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I progetti di sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad amianto

I progetti di sorveglianza sanitaria degli ex esposti ad amianto
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Rischi da amianto

28/08/2017

Un seminario si sofferma su un progetto della Regione Toscana di sorveglianza sanitaria degli ex-esposti ad amianto. Il progetto, gli obiettivi e le occasioni di rischio amianto nelle attività delle vetrerie artistiche.

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Per raccontare lo sviluppo di un progetto regionale toscano di sorveglianza sanitaria dedicato agli ex esposti ad amianto, con particolare riferimento alla specificità di alcuni lavoratori individuati nell’ambito di vari ambiti locali, l’ Azienda USL Toscana Centro ha organizzato il seminario “Sorveglianza sanitaria e percorso clinico per gli ex esposti ad amianto (DGRT 396/2016)” che si è tenuto a Pistoia il 21 aprile 2017.

 

In particolare nell’intervento “Il progetto regionale di sorveglianza sanitaria degli ex-esposti ad amianto”, a cura di Elisabetta Chellini (SS Epidemiologia dell’Ambiente e del Lavoro - SC Epidemiologia dei Fattori di rischio e degli stili di vita - Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica - ISPO) viene raccontata la genesi in Regione Toscana della Delibera GRT n.396 del 3 maggio 2016 che ha definito “l’attuazione di una procedura di sorveglianza sanitaria per gli ex-esposti ad amianto omogenea, caratterizzata da una equità di accesso alle prestazioni su tutto il territorio regionale”.

In particolare “sono inclusi nel programma: “i residenti in Toscana, con pregressa esposizione professionale ad amianto certificata dal medico del lavoro di un ambulatorio di sorveglianza sanitaria; di 30-79 anni di età; che abbiano cessato l’esposizione a rischio da meno di 30 anni; sono in pensione o sono in attività in un’azienda diversa da quella dove sono stati esposti”. 

 

Questi gli obiettivi della sorveglianza sanitaria per gli ex-esposti all’amianto:

- “effettuare il riconoscimento della pregressa esposizione e valutarne la durata e l’intensità in modo da stimare gli eventuali rischi per la salute;

- informare il lavoratore ex-esposto sulle patologie legate all’esposizione ad amianto e sulle possibilità attuali di diagnosi e cura, e sui centri diagnostico-assistenziali del SSR ai quali eventualmente rivolgersi;

- approfondire il nesso causale per quei soggetti con pregressa esposizione ad amianto affetti da una patologia asbesto-correlata, indirizzarli a centri assistenziali accreditati e avviare l’iter medico-assicurativo e medico-legale di malattia professionale;

- informare l’ex-esposto sugli eventuali rischi aggiuntivi offrendogli sostegno per modificare comportamenti rilevati a rischio (es. fumo attivo)”.

E si sottolinea, invece, che la sorveglianza sanitaria per l’ex-esposto ad amianto non può essere utilizzata:

- “né a fini di prevenzione primaria in quanto i soggetti sono stati esposti nel passato e non è possibile per loro modificare la storia di esposizione ad amianto, anche se è possibile ridurre rischi aggiuntivi (es fumo);

- né a fini di prevenzione secondaria poiché allo stato attuale non sono disponibili indagini sanitarie in grado di modificare la storia naturale delle singole malattie asbesto-correlate”.

 

Si indica poi, sempre con riferimento alla normativa regionale, che l’accessibilità alla sorveglianza sanitaria per gli ex-esposti “risulta garantita nell’ambito della rete sanitaria pubblica”.

 

Per soffermarsi poi su alcuni esempi di esposizione ad amianto possiamo fare riferimento all’intervento “Amianto nelle vetrerie artistiche di Empoli”, a cura di Tonina Enza Iaia (Medico del Lavoro ASL Toscana Centro, Area Empolese). 

 

Si ricorda che il ciclo lavorativo del vetro artistico si articola principalmente in cinque fasi:

- preparazione miscela;

- fusione;

- lavorazione a caldo;

- ricottura;

- rifinitura a freddo. 

