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INFORTUNI SUL LAVORO IN EUROPA: I DATI EUROSTAT

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Dati e statistiche

09/03/2006

Diffusi i dati sugli infortuni sul lavoro in Europa: quattro milioni di infortuni e 4.700 morti ma in calo rispetto agli anni precedenti. L’Italia tra i paesi “virtuosi” con un minor numero di vittime rispetto a Spagna, Francia e Germania.

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Quattro milioni di infortuni e 4.700 morti nella UE, ma il dato conferma un calo rispetto agli anni precedenti. Questi i dati sugli infortuni sul lavoro del 2003, recentemente pubblicati da Eurostat, nei 15 Stati membri sono circa 4,2 milioni gli infortuni che hanno determinato una assenza dal lavoro superiore ai tre giorni, e quasi 4.700 i casi mortali che, però, non comprendono gli infortuni in itinere (cioè quelli che si sono verificati nel tragitto casa-lavoro o viceversa). È quanto emerge da Dati INAIL di febbraio, foglio mensile dell’Istituto sull’andamento degli infortuni sul lavoro.
Infortuni
Il dato europeo, che conferma una tendenza al ribasso in atto ormai da molti anni, vede al primo posto il settore dell’industria manifatturiera con il 26% dei casi, seguito dalle costruzioni con il 18%, percentuale che sale addirittura al 27% per gli infortuni mortali. A spiegarlo è Alessandro Salvati, che inoltre mette in luce come gli indici di incidenza, elaborati da Eurostat, confermino la posizione favorevole dell’Italia rispetto alla media europea che presenta addirittura, per gli infortuni in complesso, valori marcatamente inferiori a quelli di Paesi come: Spagna, Francia e Germania. Pertanto l’Italia si colloca nel gruppo dei Paesi “virtuosi” con un indice pari a 3.267 infortuni per 100mila occupati contro i 3.334 della UE a 15.

Annualmente EUROSTAT, nell’ambito del sistema EODS (European Occupational Diseases Statistics) rileva i dati riguardanti le malattie professionali riconosciute nei diversi Stati membri. Allo stato attuale, soltanto 11 Paesi, tra i quali l’Italia, sono stati in grado di fornire le informazioni richieste. L’incompletezza dei dati è da attribuire al fatto che le statistiche europee vengono raccolte da EUROSTAT in forza di una semplice “raccomandazione” stabilita dai Programmi Statistici Comunitari. Per migliorare qualitativamente e quantitativamente tali statistiche, è in discussione un nuovo Regolamento Comunitario che, nel rispetto delle strutture giuridico-amministrative nazionali, dovrà dotare EUROSTAT di strumenti normativi più efficaci e cogenti nei confronti degli Stati membri.
Tenuto conto di tali limiti, nell’ultimo anno di rilevazione, il 2003, le malattie professionaliriconosciute nella U.E. sono state oltre 54mila, con un sensibile incremento rispetto all’anno precedente (+8,4%). In particolare la “top ten” delle patologie più frequenti rappresenta circa l’85-90 % della totalità degli eventi registrati: l’apice della classifica appartiene alle malattie da agenti fisici (quasi 70% del totale) e, tra queste, quelle più diffuse sono le tendinopatie della mano e del polso (19,4%). La forte riduzione dei casi di Sindrome di Raynaud è da ricollegare - afferma EUROSTAT - alla crisi del settore minerario nel Regno Unito. Il mesotelioma, non solo rappresenta la patologia respiratoria più frequente (3,1%), ma anche l’unica neoplasia presente tra le malattie a più alta incidenza. Il gruppo delle patologie da agenti chimici si posiziona all’ultimo posto (1,1%), preceduto di poco da quelle da agenti infettivi e parassitari (1,3%); entrambi i gruppi, considerati in valore assoluto, esprimono valori annui al di sotto del migliaio di casi. A cura di Marta Clemente.

 

 

 

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