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Coronavirus: alcune raccomandazioni per i luoghi di lavoro

Coronavirus: alcune raccomandazioni per i luoghi di lavoro

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Categoria: Rischi da agenti biologici

28/02/2020

Un documento riporta indicazioni sul nuovo coronavirus utili anche per l’eventuale aggiornamento della valutazione dei rischi aziendale. Le informazioni scientifiche note e le raccomandazioni per ridurre l’esposizione e trasmissione della malattia.

 

Per facilitare la prevenzione della diffusione del nuovo coronavirus (Sars-CoV-2) nei luoghi di lavoro, torniamo a pubblicare nuovi documenti che ci arrivano dai nostri lettori e che riteniamo possano essere un valido supporto per le aziende e gli operatori.

Pubblichiamo oggi un documento - inviato dalla Dott.essa Wanda D'Amico e dal titolo “Il coronavirus entra nei DVR e nei Duvri” – che riporta indicazioni sul nuovo coronavirus e raccomandazioni per ridurre l’esposizione al nuovo rischio biologico.

 


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Il coronavirus entra nei DVR e nei Duvri

Il 12 febbraio 2020 l'Organizzazione mondiale della sanità ( OMS) ha identificato il nome definitivo della nuova malattia influenzale in COVID-19, abbreviazione per coronavirus disease 2019. L’agente eziologico è un nuovo ceppo di coronavirus, denominato provvisoriamente 2019-nCoV, non identificato prima nell'uomo.

 

La Commissione internazionale per la tassonomia dei virus (International Committee on Taxonomy of Viruses - ICTV) ha assegnato il nome definitivo al virus che causa la malattia: SARS-CoV2.

In base alle informazioni scientifiche note i Coronavirus difficilmente riescono a sopravvivere sulle superfici e di conseguenza il rischio di diffusione tramite prodotti e imballaggi che solitamente vengono spediti per giorni e settimane a temperatura ambiente è molto basso se non trascurabile.

 

Il Cdc ( Center for Disease Control and Prevention) ha dato una risposta tranquillizzante, basata anche sul fatto che ad oggi, sulla base delle informazioni disponibili, non risultano casi di infezione avvenuti tramite il contatto tra pazienti e merci importate dal mercato cinese.

Da una revisione degli studi, pubblicata sul Journal of Hospital Infection è emerso che: il coronavirus può rimanere infettivo sulle superfici degli oggetti a temperatura ambiente fino a 9 giorni e risulterebbe neutralizzabile dai comuni disinfettanti.

 

I ricercatori della University Medicine Greifswald, in Germania, hanno rivisto la letteratura su tutte le informazioni disponibili sulla persistenza dei coronavirus umani e animali su superfici inanimate e sulle strategie di inattivazione con agenti biocidi utilizzati normalmente per la disinfezione chimica nelle strutture sanitarie. L’analisi di 22 studi rivela che i coronavirus umani come quello della sindrome respiratoria acuta grave (Sars), della sindrome respiratoria del Medio Oriente (Mers) o i coronavirus umani endemici (HCoV) possono persistere su superfici inanimate come metallo, vetro o plastica fino a 9 giorni, ma possono essere inattivati in modo efficiente nel giro di un minuto attraverso procedure di disinfezione delle superfici con alcol etilico (etanolo al 62-71%), acqua ossigenata (perossido di idrogeno allo 0,5%) o candeggina (ipoclorito di sodio allo 0,1%).

Inerente il Corvid19 ci sono studi ancora in corso.

 

L’Italia ha interrotto su tutto il territorio nazionale il permesso di atterraggio per i voli provenienti dalla Cina, mentre grandi compagnie aeree hanno annunciato la sospensione dei voli, così come grandi Marchi, hanno chiuso temporaneamente le loro filiali in Cina. Si ritiene che le merci stazionino lungo tempo (ben superiore a 9 gg) prima di raggiungere la destinazione dovendo superare anche una serie di controlli doganali.

 

Il Cdc consiglia di eseguire la pulizia ambientale di routine:

Pulire regolarmente tutte le superfici frequentemente toccate sul posto di lavoro, come stazioni di lavoro, controsoffitti e maniglie delle porte. Utilizzare i detergenti normalmente utilizzati in queste aree e seguire le indicazioni sull'etichetta.

Per prevenire il diffondersi del contagio da coronavirus è stata adottata una linea di massima precauzione e prudenza.

 

Il contagio annunciato in Italia del coronavirus impone un innalzamento del livello di allerta al fine di evidenziare l’interessamento di tutte le figure della prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro in primis il Medico del Lavoro/Competente al fine di evitare che si possano moltiplicare le occasioni di contagio si ritiene sia importante fornire un’adeguata informazione ai lavoratori dipendenti e liberi professionisti.