E la realizzazione di manufatti in vetro “prevede l'intervento di più operatori con compiti diversi che avvengono tutti in fornace a partire dal prelievo del vetro fuso dal forno”.

 

Il documento si sofferma su alcune occasioni di rischio.

 

Si indica che “la presenza di amianto sulla piazza, fino alla fine degli anni ’80, era diffusa, per diversi motivi:

- utilizzo di svariati tipi di attrezzi, adattati alle varie tipologie di prodotto in lavorazione da movimentare manualmente, che dovevano essere coibentati e che di regola stazionavano in ambiente anche quando non utilizzati; tali utensili, venivano fasciati e sfasciati (per sostituire la fasciatura usurata) sia da personale addetto all’officina ma anche direttamente dal lavoratore che li utilizzava, con corde, filotti o nastri di amianto; 

- di amianto erano i cartoni e le tele usati come basi di appoggio per i pezzi in lavorazione ancora caldi (circa 500 °C);

- amianto poteva essere presente come ricopertura dei banchetti per il controllo qualità;

- rivestiti di amianto erano i supporti con cui venivano sostenuti e fissati i pezzi durante le lavorazioni a caldo con le macchine;

- tele di amianto e a volte le corde venivano usate come tende per coprire l’imbocco e l’uscita del forno di tempera e spesso come copertura del fondo del forno stesso su cui venivano poggiati i pezzi; le tende in amianto contro cui continuamente urtavano i pezzi in entrata e uscita dal forno tempera spesso si presentavano sfilacciate e parzialmente disfatte;

- in amianto erano a volte realizzati i parafuochi per schermare le bocche dei forni a padella;

- coibentati con amianto potevano essere i camini presenti sui forni di fusione”.

Infine erano anche possibili “usi impropri dell’amianto come: ricopertura di superfici, legatura, fasciatura di oggetti, uso come piani di appoggio per la colazione che consumavano sul posto di lavoro dopo averla scaldata nei forni di tempera”.

 

Il documento si sofferma sui casi di patologie da amianto in lavoratori del vetro dal 1998 al 2016 e la ricostruzione delle storie lavorative dei soggetti riconduce sempre a “mansioni varie eseguite nel reparto di formatura del vetro svolgendo compiti tipici” della cosiddetta “piazza” quali quelli dei levatori (“mediante canne di acciaio, prelevano attraverso la bocca del forno, la quantità di vetro necessaria”), del soffiatore (“utilizzando una canna che ruota continuamente, soffia aria con la bocca per conferire al pezzo la forma voluta; il pezzo viene completato con gambi, piedi, manici e decori vari da parte di addetti attacca-gambi, attacca-piedi,…”), scalottatore, portantino (“addetto a portare i pezzi ancora caldi da una postazione di lavoro all’altra fino allo scalottatore”), etc. “provvedendo anche personalmente alle operazioni di fasciatura e sfasciatura degli utensili”.   

 

Ricordiamo, per concludere che gli atti del seminario si soffermano anche su:

- ex esposti Breda e Santa Lucia;

- ex esposti comparto tessile Prato;

- ex esposti FS – OGR Firenze.

 

 

Il progetto regionale di sorveglianza sanitaria degli ex-esposti ad amianto”, a cura di Elisabetta Chellini (SS Epidemiologia dell’Ambiente e del Lavoro - SC Epidemiologia dei Fattori di rischio e degli stili di vita - Istituto per lo Studio e la Prevenzione Oncologica - ISPO), intervento al seminario “Sorveglianza sanitaria e percorso clinico per gli ex esposti ad amianto (DGRT 396/2016)” (formato PDF, 905 kB).

 

Amianto nelle vetrerie artistiche di Empoli”, a cura di Tonina Enza Iaia (Medico del Lavoro ASL Toscana Centro, Area Empolese), intervento al seminario “Sorveglianza sanitaria e percorso clinico per gli ex esposti ad amianto (DGRT 396/2016)” (formato PDF, 1.71 MB).

 

Regione Toscana, Giunta Regionale, “ Estratto dal verbale della seduta del 03-05-2016” (formato PDF, 88 kB).

 

 

Tiziano Menduto



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