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Sicurezza degli impianti: sovrapposizioni, criticità e auspici

Sicurezza degli impianti: sovrapposizioni, criticità e auspici

Un intervento si sofferma sulla sicurezza impiantistica: la normativa, le criticità, le riflessioni e le prospettive. Nella situazione attuale ci sono sovrapposizioni con i controlli e la manutenzione che competono al datore di lavoro?

Milano, 26 Set – Partendo dalla considerazione che sono ancora molti gli infortuni professionali che avvengono a causa di carenze negli impianti, torniamo a parlare della sicurezza impiantistica delle macchine e delle attrezzature impiegate nei luoghi di lavoro.

E lo facciamo attraverso un intervento al 2° seminario intersocietario di studio, dal titolo “ La prevenzione in Regione Lombardia e l’applicazione della Legge 23/2015: la situazione e le proposte” (Milano, 18 maggio 2018), che presenta delle interessanti riflessioni a partire dall’evoluzione della normativa in materia di sicurezza e verifica degli impianti.

 

La normativa e le domande sulla sicurezza impiantistica

Nell’interventoLa sicurezza impiantistica, situazione, criticità e prospettive”, a cura del Dott. Giuseppe Trapletti (ATS Bergamo), viene ricordato che la normativa, in materia di sicurezza impiantistica, prevedeva “la verifica periodica da parte delle USSL di tutti gli impianti di messa a terra, di protezione dai fulmini, ascensori, attrezzature di sollevamento e attrezzature a pressione denunciati dai datori di lavoro”. Una copertura delle verifiche periodiche che non era però “garantita in modo uniforme sul territorio nazionale a causa della carenza di personale di alcuni enti pubblici”.


La normativa si è poi evoluta attraverso il recepimento delle Direttive europee avvenuto con il D.Lgs 626/1994Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE E 90/679/CEE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di lavoro”, abrogato poi dal successivo D.Lgs 81/2008Attuazione dell'articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro”.

Queste normative introducono il concetto di valutazione dei rischi “responsabilizzando il datore di lavoro in ordine alla gestione della sicurezza”. Ora il datore di lavoro “deve provvedere tra l’altro all’esecuzione dei controlli e alla manutenzione di impianti e attrezzature al fine di garantire nel tempo la permanenza dei requisiti di sicurezza previsti dalle norme”.

 

A questo proposito il relatore pone due semplici domande:

  • in questo mutato contesto normativo servivano ancora le verifiche periodiche sistematiche di impianti ed attrezzature da parte di un soggetto terzo?
  • ci sono sovrapposizioni con i controlli e la manutenzione che competono al datore di lavoro?

 

 

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Le scelte del legislatore in materia di impianti

Nella relazione sono ricordate alcune scelte del legislatore:

  • “il legislatore decide di continuare a garantire l’esecuzione delle verifiche periodiche in modo sistematico su tutto il territorio nazionale ampliando il numero dei soggetti preposti a tali verifiche;
  • nel corso degli anni infatti con diversi provvedimenti legislativi si è data la possibilità a società private abilitate dal Ministero competente di effettuare le verifiche periodiche di impianti e attrezzature in alternativa all’ente pubblico”.

 

Un semplice schema nelle slide esemplifica la situazione del “mercato”:

 

 

Conseguenze, criticità e auspici

La relazione riporta poi alcune conseguenze e criticità della situazione attuale:

  • “l’ente pubblico non procede più in automatico all’esecuzione delle verifiche periodiche ma necessità della richiesta del datore di lavoro;
  • progressiva riduzione delle richieste di verifica periodica alle ATS salvo alcuni settori di competenza esclusiva (es. omologazione impianti elettrici installati nei luoghi con pericolo di esplosione);
  • difficoltà nella programmazione annuale delle attività di verifica”.

 

Senza dimenticare che, riguardo ai Dipartimenti di Prevenzione, il nuovo contesto normativo “ha portato le Aziende Sanitarie a ridurre progressivamente il personale dedicato alla sicurezza impiantistica (il personale cessato non sempre è sostituito e quando lo è, spesso viene collocato in altri Servizi)”.

 

A questo proposito si ricorda che le attività impiantistiche sono gestite in modo differenziato all’interno dei Dipartimenti (DIPS) delle ATS Lombarde;

  • “in alcuni casi esiste UOC + UOS Impiantistica oppure solo la UOS;
  • in altri casi la UOS impiantistica dipende dalla UOC PSAL;
  • in ulteriori casi le attività impiantistiche sono svolte da diverse UOS”.

 

E in definitiva:

  • “la cessazione di personale specializzato porta alla perdita di competenze tecniche rilevanti e difficilmente sostituibili;
  • le nuove figure professionali (tecnici della prevenzione) spesso non dispongono di una precedente formazione tecnica specialistica e pertanto necessitano di lunghi periodi di addestramento”.

E dunque. “perché mantenere competenze impiantistiche nel DIPS”?

Bisogna tener conto che “l’evoluzione tecnico-normativa e la complessità dei contesti nei quali opera il personale addetto a vigilanza e controllo richiede competenze professionali trasversali e specialistiche”.

 

Dopo aver riportato anche indicazioni relative alle attività specialistiche e di supporto, il relatore presenta, infine, alcuni auspici e prospettive:

  • “conservare per quanto possibile un certo numero di verifiche periodiche consentirebbe di continuare ad operare ‘sul campo’ mantenendo elevate competenze specialistiche;
  • formare nuovo personale sulla sicurezza impiantistica consentirebbe di disporre di tecnici specialisti impiegabili nei diversi ambiti della prevenzione”;
  • riattivare i GAT (Gruppi di Approfondimento Tecnico) istituiti presso la Regione Lombardia “quale utilissimo momento di confronto tra i tecnici operanti nelle ATS lombarde”.

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

La sicurezza impiantistica, situazione, criticità e prospettive”, a cura del Dott. Giuseppe Trapletti (ATS Bergamo), intervento al seminario intersocietario “La prevenzione in Regione Lombardia e l’applicazione della Legge 23/2015: la situazione e le proposte” (formato PDF, 366 kB).



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Rispondi Autore: Andrea Decorato - likes: 0
26/09/2018 (09:33:23)
Buongiorno, il D.L. in questo caso oltre ad un DVR aggiornatissimo e una formazione specifica per i lavoratori ha bisogno anche di una super benedizione. L'importante è sempre verificare gli impianti e riportare sempre: anomalie riscontrate, chi se ne deve occupare o se si è già deciso di occuparsene e in che modo, conservare sempre i libretti di istruzione di macchinari utilizzati e/o installati. Non sottovalutare mai la comunicazione e ai lavoratori incaricati, informare sempre i propri superiori delle anomalie riscontrate. Redigere sempre il D.V.R. Distinti saluti.

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