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Rischio amianto e lavoro: la risoluzione del Parlamento europeo

Rischio amianto e lavoro: la risoluzione del Parlamento europeo
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Rischi da amianto

09/11/2021

Approvata dal Parlamento europeo una risoluzione recante raccomandazioni alla Commissione sulla protezione dei lavoratori dall’amianto. La strategia per la rimozione dell'amianto, il riconoscimento delle malattie e i limiti di esposizione professionale.

Strasburgo, 9 Nov – Nell’Unione europea “l'amianto causa tra 30.000 e 90.000 decessi all'anno” e le forme di tumori professionali più comuni “sono i tumori ai polmoni, che rappresentano tra il 54% e il 75% dei tumori professionali”. Inoltre l'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (AIRC) “ha riconosciuto che l'amianto è una sostanza cancerogena certa (gruppo 1) responsabile di asbestosi, tumori polmonari e del mesotelioma, nonché di tumori della laringe e delle ovaie”.

 

Considerando poi che l'amianto è vietato nell'Unione dal 2005 e che alcuni Stati membri hanno vietato l'amianto già negli anni '80, “gli Stati membri devono garantire che le fibre di amianto siano completamente eliminate quanto prima possibile”.

L'amianto è un agente cancerogeno “altamente pericoloso utilizzato in tutto il mondo nell'edilizia e in altri materiali in molti settori della vita quotidiana” e “un gran numero di gruppi diversi è a rischio di esposizione all’amianto, tra cui i lavoratori nel settore dell'edilizia e delle ristrutturazioni, dell'estrazione mineraria, della gestione dei rifiuti, i vigili del fuoco, nonché i proprietari e i locatari di immobili”. Senza dimenticare che “gli effetti più nocivi per la salute dovuti alle fibre di amianto inalate e alle malattie legate all'amianto possono richiedere fino a 40 anni per manifestarsi”.

 

A fare queste considerazioni (i “considerando” contenuti nelle risoluzioni europee) è una “Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2021 recante raccomandazioni alla Commissione sulla protezione dei lavoratori dall’amianto” approvata recentemente a larghissima maggioranza per chiedere alla Commissione Europea di intervenire sulla questione amianto. Una risoluzione che interviene sulle strategie nazionali di rimozione dell’amianto, sull’aggiornamento della direttiva 2009/148/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con l’ esposizione all’amianto, sul riconoscimento e indennizzo delle malattie correlate all’amianto e sulla verifica della presenza di amianto prima di lavori di ristrutturazione energetica e della vendita o locazione di un immobile.

 

 

Questi gli argomenti affrontati nell’articolo:


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Le considerazioni della risoluzione del Parlamento europeo

Riprendiamo alcuni altri importanti “considerando” premessi alla risoluzione.

 

Nella risoluzione si considera che:

  • “nonostante le normative vigenti a livello unionale e nazionale, in numerosi casi le malattie legate all'amianto non sono fin troppo spesso riconosciute come malattie professionali e che pertanto le vittime non possono beneficiare di un risarcimento per motivi di lavoro, oltre a dover sopportare le sofferenze fisiche della malattia”;
  • che “la gestione dell'amianto negli edifici, anche negli edifici abbandonati, e la sua rimozione sicura richiedono un esame approfondito della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro in rapporto al piano dell'Unione volto a migliorare l'isolamento termico dell'ambiente edificato al fine di realizzare risparmi energetici e diventare il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050; che la ristrutturazione volta ad aumentare l'efficienza energetica spesso comporta la manipolazione di materiali per tetti, muri o impianti elettrici che potrebbero contenere amianto se sono stati costruiti prima dell'adozione di normative e divieti unionali e nazionali concernenti l'uso dell'amianto; che una quota considerevole dell'ambiente edificato esistente nell'Unione ha più di 50 anni”; che i livelli di esposizione ambientale all'amianto “possono raggiungere i livelli di esposizione professionale”;
  • che, secondo l'Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA), “l'amianto è un agente cancerogeno senza un livello soglia; che l'attuale valore limite vincolante di esposizione professionale per l'amianto è di 0,1 fibre/cm3, misurata in rapporto a una media ponderata nel tempo di riferimento di 8 ore; che il comitato per la valutazione dei rischi dell'ECHA ha preparato un parere sulla riduzione del valore limite vincolante di esposizione professionale per l'amianto; che l'esposizione dovrebbe essere sempre ridotta per quanto tecnicamente possibile, soprattutto quando non esiste una soglia di sicurezza; che, di conseguenza, è necessario riesaminare il valore limite di esposizione professionale onde tenere conto dei più recenti sviluppi scientifici e tecnici, rivedendolo di conseguenza”;
  • che l'80% dei tumori professionali riconosciuti negli Stati membri “è correlato all'amianto; che il 98 % dei costi umani, compreso l'impatto sulla qualità della vita e sulle famiglie dei lavoratori, è sostenuto dai lavoratori; che, secondo le stime, il costo dei tumori professionali nell'Unione è compreso tra 270 e 610 miliardi di EUR all'anno, ossia tra l'1,8 % e il 4,1 % del PIL”;
  • “che l'amianto è stato ampiamente utilizzato nell'edilizia abitativa e presenta rischi per la salute; che il diritto a un alloggio adeguato, la cui definizione comprende il diritto alla protezione contro le minacce per la salute, è stato riconosciuto come un diritto umano e come un elemento chiave per contrastare le disuguaglianze sanitarie da parte dalle organizzazioni internazionali e dagli Stati membri; che la rimozione in condizioni di sicurezza dell'amianto contribuirà a garantire alloggi di qualità per tutti, in particolare per i proprietari e i locatari a basso reddito le cui condizioni abitative si sono deteriorate negli ultimi decenni”;
  • che “l'amianto e i materiali e i prodotti contenenti amianto possono ancora essere legalmente prodotti, trasformati, importati ed esportati in oltre 100 paesi in tutto il mondo, compresi i paesi delle regioni limitrofe dell'Unione”.

