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Sostenere le imprese: meno oneri amministrativi, più sicurezza

Sostenere le imprese: meno oneri amministrativi, più sicurezza
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Vigilanza e controllo

26/10/2015

Le conclusioni di un workshop sulle strategie europee in materia di salute e sicurezza e sulle modalità di sostenere le imprese e ridurre gli oneri amministrativi mantenendo gli standard di tutela. Il quadro strategico europeo 2014-2020.

Roma, 26 Ott – Benché il nostro paese sia inserito da più di 20 anni nella cornice dell’Unione Europea le riflessioni, i materiali informativi sulla tutela di salute e sicurezza, spesso anche le politiche di prevenzione, a volte sembrano dimenticarlo. Al di là di qualche riferimento alle direttive e ai regolamenti europei, alle preoccupazioni per il recepimento dovuto o per le possibili procedure d’infrazione, spesso non si sottolinea la rilevanza che le scelte dell’Unione Europea hanno per la nostra normativa in materia di salute e sicurezza.
 
Per cercare di colmare questa lacuna e affrontare il tema della strategia globale europea in materia di prevenzione e tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, torniamo ad occuparci del seminario che si è tenuto dal 4 al 5 dicembre 2014 a Roma – organizzato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dall'Inail – e dal titolo “ Sostenere crescita e competitività delle imprese promuovendo salute e sicurezza sul lavoro in tempi di crisi”.
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In particolare i temi delle strategie europee, specialmente in relazione ai supporti per le imprese e alle semplificazioni degli oneri amministrativi, sono stati affrontati nel workshop “Sostenere le imprese e ridurre gli oneri amministrativi mantenendo gli standard di tutela: efficacia delle misure e potenziamento della funzione di vigilanza” e nella relazione riassuntiva dell’incontro fatta da Tommaso De Nicola (INAIL, Direzione Centrale Prevenzione).
 
Nel workshop  si è ricordato che il nuovo quadro strategico europeo sulla salute e sicurezza sul lavoro 2014-2020 nasce per “garantire un ambiente di lavoro sano e sicuro ai circa 217 milioni di lavoratori della Comunità”, un obiettivo strategico della Commissione europea, “che a tale fine opera in stretta collaborazione con gli Stati membri, le parti sociali, le altre istituzioni e gli altri organismi comunitari, a cominciare dall’Agenzia europea per la salute e sicurezza sul lavoro”.
E in linea con la Strategia Europea 2020 per una “crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”, il quadro strategico – continua la relazione relativa al workshop – “individua le sfide fondamentali comuni ai paesi dell’UE:
- migliorare l’attuazione delle norme in materia di salute e sicurezza esistenti;
- migliorare la prevenzione delle malattie professionali affrontando i rischi attuali, nuovi ed emergenti;
- far fronte all’allungamento della vita lavorativa previsto del Libro Bianco della Commissione sulle pensioni e al conseguente invecchiamento della forza lavoro”. 
E sono riportati anche alcuni obiettivi strategici da raggiungere attraverso azioni da attuare o sviluppare in stretta collaborazione con gli Stati membri, le parti sociali e gli altri soggetti interessati:
- “fornire un sostegno concreto alle piccole e microimprese al fine di agevolare l’adempimento degli obblighi di legge in materia di SSL, ad esempio con l’adattamento della piattaforma web Online Interactive Risk Assessment (OiRA);
- migliorare l’applicazione della SSL da parte degli Stati membri (per esempio, valutando l’efficienza degli ispettorati del lavoro nazionali);
- semplificare la legislazione esistente, eliminando gli oneri amministrativi inutili;
- migliorare la raccolta dei dati statistici ed elaborare approcci comuni al fine di individuare e misurare i rischi per la salute dei lavoratori”.  
 
Riprendiamo ora gli spunti portati da alcuni partecipanti al workshop.
 
Ad esempio nell’intervento di Francisco Jesús Alvarez Hidalgo (vice Capo Unità “Salute, sicurezza e igiene sul lavoro”, Direzione generale occupazione, affari sociali e inclusione, Commissione europea), si indica che:
- “in tutta Europa le PMI hanno maggiori difficoltà nell’attuare le disposizioni e sopportano costi di adeguamento per la SSL mediamente più alti;
- occorrono quindi soluzioni più pratiche per le PMI, soprattutto per la valutazione dei rischi;
- il miglioramento e la semplificazione della regolamentazione in questo settore però non può significare deregulation: i livelli di tutela dei lavoratori devono mantenersi sempre elevati;
- spesso però succede che nelle varie legislazioni nazionali vengono aggiunti elementi ed oneri ulteriori, non previsti dalla legislazione comunitaria;
- c’è bisogno su questo tema di parità di trattamento delle imprese negli Stati Membri, anche per la tutela della concorrenza”.  
 
