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COVID-19: come lavorare in sicurezza negli studi professionali?

COVID-19: come lavorare in sicurezza negli studi professionali?
Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Coronavirus-Covid19

08/05/2020

Un documento presenta un protocollo anticontagio COVID-19 per gli studi professionali senza lavoratori subordinati. Focus sulla riorganizzazione degli spazi e sulle regole generali di comportamento negli studi professionali.

 

Genova, 8 Mag – Nella Fase 2 dell’emergenza legata al virus SARS-CoV-2 si moltiplicano, dopo le indicazioni generali contenute nel “ Protocollo condiviso” (da Parti sociali e Governo) e quelle più specifiche correlate ai protocolli per il settore del trasporto, per le attività sanitarie o per il comparto edile, i documenti che offrono utili indicazioni per implementare idonei protocolli anti-contagio in specifici ambiti lavorativi.

 

Oggi ci soffermiamo in particolare su documento dal titolo “Protocollo anticontagio COVID-19 per gli studi professionali senza lavoratori subordinati”, redatto dall’Ing. Davide Levo con la collaborazione dell’avvocato Arianna Rovere, il cui obiettivo è favorire la prevenzione del l contagio dell’infezione COVID-19 nell’ambito di tali studi professionali, “a tutela della salute dei Professionisti e dei relativi clienti”.

 

Il documento, che è aggiornato al DPCM 26 aprile 2020 e al “Protocollo condiviso” nella versione del 24 aprile, presenta un protocollo che, tuttavia, non si applica:

  • “agli studi professionali che hanno destinazione d’uso medico, sanitario o similare;
  • agli studi professionali che costituiscono luogo di lavoro di lavoratori subordinati, o equiparati, alle dipendenze dei Professionisti”.

 

Si indica poi che l’applicazione del documento da parte dei Professionisti “soddisfa la raccomandazione di cui all’articolo 1, comma 1, lettera ii), punto c), del DPCM 26 aprile 2020 inerente il contenimento del contagio COVID-19 nell’ambito delle attività professionali. Sono fatte salve, in ogni caso, eventuali disposizioni emanate dalle autorità locali che impongano misure più restrittive di quelle previste a livello nazionale”.

 

L’articolo si sofferma sui seguenti argomenti:

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La riorganizzazione degli spazi dello studio

Il documento presenta diverse informazioni sulla riorganizzazione degli spazi dello studio.

 

Gli spazi dello Studio devono, infatti, “essere riorganizzati, laddove possibile, in modo da facilitare l’opera di prevenzione e protezione dall’infezione COVID-19”. E l’obiettivo della riorganizzazione “è quello di segregare adeguatamente gli ambienti di vita e di lavoro dei singoli Professionisti presenti all’interno dello Studio, in modo che essi si mantengano il più possibile isolati gli uni dagli altri così come dai visitatori esterni”.

 

Queste alcune indicazioni:

  1. Devono essere minimizzati gli spazi comuni di lavoro, favorendo l’uso da parte di ogni Professionista, per quanto possibile, di una propria stanza individuale, chiusa rispetto agli altri ambienti dello Studio e dotata di serramento su esterno. A questo scopo può essere utile ridefinire temporaneamente la destinazione d’uso di determinati locali dello Studio (in presenza di due sale riunioni, ad esempio, una può essere riallocata come stanza individuale per un Professionista che di norma non ne usufruisce).
  2. Nelle aree di lavoro dello Studio in cui non è possibile impedire la contemporanea presenza di due o più Professionisti, ad ognuno di essi deve essere assegnata una postazione dedicata che sia:
    1. distanziata di almeno 2 metri dalle postazioni degli altri Professionisti;
    2. in subordine, laddove tale distanziamento non sia concretamente fattibile, dotata di appositi divisori fisici, ad esempio in plexiglass, la cui forma e dimensione siano tali da impedire al droplet delle persone più vicine di raggiungere la postazione di lavoro del Professionista.
  3. Deve essere minimizzato l’impiego di attrezzature di lavoro in comune (ad esempio favorendo l’impiego di stampanti locali di postazione rispetto alle stampanti condivise in rete).
  4. Deve essere ricavato nello Studio uno spazio dedicato al ricevimento dei visitatori esterni che risulti segregato rispetto agli spazi di vita e lavoro dei Professionisti, tipicamente la sala riunioni. Questa dovrà essere organizzata in modo tale che il visitatore ed il Professionista ricevente possano sedere e parlarsi rimanendo ad una distanza non inferiore a 2 m, per esempio mediante la predisposizione di due tavoli distinti e distanziati. Se ciò non è possibile allora è necessario installare sul tavolo comune di riunione un apposito divisorio, ad esempio in plexiglass, la cui forma e dimensione siano tali da impedire al droplet del visitatore di raggiungere il Professionista e viceversa.
  5. All’ingresso dello Studio deve essere ricavata una piccola area filtro in cui i Professionisti ed i visitatori possano espletare le pratiche igieniche e protettive di accesso (vestizione, disinfezione mani, ecc..).
  6. Deve essere sospeso l’uso degli spazi condivisi di guardaroba dello Studio per il deposito di vestiti ed accessori per esterni dei Professionisti (armadi, angolo attaccapanni, ecc...). Deve essere riservato, invece, un apposito spazio chiuso guardaroba ad uso esclusivo dei visitatori, da sanificare a ogni uso.
  7. Deve essere sospeso l’uso della sala di attesa dello Studio normalmente riservata ai visitatori (ad esempio rimuovendo o rendendo inutilizzabili le sedute ivi presenti).
  8. Deve essere sospeso l’uso delle attrezzature e degli spazi comuni di pausa/ristoro dello Studio (macchinetta del caffè, distributore alimenti, frigorifero, boccione acqua, angolo cottura, ecc...).

