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Elettrosmog: fissati i limiti per elettrodotti, antenne radio, tv e telefonia

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ambiente

25/02/2003

I decreti attuativi della legge 36/2001 hanno avuto il via libera definitivo dal Consiglio dei Ministri.

Nei giorni scorsi hanno avuto il via libera definitivo dal Consiglio dei Ministri i decreti attuativi della legge 36/2001 che fissano i limiti di campo elettromagnetico emesso dagli elettrodotti e dagli impianti ad alta frequenza (stazioni di telefonia mobile, radio e televisive).
Il provvedimento dovrà ora andare al Consiglio di Stato prima della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Limiti
Per gli elettrodotti il valore di attenzione è stato fissato a 10 microtesla, un limite dieci volte inferiore di quello adottato dai paesi Ue ed attualmente in vigore anche in Italia.
Questo limite deve essere osservato negli ambienti abitativi, nelle aree gioco per l'infanzia, nelle scuole e in tutti quei luoghi dove si soggiorna per più di 4 ore al giorno.

Tale valore è inoltre dieci volte inferiore a quello consigliato ad aprile dal Comitato di esperti nominato da tre ministeri (Ambiente, Salute, Telecomunicazioni) e composto dall'oncologo Francesco Cognetti, dall'epidemiologo Richard Doll, dal responsabile del progetto campi elettromagnetici dell'Oms Michael Rapacholi, dal fisico Tullio Regge e dall'ingegnere delle telecomunicazioni Gabriele Falciasecca.
Secondo il Comitato bisognava seguire le linee guida dell'Icnirp, il Comitato internazionale sulla protezione delle radiazioni non ionizzanti, che indica in 100 microtesla il limite di esposizione.

Per gli impianti ad alta frequenza è restato in vigore il valore di attenzione di 6 volt al metro stabilito dal decreto 381 del 1998.

Obiettivi di qualità
I decreti fissano anche gli obiettivi di qualità. Per gli elettrodotti l'obiettivo è di 3 microtesla. Questo obiettivo deve essere rispettato nella progettazione di nuovi elettrodotti. Per gli elettrodotti esistenti questo limite deve essere raggiunto nei tempi e nei modi stabiliti nei piani di risanamento, prevedendo tra le priorità le aree gioco per l'infanzia e cominciando ad intervenire nelle situazioni caratterizzate dai maggiori livelli di esposizione.

Costi
Secondo una stima, le attività di risanamento per il raggiungimento degli obiettivi di qualità, potrebbero comportare un costo di 1.500 milioni di euro. Misure e valutazioni saranno compiute dall'Apat (Agenzia per la protezione dell'ambiente e per i servizi tecnici).
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