 

A tal fine è utile per le aziende ubicate nelle zone interessate dai focolai epidemici un aggiornamento della valutazione dei rischi, dei DVR e dei Duvri per tenere conto di una eventuale presenza del nuovo rischio biologico potenziale.

 

Per tutte le aziende su territorio nazionale e per i liberi professionisti sarà utile valutare la necessita di spostamenti per lavoro da e per le zone interessate dai focolai.

 

Il rischio di trasmissione esiste solo se si è stati in stretto contatto con persone con riferimento a soggetti provenienti dalle zone a rischio. I sintomi più comuni sono febbre, mal di gola tosse secca, difficoltà respiratorie. Le informazioni fornite indicano che la malattia può decorrere in maniera lieve come una sindrome parainfluenzale o evolvere in una forma severa con un quadro di polmonite soprattutto nei pazienti più deboli o defedati. Notizie che possono avere carattere rilevante sono quindi febbre o storia di febbre con associata tosse o sintomatologia respiratoria. Allo stato attuale non esiste un vaccino e la terapia è specifica per i sintomi del paziente.

 

Le raccomandazioni per ridurre l’esposizione e trasmissione della malattia sono:

  • Mantenere igiene delle mani, tramite lavaggio con acqua e sapone e/o con soluzioni alcoliche per un tempo di 60 sec. come da buona prassi. (si rimanda alle raccomandazioni del lavaggio delle mani per l’influenza).
  • Non toccarsi occhi, naso e bocca con mani non pulite.
  • Evitare i contatti con persone affette da sindrome influenzale (tosse o starnuti)
  • Igiene delle vie respiratorie, (starnutire o tossire in un fazzoletto usa e getta).
  • Lavare frequentemente le mani.
  • Igiene degli alimenti preferendo i cibi cotti e ben lavati.
  • Nelle zone considerate a rischio è consigliato incentivare il telelavoro.

 

Per i viaggiatori è raccomandato, inoltre, di:

  • vaccinarsi contro l’influenza almeno due settimane prima della partenza, in modo da rendere più semplice la diagnosi e la gestione dei casi sospetti, dati i sintomi simili tra coronavirus e influenza, evitare la coesistenza dei due virus in uno stesso organismo e ridurre l'accesso al pronto soccorso per le complicanze da influenza;
  • posticipare i viaggi non strettamente necessari nelle aree;
  • evitare il contatto diretto con persone che soffrono di infezioni respiratorie acute;
  • lavarsi spesso le mani, soprattutto dopo il contatto diretto con persone malate;
  • evitare di visitare mercati ittici o di animali vivi;
  • evitare il contatto diretto con animali da allevamento o selvatici vivi o morti;
  • rispettare l’igiene respiratoria se si hanno sintomi di infezione respiratoria acuta: evitare contatti ravvicinati, coprire starnuti e colpi di tosse con un fazzoletto, preferibilmente monouso, indossare una maschera chirurgica e lavarsi le mani.

 

Se ci si reca all’estero è sempre utile registrarsi sul sito del Ministero degli Esteri Viaggiare sicuri dove possono essere reperite informazioni sanitarie sul paese in cui si è diretti: http://www.viaggiaresicuri.it .

 

Qualora una persona sviluppi sintomi respiratori (tosse, mal di gola, difficoltà respiratorie) mentre si trova nelle aree a rischio all’estero, dovrebbe rivolgersi immediatamente a un medico telefonicamente. Per qualsiasi necessità contattare l’Ambasciata o il Consolato del proprio Paese.

 

Se nelle due settimane successive al ritorno da aree a rischio si dovessero presentare sintomi respiratori (febbre, tosse secca, mal di gola, difficoltà respiratorie) a scopo precauzionale: contattare il numero telefonico gratuito del Ministero della Salute 1500; indossare una maschera chirurgica se si è in contatto con altre persone utilizzare fazzoletti usa e getta e lavarsi le mani regolarmente.

 

In caso di dubbi non esitate a contattare telefonicamente il proprio Medico di fiducia o il proprio Medico Competente.

 

Il Ministero della Salute invita i cittadini a recarsi nei pronto soccorso o nelle strutture sanitarie e a chiamare i numeri di emergenza soltanto se strettamente necessario.

 

La collaborazione dei cittadini è fondamentale per fronteggiare l' emergenza Coronavirus. Al riguardo anche i medici di famiglia stanno aumentando la propria disponibilità telefonica. A tutti i medici della medicina generale è stata fornita in queste ore una scheda di triage telefonico da utilizzare per porre ai pazienti, sospetti di un contagio da Covid-19, domande con le quali fare una prima diagnosi.

