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Buone pratiche nella manutenzione: come migliorare la prevenzione dei rischi?

Buone pratiche nella manutenzione: come migliorare la prevenzione dei rischi?

Un documento dell’Inail sulla sicurezza nella manutenzione presenta alcune buone pratiche per migliorare la prevenzione. Focus sulla valutazione dei rischi, sulla fase di progettazione, sulle sostanze pericolose, sulla formazione e sui fattori di stress.

 Roma, 21 Ott – Non c’è dubbio che edifici, strutture, attrezzature di lavoro mal gestite o non manutenute con regolarità possono essere pericolose sia per le persone che le utilizzano a livello lavorativo sia per le altre persone che sono in prossimità di tali strutture e macchine.

Tuttavia se la manutenzione è “essenziale per garantire condizioni di lavoro salutari e sicure e per prevenire danni”, il lavoro manutentivo in sé comporta anche specifici pericoli per gli addetti alla manutenzione.

 

 

A ricordare questi pericoli e a fornire utili suggerimenti per la prevenzione dei rischi nelle attività di manutenzione è il documento prodotto nel 2019 dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (DIT) dell’ Inail e dal titolo “ La manutenzione per la sicurezza sul lavoro e la sicurezza nella manutenzione”.

 

Se in precedenti articoli di presentazione di tale documento, curato da Giovanni Luca Amicucci, Maria Teresa Settino e Fabio Pera (DIT, Inail), ci siamo soffermati sui rischi per gli addetti alla manutenzione e sull’importanza di una corretta pianificazione delle attività, oggi ci soffermiamo in particolare su alcune buone pratiche.

 

Il documento Inail riporta, infatti, alcune buone pratiche che possono aiutare i datori di lavoro a rendere più efficiente ed efficace la prevenzione e protezione dei lavoratori.  con specifico riferimento a:


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Usare idonei metodi e strumenti per la valutazione del rischio

Il documento Inail ricorda che la valutazione del rischio durante le operazioni di manutenzione può essere un compito particolarmente difficile a causa delle incertezze del lavoro manutentivo: può capitare, infatti, di “iniziare un certo intervento di manutenzione correttiva e scoprire che ulteriori interventi non previsti sono necessari”.

 

In questo senso si sottolinea che “la valutazione del rischio delle attività di manutenzione può richiedere inventiva” e “diversi metodi e strumenti possono essere utilizzati per affrontare una simile sfida”.

 

Gli autori, senza pretesa di essere esaustivi, ne descrivono tre:

  • “un primo metodo consiste nel coinvolgere nel processo di valutazione del rischio gli stessi lavoratori che effettuano le attività manutentive, ad esempio attraverso interviste appositamente costruite, poi, in seguito, le interviste sono analizzate e da esse si ricavano miglioramenti del processo manutentivo e delle misure di protezione da adottare. Infatti, senza il contributo di coloro che eseguono il lavoro, è difficile identificare tutti i pericoli, analizzare i vari aspetti del lavoro e le situazioni che potrebbero sorgere e decidere i metodi più efficaci e adeguati per prevenire e controllare il rischio.
  • un altro metodo può essere quello di coinvolgere gli addetti alla manutenzione facendo loro eseguire una seconda analisi dei rischi, da svolgere in maniera autonoma e indipendente rispetto alla prima;
  • un terzo metodo è quello di fornire, per ogni intervento manutentivo che debba essere effettuato, un’apposita documentazione/scheda che fornisca al lavoratore una panoramica dei risultati della valutazione del rischio per quel determinato lavoro e riassuma tutti i rischi che potrebbero essere presenti (ad esempio: i tipi di sostanze pericolose che si potrebbero incontrare, il modo di gestire o trattare eventuali residui o rifiuti)”.

 

Affrontare i rischi all’inizio del processo di progettazione

Un’altra buona pratica riguarda, invece, l’eliminazione dei rischi in fase di progettazione.

 

Si indica, infatti, che “uno dei modi migliori per prevenire e controllare i rischi (anche quelli legati alla manutenzione) è affrontarli all’inizio del processo di progettazione di ambienti di lavoro, attrezzature e impianti”.

 

In particolare considerare la manutenzione durante la fase di progettazione “consente di eliminare i pericoli ad essa associati o di minimizzare il potenziale di lesioni durante la manutenzione o la riparazione di un elemento, ad esempio:

  • nel caso di un’attrezzatura, è possibile adottare sistemi automatici di rilevamento di taluni pericoli, o interruttori interbloccati al fine di prevenire qualsiasi avviamento imprevisto durante i lavori di manutenzione; ad esempio la procedura LOTO (lockout-tagout) garantisce che macchine ed impianti siano de-energizzati in maniera appropriata e non possano essere rimessi in funzione se non in condizioni sicure dal lavoratore o dai lavoratori che ne hanno operato lo spegnimento;
  • nel caso di luoghi di lavoro, è possibile coinvolgere i lavoratori che dovranno svolgere i lavori di manutenzione nella loro progettazione, in modo da garantire un miglioramento della salute e della sicurezza delle operazioni di manutenzione e il loro regolare svolgimento (ad esempio: è possibile utilizzare un modello virtuale per consentire ai lavoratori di esaminare, spostarsi e valutare la propria area di lavoro futura prima che sia costruita, eliminando alcuni dei fattori di rischio ergonomici, liberando spazio per compiti specifici, garantendo un accesso sicuro alle aree di lavoro, adottando isolamenti acustici per le zone dove si svolgono procedure particolarmente rumorose in modo da limitare l’esposizione al rumore dei lavoratori e così via)”.