 

Le regole generali di comportamento negli studi

Veniamo invece alle regole generali di comportamento.

 

Si indica che al fine di evitare di “contrarre o propagare l’infezione COVID-19 all’interno dello Studio, ogni Professionista deve costantemente cercare di comportarsi:

  1. come se ogni persona che ha di fronte fosse contagiata;
  2. come se egli stesso fosse contagioso nei confronti delle altre persone presenti nello Studio”.

 

Queste alcune regole generali descritte nel documento:

  1. “I Professionisti non si recano nello Studio se la propria attività professionale non rientra tra quelle ufficialmente consentite dalle vigenti disposizioni nazionali e locali, ivi incluse le ordinanze regionali e comunali, in materia di contenimento dell’epidemia COVID-19.
  2. I Professionisti non si recano nello Studio:
    1. se hanno notizia della propria positività all’infezione COVID-19;
    2. se manifestano sintomi dell’infezione COVID-19, ivi inclusa una temperatura corporea ≥ 37,5°C;
    3. se hanno avuto contatti da meno di 14 giorni con persone positive all’infezione COVID-19 oppure con persone che hanno manifestato sintomi correlati all’infezione COVID-19.
  3. I Professionisti minimizzano, per quanto possibile, la frequenza dei propri accessi allo Studio, limitandoli ai casi strettamente necessari ovvero relativi ad attività e prestazioni professionali che non possono essere rinviate ne rese utilizzando modalità di lavoro agile presso il proprio domicilio.
  4. I Professionisti, nel caso in cui debbano necessariamente recarsi in Studio, si informano reciprocamente in via preliminare e si coordinano in modo tale da minimizzare, per quanto possibile, la propria presenza contemporanea al suo interno.
  5. Nel caso in cui la presenza contemporanea in Studio di due o più Professionisti non sia generalmente evitabile, gli stessi organizzano, per quanto possibile, turni di lavoro alternati a coppie fisse (ad esempio: un giorno la coppia A+B, il giorno successivo la coppia C+D, poi nuovamente A+B e cosi via...), in modo che l’eventuale contagio di un Professionista minacci solo ed esclusivamente il collega fisso del proprio turno e non altri.
  6. I Professionisti accedono allo Studio soltanto se dotati dei seguenti dispositivi di protezione, che devono indossare continuativamente sia all’interno degli spazi comuni sia nelle stanze individuali degli altri Professionisti a cui abbiano eventualmente accesso, anche solo occasionale” (rimandiamo alla lettura integrale del documento che riporta ulteriori indicazioni sull’uso dei vari dispositivi di protezione):
    1. mascherina chirurgica oppure maschera protettiva FFP2-FFP3 senza valvola respiratoria oppure maschera protettiva FFP2-FFP3 con valvola respiratoria e sovrapposta mascherina chirurgica;
    2. guanti monouso;
    3. calzari monouso”.
  7. L’utilizzo dei dispositivi di protezione sopra indicati è raccomandato ai Professionisti anche all’interno delle rispettive stanze individuali.
  8. Le modalità d’uso dei dispositivi di protezione individuale, ed in particolare delle maschere, devono essere conformi alle indicazioni dei relativi produttori e delle pubbliche autorità.
  9. I Professionisti devono cercare di rimanere permanentemente nella propria stanza a porta chiusa. I Professionisti devono limitare il più possibile, in particolare, l’accesso alle stanze altrui; eventuali esigenze di comunicazione interna devono essere espletate ogni qualvolta possibile per via interfonica, telefonica o elettronica.
  10.  Qualora sia indispensabile uscire dalla propria stanza, i Professionisti, comunque dotati di maschera, devono sempre mantenersi ad almeno 2 m di distanza l’uno dall’altro. La distanza può essere ridotta eccezionalmente e per brevissimi periodi ad 1 m. Questa regola non si applica nel caso di Professionisti disabili che debbano essere necessariamente coadiuvati in Studio da assistenti o accompagnatori.
  11.  All’interno dello Studio i Professionisti non eseguono in presenza alcun tipo di riunione, convegno, corso di formazione o analoghe attività foriere di assembramento, fatta eccezione per il ricevimento di un unico visitatore per volta nel rispetto delle modalità di sicurezza più oltre descritte.
  12.  Ogni qualvolta il Professionista lascia un locale dello Studio, deve sempre chiuderne la porta.
  13.  Ogni stanza individuale deve essere arieggiata dal Professionista almeno 4 volte al giorno per almeno 10 minuti, anche in presenza di impianto di condizionamento attivo”.
  14.  “Ogni ambiente di lavoro condiviso (ad esempio sale di lavoro comuni) deve essere arieggiato dai Professionisti che lo occupano almeno 4 volte al giorno per almeno 10 minuti, anche in presenza di impianto di condizionamento attivo”.
  15.  Ogni Professionista “dota la propria stanza individuale di soluzione idroalcolica con cui disinfettare regolarmente i propri guanti, soprattutto dopo la manipolazione di documenti provenienti dall’esterno.
  16.  I Professionisti non condividono bottiglie, bicchieri, posate, telefoni, indumenti, oggetti personali e, per quanto possibile, cancelleria, attrezzature di lavoro e/o documenti cartacei.
  17.  L’utilizzo di attrezzature condivise, ad installazione fissa o portatili, (stampanti, copiatrici, fax, scanner, plotter, telefoni, palmari, notebook, strumenti di misura, ecc...) deve essere ridotto al minimo indispensabile e deve prevedere, quando possibile, l’impiego di fazzoletti monouso per l’attivazione dei comandi così come l’immediata sanificazione delle attrezzature dopo il loro uso mediante disinfettante e carta monouso.
  18.  Nello Studio sono vietati l’accensione e l’uso di ventilatori, climatizzatori e condizionatori ad aria (di riscaldamento o raffrescamento), a meno che non siano del tipo a tutta aria esterna senza ricircolo. Se la disattivazione nel periodo invernale non è possibile, (ovvero se la climatizzazione ad aria calda è l’unico sistema di riscaldamento dello Studio) allora si devono applicare le seguenti precauzioni:
    1. i filtri degli impianti devono essere sostituiti, se possibile, con nuovi pacchi ad elevata efficienza filtrante, da selezionare con l’ausilio del manutentore di fiducia dello Studio;
    2. devono essere attivati i soli impianti asserviti ai locali dello Studio permanentemente occupati;
    3. i ventilatori degli impianti devono essere azionati alla minima velocità possibile compatibilmente con il mantenimento di una temperatura interna non superiore a 20°C;
    4. deve comunque essere garantito l’arieggiamento periodico dei locali con aria esterna, così come sopra descritto;
    5. devono essere rigorosamente applicate le istruzioni di pulizia degli impianti” (sono descritte al capitolo 8 del documento);
  19.  “All’interno dello studio i Professionisti adottano le modalità di igiene oro-respiratoria e di igiene delle mani raccomandate dalle pubbliche autorità.
  20.  Si raccomanda che i Professionisti provvedano a:
    1. azionare i comandi di accensione/spegnimento delle luci dei locali mediante il polso o il gomito;
    2. aprire le maniglie e le porte dei locali utilizzando il gomito.
  21.  I Professionisti evitano, per quanto possibile, di assumere cibi in Studio. Se ciò non può essere evitato, allora si deve procedere in forma individuale e debitamente distanziata”.

