto presente tale rischio quando era presente (dalla multinazionale con centinai di agenti di commercio in giro per l'Italia alla pizzeria con consegna a domicilio), inquadrando tale rischio all'interno della valutazione del rischio stress lavoro correlato. Infatti, fattori organizzativi relativi al carico e all'orario di lavoro o relativi agli obiettivi assegnati al lavoratore (da considerare nella valutazione SLC), possono aumentare l'esposizione al rischio derivante dalla guida di un'automezzo.

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