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Riflessioni su infortuni e malattie professionali per genere ed età

Riflessioni su infortuni e malattie professionali per genere ed età

Un intervento presenta molti dati relativi alla situazione di infortuni e malattie professionali secondo il genere e l’età. Il divario di occupazione tra generi, le differenze nelle denunce e la necessità di abbandonare l’approccio neutro.

Bari, 2 Apr – Il Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (D.Lgs. 81/2008) stabilisce che “la valutazione dei rischi, la scelta delle attrezzature di lavoro, delle sostanze o dei preparati chimici impiegati e la sistemazione dei luoghi di lavoro” devono riguardare tutti i rischi presenti in azienda “tenendo conto, tra gli altri, anche di quelli connessi alle differenze di genere e all’età”.

Tuttavia “la vigilanza costantemente effettuata negli ambienti di lavoro dimostra come sia frequente la mancata valutazione dei rischi che tenga conto di questi due aspetti e come ancora più raramente ne scaturiscano interventi preventivi finalizzati al contenimento degli infortuni e delle malattie professionali”.

E tutto questo avviene nonostante “il progressivo costante aumento dell’età anagrafica dei lavoratori (con un’età pensionabile in continuo aumento) e l’incremento occupazionale del genere femminile anche in attività lavorative fino a qualche tempo fa a quasi esclusivo appannaggio del sesso maschile determinino un numero costante e significativo di denunce presentate all’INAIL”.


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A delineare in questi termini il rapporto tra lavoro, età e genere è il documento di presentazione del seminario ECM “Che genere di prevenzione! La fragilità nel lavoro tra differenze di genere ed invecchiamento” che si è tenuto a Bari il 26 novembre 2018 con il patrocinio dell’Associazione SNOP e della Asl di Bari. Un seminario che ha voluto approfondire vari aspetti connessi ai rischi lavorativi in relazione alle differenze di genere e all’invecchiamento, “al fine di assicurare strumenti aggiornati utili ai medici competenti e a quanti operano a fini preventivi negli ambienti di lavoro (personale SPESAL, operatori aziendali, ecc.)”.

 

Nell’incontro, in cui è stato presentato anche il “ Libro d’argento - Aging E-book - invecchiamento e lavoro”, sono state forniti molte informazioni utili alla discussione.

 

L’occupazione lavorativa in Italia

I dati sugli infortuni con riferimento a genere e età

La situazione delle malattie professionali

 

L’occupazione lavorativa in Italia

Ad esempio nell’intervento “Gli infortuni e le malattie professionali per genere ed età”, a cura di Rossella Attimonelli (Sovrintendente Sanitario Regionale INAIL Puglia) sono presentati molti dati numerici e molti grafici relativi alla situazione occupazionale e infortunistica.

 

Riguardo all’occupazione si segnala che secondo i dati Istat “nel 2015 la popolazione italiana di età superiore ai 15 anni è stata per il 52% rappresentata da donne”.

E se negli anni ’80 “lavorava solo circa un terzo delle donne in età lavorativa mentre nel 2010 si è raggiunto un tasso di occupazione pari al 46%”.

Inoltre negli anni 2007-2015 “l’occupazione femminile è cresciuta più di quella maschile, contribuendo ad una riduzione del divario esistente che comunque si mantiene elevato (CNEL)”.  E nel 2017 “torna a diminuire il numero di disoccupati ed il tasso di occupazione delle donne sale al 49,1%, il livello più alto registrato”. 

 

Istat

 

La relatrice riporta poi una serie di grafiche che mostrano anche il divario di occupazione tra maschi e femmine a diverse età. Riprendiamo le differenze tra i 25 e i 34 anni (sempre fonte Istat):

 

 

I dati sugli infortuni con riferimento a genere e età

Veniamo al mondo del lavoro.

 

Si indica, innanzitutto, che la differenza di genere presente a livello lavorativo “si osserva anche nell’analisi delle denunce di infortuni”. 

 

Denunce di infortunio

 

In particolare nel 2016 “sono stati registrate poco meno di 642 mila denunce di infortunio”.