Altri spunti di discussione sono stati presentati da Heidi Rønne Møller (membro del Gruppo di alto livello sugli oneri amministrativi presso la Commissione Europea):
- “le piccole e medie imprese svolgono un ruolo cruciale e fondamentale per la creazione di posti di lavoro in Europa;
-  è interesse comune promuovere e sostenere la loro capacità di competere sui mercati internazionali;
- il gruppo sulla riduzione degli oneri amministrativi - il cosiddetto Gruppo Stoiber - è stato istituito nel 2007 per assistere la Commissione europea negli sforzi per ridurre la burocrazia e gli oneri amministrativi inutili per le imprese Europee”.  
Riguardo alla tematica affrontata, Heidi Rønne Møller pone anche delle domande:
- “la salute e la sicurezza sono un onere amministrativo?
- Il rischio può essere valutato solo sulla base delle dimensioni della società?”. 
 
Veniamo brevemente all’intervento di Geoffrey Podger (già Direttore generale dell’Ente per la salute e sicurezza - Health and Safety Executive, Regno Unito) che riporta l’esperienza del Regno Unito e spunti sulla possibilità di ridurre gli oneri amministrativi per la salute e sicurezza pur conservando le tutele.
Questo il contesto presentato:
- “crisi economica nel Regno Unito: necessità di ridurre le spese per gli enti pubblici e per aiutare l'industria britannica diventare più competitiva;
- forte preoccupazione dell’opinione pubblica per gli «eccessi» nell’applicazione della normativa su salute e sicurezza”.  
Sono riportate le esperienze di supporto alle piccole e medie imprese per affrontare gli obblighi giuridici, con particolare riferimento alle imprese a bassissimo rischio:
- “informatizzazione della valutazione del rischio ed esempi;
- fornitura di una guida semplificata sul sito web HSE;
- nuova progettazione del sito web HSE con percorsi separati per le PMI;
- si effettuano controlli soprattutto nelle aziende ad alto rischio o oggetto di una denuncia che giustificava un’inchiesta”. 
Questo invece l’approccio alle imprese a maggior rischio:
- “l‘ispezione viene approfondita quando giustificata dagli alti rischi operativi, indipendentemente dalle dimensioni dell’impresa;
- disciplina separata prevista esclusivamente per l'industria nucleare (nuovi impianti,  smantellamento e difesa dei siti esistenti);
- ispezioni tipo ‘blitz’ per le aree ad alto rischio (ad esempio le costruzioni)”.
E i risultati dei cambiamenti nel Regno Unito mostrano che:
- “il Regno Unito continua ad avere nell'Unione Europea uno dei migliori risultati in termini di sicurezza;
- le modifiche e la semplificazione dei regolamenti e delle linee guida hanno migliorato l’efficacia nell’applicazione delle disposizioni, riducendo i costi per le aziende a basso rischio”.
Viene presentata anche una “questione ancora controversa”: la  proposta di modifica alla legge nel Regno Unito “al fine di esonerare alcune tipologie di lavoratori autonomi dalla legge in materia di salute e sicurezza nel caso in cui la loro attività non abbia la potenzialità di danneggiare gli altri”.
 
Chiudiamo l’articolo rimandando ad una lettura integrale della relazione del workshop (sono presenti anche gli interventi di Paolo Onelli, Luciano Marchiori, Giuseppe Lucibello e Danilo Papa) e riprendendo le conclusioni del workshop sul tema trattato e sugli obiettivi da porsi:  
- “la semplificazione non riguarda gli adempimenti ma gli strumenti per poter adempiere;
- maggiore attenzione per le piccole e micro imprese ed aziende a basso rischio, comprese quelle di medio-grandi dimensioni;
- vigilanza sempre più mirata attraverso l’utilizzo integrato delle banche dati e maggiormente indirizzata verso attività ad alto rischio o aziende già sanzionate;
- la prevenzione non è un onere ma un investimento, anche in termini di efficientamento dei processi produttivi e di competitività delle imprese”.
 
 
 
Sostenere le imprese e ridurre gli oneri amministrativi mantenendo gli standard di tutela: efficacia delle misure e potenziamento della funzione di vigilanza”, relazione del workshop a cura del rapporteur Tommaso De Nicola (INAIL, Direzione Centrale Prevenzione), workshop del seminario “Sostenere crescita e competitività delle imprese promuovendo salute e sicurezza sul lavoro in tempi di crisi” (formato PPT, 983 kB).
 
 
Tiziano Menduto
 
 

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