 

Le sostanze pericolose, la formazione e i fattori di stress

Un’ulteriore buona pratica che può essere efficace nel ridurre i rischi per chi è addetto alla manutenzione e la sostituzione di sostanze pericolose con altre meno pericolose.

 

Si ricorda, infatti, che spesso nelle attività di manutenzione “sono utilizzate sostanzepericolose”. Ed è in realtà possibile “creare un ‘catalogo di sostituzioni’, accessibile ai lavoratori, che identifichi e elenchi possibili sostituzioni delle sostanze pericolose con altre che svolgano la stessa funzione, ma prive di rischio o meno pericolose per una certa attività”.

 

Si sottolinea poi che è lo stesso D.Lgs. 81/2008 a suggerire (art. 15, comma 1, lett. f) di sostituire “ciò che è pericoloso con ciò che non lo è, o è meno pericoloso”.

 

E se le nuove sostanze sono generalmente “identificate attraverso un lungo processo di prove ed errori da parte di tecnici che le hanno effettivamente provate, a volte per alcuni anni”, si indica che “la costituzione di una base di dati condivisa tra aziende potrebbe essere necessaria per il successo di una simile iniziativa. Per ogni nuova sostanza è consigliabile indicare anche i contatti del distributore a cui possono essere richieste tutte le informazioni sulla sostanza stessa”.

 

Altre indicazioni riguardano poi la formazione e informazione come misure di sostegno.

 

Infatti “la familiarità con i pericoli e la consapevolezza delle loro potenziali conseguenze, insieme alle informazioni sui metodi disponibili per eliminarli o ridurli, porta alla riduzione del numero di incidenti e malattie professionali e a una migliore conformità con le norme di sicurezza. Allo stesso tempo è importante che i lavoratori che svolgono compiti di manutenzione, a volte molto complessi, siano competenti e che le loro capacità professionali siano appropriate per il lavoro e aggiornate con i nuovi sviluppi tecnologici”.

 

Si indica che i datori di lavoro “dovrebbero assicurarsi che gli addetti alla manutenzione possiedano le conoscenze e le competenze adeguate per svolgere i compiti loro assegnati, in modo da lavorare in sicurezza. Tutti i lavoratori incaricati delle attività di manutenzione dovrebbero aver frequentato corsi di sicurezza prima di poter essere messi a lavorare in situ. I corsi dovrebbero comprendere la pianificazione dettagliata di tutti i lavori, e includere parti specifiche sui problemi di sicurezza che incontreranno. Tutte le procedure e le istruzioni di sicurezza (comprendenti le informazioni sui rischi, le possibili conseguenze dell’esposizione agli stessi e le possibili misure preventive che devono essere adottate) devono essere messe comunque a disposizione dei lavoratori (nei libretti di sicurezza o, eventualmente, in rete). Sono consigliabili controlli da parte del datore di lavoro, durante l’attività lavorativa, per verificare che le regole apprese durante la formazione siano effettivamente applicate ed eseguite”.

Si ricorda poi che un fattore importante è la “cooperazione tra il responsabile del servizio prevenzione e protezione e il personale addetto alla manutenzione”.

 

Un’altra buona pratica riguarda il dare importanza ai fattori di stress che influenzano il lavoro di manutenzione.

 

Si segnala, infatti, che “uno dei fattori di rischio importanti nei lavori di manutenzione è lo stress” e i lavoratori incaricati di compiti di manutenzione “sono molto esposti a tale fattore”.

 

In particolare lo stress è “influenzato da:

  • la pressione per l’esecuzione del lavoro entro stretti limiti temporali,
  • i livelli di organico ridotti a causa di riduzioni di personale,
  • la mancanza di manutenzione preventiva di attrezzature e sistemi di sicurezza,
  • la mancanza di manutenzione in generale,
  • la mancanza di know-how specifico tra i fornitori di servizi esterni,
  • l’insufficiente comunicazione tra lavoratori e dirigenti”.

Questo ultimo fattore è andato riducendosi negli ultimi anni: i dirigenti “hanno acquisito maggiore consapevolezza delle problematiche relative al livello di stress dei manutentori” e ciò ha portato “a una comprensione reciproca e a una migliore comunicazione, avviando la ricerca di soluzioni aziendali per la riduzione dello stress, ma anche per la riduzione di altri rischi”.

 

Concludiamo segnalando che il documento Inail, che vi invitiamo a leggere integralmente, si sofferma anche su altre buone pratiche, ad esempio con riferimento all’utilità, per la prevenzione dei rischi, di idonei sistemi di gestione della salute e sicurezza sul lavoro.

 

 

RTM

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Inail, Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti ed insediamenti antropici, “ La manutenzione per la sicurezza sul lavoro e la sicurezza nella manutenzione”, a cura di Giovanni Luca Amicucci, Maria Teresa Settino e Fabio Pera (DIT, Inail), edizione 2019 (formato PDF, 1.43 MB).

 

 

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