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Prevenzione dei rischi da esposizione ad apparecchiature per abbronzatura

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Rischi fisici

14/11/2003

Dalla Regione Lombardia una pubblicazione sulle problematiche connesse all'impiego di apparecchiature UV e sulle misure di prevenzione e sicurezza da adottare.

L’utilizzo di apparecchiature per abbronzatura, che emettono radiazioni ultraviolette (UV), non è privo di rischi per gli occhi e per la pelle sia di coloro che si sottopongono a questi trattamenti estetici , sia di chi nei centri estetici lavora.

Nei centri estetici l'uso di apparecchiature UV per abbronzatura deve, quindi, avvenire garantendo la tutela delle estetiste che le impiegano e quella delle persone che vi si sottopongono, dopo adeguata informazione sui rischi rispettivamente connessi.

A tale riguardo la Regione Lombardia ha realizzato una pubblicazione sulla prevenzione dei rischi da esposizione a sorgenti artificiali di radiazione ultravioletta in ambito estetico, analizzando le problematiche connesse all'impiego di apparecchiature UV e le misure di prevenzione e sicurezza da adottare.

Il tema della sicurezza nei centri estetici era stato già affrontato dalla Regione nelle "Linee guida per l'aggiornamento e la regolamentazione delle attività delle estetiste", nelle quali si indica, tra l’altro, che è necessario informare preventivamente le persone dei rischi potenzialmente connessi all'esposizione ad UV e delle relative controindicazioni ed attivare un sistema di controllo e registrazione della “dose” di radiazione somministrata all'utente.

L’effetto dell’esposizione a UV è fortemente dipendente dalla tipologia del soggetto, e in particolare, per quanto riguarda la cute, dal cosiddetto fototipo. Inoltre varia anche in funzione delle modalità di esposizione.
L’azione dannosa della radiazione UV sulla cute può essere amplificata dalla presenza di agenti fotosensibilizzanti (farmaci, cosmetici, ecc).

I danni principali per la cute possono essere l’eritema, l’ustione, l’invecchiamento precoce, l’induzione di tumori cutanei.
Per gli occhi i danni possibili sono rappresentati da cataratta, congiuntiviti, fotocheratiti, fotoretiniti, pterigio.

Nella pubblicazione della Regione Lombardia si rileva che l’ICNIRP (International Commission on Non-Ionizing Radiation Protection), organismo scientifico internazionale in materia di rischi da radiazioni non ionizzanti, nel recente documento "Health issues of ultraviolet tanning appliances used for cosmetic purposes", ha fornito raccomandazioni per limitare l’uso estetico di apparecchiature emittenti radiazione UV e per minimizzare i rischi dell’esposizione ai fini di abbronzatura.

“In tale documento si esaminano gli effetti sanitari negativi potenzialmente indotti dalla esposizione alle apparecchiature UV per abbronzatura, si afferma che l'esposizione a tali apparecchiature potrebbe aumentare il rischio di tumori della pelle, in particolar modo per certi gruppi di persone, e pertanto si sconsiglia in generale l’utilizzo di apparecchiature emittenti radiazioni UV per abbronzatura o altri scopi non medici.

Alcuni gruppi di persone hanno un rischio particolarmente elevato di effetti sanitari dannosi come conseguenza dell’esposizione a UV, e perciò nel documento si afferma che dovrebbe essere loro particolarmente raccomandato di evitare l’uso di apparecchiature abbronzanti; si tratta di:
-persone con pelle del fototipo I o II
-bambini e soggetti con meno di 18 anni
-persone con un alto numero di nevi
-persone con tendenza a diventare lentigginose
-persone con una storia di frequenti scottature nell’infanzia
-persone che abbiano lesioni cutanee maligne o pre-maligne
-persone con la pelle danneggiata dal sole
-persone truccate: i cosmetici possono acuire la loro sensibilità all’esposizione di UV
-persone che fanno uso di farmaci sia topici che sistemici: in questo caso devono chiedere consiglio al loro medico per verificare se il farmaco possa causare ipersensibilità alla radiazione UV.”

Le estetiste devono essere informate e formate sui rischi derivanti dall’impiego di radiazioni UV sia per la loro salute e sia di quella delle persone che si sottopongono ai trattamenti, al fine di acquisire comportamenti sicuri nella gestione delle apparecchiature e dei dispositivi di protezione individuale (DPI).
I DPI per gli occhi (normalmente occhiali in grado di filtrare adeguatamente la radiazione UV e costruiti secondo norme tecniche specifiche) e quelli per la pelle (indumenti di materiale idoneo) sono in genere sufficienti ad eliminare i pericoli più importanti.
Le estetiste devono essere inoltre in grado di utilizzare correttamente le apparecchiature e di fornire adeguate informazioni alle persone che vi si espongono.

Per la prevenzione dei rischi è inoltre importante che le apparecchiature abbiano determinate caratteristiche e che le estetiste ne conoscano le prestazioni di funzionamento, che si rispettino precisi criteri nell’uso dei dispositivi di protezione individuali (D.P.I.) e che sia verificata l’efficienza dei sistemi di segnalazione e sicurezza.

Sono inoltre forniti alcuni consigli alle estetiste. Ad esempio, poiché la sensibilità individuale è molto varia, è consigliabile limitare la durata della prima seduta a circa la metà di una seduta normale, in modo da stabilire la risposta cutanea del soggetto. Se dopo la prima seduta si verifica qualsiasi reazione negativa deve essere scoraggiato un successivo utilizzo dell’apparecchiatura.

Non devono essere usati sulle persone prodotti topici o sistemici per “favorire” l’abbronzatura e deve essere raccomandato ai soggetti stessi di non usare cosmetici e profumi prima dei trattamenti; deve essere raccomandato alle persone, nel caso assumano farmaci, di verificare con il proprio medico se esistano controindicazioni all'esposizione.

Il documento.
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Rispondi Autore: mario cattozzo - likes: 0
23/05/2019 (16:42:49)
per i portatori di "pacemaker" non dovreb-
bero esserci alcuni parametri per contene-
re le radiazioni nocive?

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