 

Laura Marcellini

Medico Competente Autorizzato U.O. Medicina del Lavoro – A.O S’Andrea di Roma

 

Claudio Prestigiacomo

Dipartimento di Scienze Mediche Chirurgiche e Medicina traslazionale Università Sapienza – Roma

 

Annunziata Romeo

Asl Roma 6

 

Wanda D’Amico

Ricercatrice –INAIL - DIMEILA -Laboratorio rischio agenti biologici - Monte Porzio Catone (RM)

 

Sergio Fantini

Medico Competente Coordinatore Ares118   

 

 

Fonti Bibliografiche:

CDC https://www.cdc.gov/coronavirus/index.html

ECDC https://www.ecdc.europa.eu/en/coronavirus

ICOH http://www.icohweb.org/site/homepage.asp

Ministero della Salute http://www.salute.gov.it/nuovocoronavirus

 

 

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Rispondi Autore: Andrea Quaranta - likes: 0
28/02/2020 (08:48:23)
Con il dovuto rispetto, la dottoressa faccia il suo lavoro e non si occupi di aspetti tecnici strettamente inerenti la sicurezza. Certe affermazioni di natura tecnica, come l'aggiornamento del DVR e del DUVRI, relative ad aziende non ricadenti nell'Allegato XLIV, non possono essere dette in questo modo.
Rispondi Autore: Giorgio Gallo - likes: 0
28/02/2020 (08:53:07)
Ci risiamo.
È una emergenza NAZIONALE, quindi per le aziende che non operano su rischio biologico professionale o che non sono nell'alveo di quelle presenti in All.XLIV, non c'è nessun DVR da aggiornare!
E mi meraviglia, onestamente, che punto sicuro crei questa ambiguità, pubblicando articoli che dicono cose opposte tra loro, generando a sua volta confusione. Per coerenza, dovrebbe almeno prendere una posizione ben precisa e percorrere quella (ed io inviterei a seguire quella giusta).
Autore: Redazione PS
28/02/2020 (10:15:23)
L'impegno di Puntosicuro è quello di diffondere un'informazione il più completa possibile e che dia spazio alle diverse opinioni, in modo che il lettore possa avere un quadro della situazione e possa fare le sue scelte e valutazioni.
Non è compito di un giornale prendere una posizione, ma nel momento in cui ce ne sarà una ufficiale sarà nostra premura pubblicarla.
Rispondi Autore: Giovanni RAFFAELE ex ispettore tecnico del lavoro - likes: 0
28/02/2020 (09:01:51)
Cosa non si riesce a fare per un pizzico di notorietà. Con tutto il rispetto per le persone..... ma vi inviterei ad occuparvi solo delle vostre professioni e lasciar perdere altro non spargendo allarmismi operativi oltre i casini che gia sono in giro..
Rispondi Autore: Marco Grossi - likes: 0
28/02/2020 (12:10:26)
Ribadiamo con convinzione che l’aggiornamento del DVR non è sempre obbligatorio in riferimento al caso Coronavirus, ma dipende dal tipo di attività svolta e dall'esposizione professionale, come ha ben spiegato l’Ing Catanoso nel suo intervento, mi pare che i commenti all’articolo la dicano lunga sul livello di collaborazione tra tecnici e medici competenti nell’ambito della gestione della sicurezza, purtroppo molto spesso carente.
Se non sbaglio nell’articolo leggo: “è UTILE (…) un aggiornamento della valutazione dei rischi”.
Utile, non significa obbligatorio.
Può essere UTILE aumentare l’attenzione sulla verifica dell’idoneità degli appaltatori alla luce delle recenti ordinanze emergenziali? Vi do una notizia: ci sono dei pazzi carbonari che pensano possa essere utile. E se sì, in che modo farlo con efficacia se non implementando, anche solo temporaneamente, il loro DUVRI?
Chi può stabilire se tutto ciò possa essere UTILE se non i rispettivi datori di lavoro?
Buon lavoro e calmiamoci tutti. Grazie.
Rispondi Autore: Mario rossi - likes: 0
28/02/2020 (15:49:14)
Adesso vado a spiegare al verduriere che deve aggiornare il suo DVR per colpa del coronavirus.
Imposterò una autocertificazione per il cliente del negozio che dovrà dichiarare che nelle 2 settimane precedenti non è stato in zone oggetto di focolaio.
Già che ci sono aggiorno il DVR perchè la temperatura globale del pianeta risente dell'effetto serra e di ghiacciai antartici si stanno sciogliendo, innalzando il livello del mare (con gravi conseguenze per i bagnini delle spiagge: rischio annegamento sul DVR).
Ciascuno faccia il proprio lavoro ed andremo tutti meglio.

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