 

La strategia europea per la rimozione dell'amianto

La risoluzione invita la Commissione a presentare una strategia europea per la rimozione dell'amianto - European Strategy for the Removal of All Asbestos (ESRAA) - che “comprenda i seguenti elementi:

  1. un quadro europeo per le strategie nazionali di rimozione sicura di tutto l'amianto negli Stati membri che dovrebbe includere una proposta legislativa volta a introdurre norme minime in materia di registri nazionali accessibili al pubblico per l'amianto;
  2. una proposta di aggiornamento della direttiva 2009/148/CE al fine di rafforzare le misure dell'Unione volte a proteggere i lavoratori dalla minaccia dell'amianto e prevenire una nuova ondata di vittime dell'amianto nell'ambito dell'ondata di ristrutturazione;
  3. una proposta legislativa riguardante:
    1. il riconoscimento delle malattie professionali, comprese tutte le malattie conosciute legate all'amianto, incluse norme minime per le procedure di riconoscimento; e
    2. norme minime per l'indennizzo delle vittime di malattie professionali legate all'amianto;
  4. una proposta di aggiornamento della direttiva 2010/31/UE volta a introdurre una verifica obbligatoria dell'amianto e l'obbligo della successiva rimozione dell'amianto e di altre sostanze pericolose prima dell'inizio di qualsiasi lavoro di ristrutturazione, al fine di proteggere la salute dei lavoratori edili;
  5. una proposta legislativa che tenga conto delle normative nazionali vigenti e di una valutazione d'impatto sui modelli più efficienti riguardo alla verifica obbligatoria della presenza di amianto negli edifici, consistente in una diagnosi della presenza di amianto sulle superfici da parte di un'entità professionale con adeguate qualifiche e autorizzazioni, prima della vendita o della locazione e all'istituzione di certificati in materia di amianto per gli edifici costruiti prima del 2005 o prima dell'anno dell'introduzione a livello nazionale di un equivalente divieto dell'amianto, a seconda di quale delle due date sia anteriore”.

 

Le indicazioni per i limiti di esposizione professionale

Come indicato in premessa la risoluzione del Parlamento Europeo si sofferma poi su vari aspetti, con particolare riferimento alla direttiva quadro europea per le strategie nazionali di rimozione dell'amianto, all’aggiornamento della direttiva 2009/148/CE sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un'esposizione all'amianto durante il lavoro e al riconoscimento e indennizzo delle malattie correlate all'amianto.

 

Ad esempio i parlamentari chiedo alla Commissione europea di ridurre i limiti di esposizione professionale all’amianto dall’attuale limite di 0,1 fibre/cm3 (100 000 fibre/m3) a 0,001 fibre/cm3 (1000 fibre/m3) sottolineando che “eminenti ricercatori medici della Commissione internazionale per la salute occupazionale sono giunti alla conclusione che i limiti di esposizione non proteggono adeguatamente contro il cancro” e hanno proposto un valore limite professionale di 1000 fibre/m3. E si chiede poi di predisporre un piano di smaltimento sicuro dei rifiuti di amianto.

 

Infine la Risoluzione invita la Commissione ad “attribuire la massima priorità all'inclusione dell'amianto crisotilo nell'allegato III della convenzione di Rotterdam e all'introduzione di un divieto mondiale dell'amianto”, nonché si  invita l'Unione a “collaborare con le organizzazioni internazionali per creare strumenti che consentano di assegnare un marchio di tossicità al mercato dell’amianto” e a “integrare nelle sue politiche esterne la battaglia contro l'amianto e le malattie correlate all'amianto”.

 

 

Tiziano Menduto

 

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Parlamento europeo - Risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2021 recante raccomandazioni alla Commissione sulla protezione dei lavoratori dall'amianto (2019/2182(INL)).

 

 

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