Se nel 2016 “si è rilevato un aumento del totale del numero degli infortuni dello +0,7% rispetto al 2015” (+0,3% maschi, +1,4% femmine), “più di un terzo del totale degli infortuni denunciati all’Inail nel 2016 riguarda lavoratrici”. 

 

Riguardo poi agli infortuni mortali si segnala che nel complesso delle gestioni “la diminuzione nel 2017 rispetto al 2013 ha riguardato soprattutto i lavoratori con una riduzione del -17,93% mentre per le lavoratrici il calo è stato del - 12,5%”.   

Un altro elemento di cui tener conto è che il rischio di infortuni nel percorso casa-lavoro “risulta più alto per le donne rispetto agli uomini essendo la percentuale di infortuni pari al 23% per le lavoratrici ed al 12% per i lavoratori”.

Inoltre, come segnalato anche in una intervista del nostro giornale, dati più preoccupanti riguardano i casi di infortunio mortale nel rischio strada:

  • “l’incidenza del “rischio strada” sulle lavoratrici è ancora più marcata se si prendono in considerazione le denunce dei casi mortali;
  • anche nel 2016 tra le lavoratrici più di un decesso su due (51%) è avvenuto in itinere, mentre tra i lavoratori lo stesso rapporto è stato pari a circa uno su quattro (25%)”.

 

Guardiamo ora all’età.  

Nell’anno 2017 la fascia di età tra i 50 e i 54 anni è “la più colpita in valore assoluto rappresentando il 14,3% del totale delle denunce femminili ed il 40,5% del totale entrambi i generi”. Inoltre nel quinquennio 2013-2017 “si è osservato anche un incremento del numero di denunce nella fascia dei 60-64 anni, passate da 8.618 (3,5%) nel 2013 a 14279 (6,2 %) nel 2017”.

 

Infine veniamo al settore di attività con riferimento al lavoro femminile.  

 

L’incidenza degli infortuni delle lavoratrici è particolarmente elevata nei seguenti settori di attività:

  • servizi domestici e familiari (colf e badanti) 89%;
  • sanità e assistenza sociale 78,7%;
  • confezionamento di articoli di abbigliamento 68,3%;
  • nei settori più rischiosi dell’industria scende fino al 3,2% rilevato nelle costruzioni;

Riguardo alla gestione assicurativa:

  • Conto Stato 52,0%;
  • Industria e servizi 33,8%;
  • Agricoltura 18,9% 

 

La situazione delle malattie professionali

Infine qualche accenno alle malattie professionali:

 

 

Per le donne, con riferimento ai dati del 2017: 

  • 27,3 % del totale dei casi denunciati all’Inail;
  • -4,7% rispetto al 2016;
  • +5,4% in confronto al dato del 2013.

I casi denunciati dai lavoratori hanno mostrato invece un aumento più sostenuto:

  • da 36794 nel 2013 a 42175 nel 2017;
  • -4,3% rispetto al 2016;
  • +14,6 rispetto al 2013 

 

Rimandiamo, infine, alla lettura integrale delle slide dell’intervento che riportano ulteriori dettagli e molti altri grafici esplicativi e concludiamo riprendendo, dall’intervento, alcune riflessioni di Giuseppe Lucibello (Direttore Generale INAIL).

 

Si indica che “esistono differenze tra uomini e donne che influiscono sulla loro salute e sicurezza sul lavoro:

  • l’adozione di un approccio neutro contribuisce al perdurare di lacune sul piano delle conoscenze e ad avere un livello di prevenzione anche in ambito lavorativo meno efficace;
  • ora che anche le indicazioni normative sono state date, non rimane che adoperarsi affinché i principi sanciti diventino, sempre di più, bagaglio culturale e iniziative concrete”.

 

Tiziano Menduto

 

Scarica i documenti da cui è tratto l'articolo:

Gli infortuni e le malattie professionali per genere ed età”, a cura di Rossella Attimonelli (Sovrintendente Sanitario Regionale INAIL Puglia), intervento al seminario “Che genere di prevenzione! La fragilità nel lavoro tra differenze di genere ed invecchiamento” (formato PDF, 1.24 MB).



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