 

L’indice del documento

Concludiamo riportando l’indice del documento “Protocollo anticontagio COVID-19 per gli studi professionali senza lavoratori subordinati”:

 

1. INTRODUZIONE

2. INFORMAZIONI GENERALI SUL RISCHIO DI CONTAGIO COVID-19 NELL’AMBITO DELLO STUDIO

3. RIORGANIZZAZIONE DEGLI SPAZI DELLO STUDIO

4. REGOLE GENERALI DI COMPORTAMENTO

5. REGOLE SPECIALI PER I PROFESSIONISTI VULNERABILI

6. REGOLE DI RICEVIMENTO DEI VISITATORI

7. REGOLE DI UTILIZZO DEI SERVIZI IGIENICI COMUNI

8. REGOLE DI PULIZIA E SANIFICAZIONE

9. REGOLE DI GESTIONE DEGLI INTERVENTI DI MANUTENZIONE

10. REGOLE DI UTILIZZO DEGLI AUTOMEZZI

11. DOTAZIONI ANTICONTAGIO DI STUDIO

12. IN CASO DI CONTAGIO O SOSPETTO CONTAGIO COVID-19

Definizioni ed acronimi

Riferimenti

Allegati

 

 

 

RTM

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Protocollo anticontagio COVID-19 per gli studi professionali senza lavoratori subordinati”, un documento redatto dall’Ing. Davide Levo con la collaborazione dell’avvocato Arianna Rovere, Versione 00 del 04/05/2020 (formato PDF, 1.14 MB).

 

 

Scarica la normativa di riferimento:

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 26 aprile 2020 – Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull'intero territorio nazionale.

 

Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro.

 

 

 

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Rispondi Autore: Giovanni Bersani - likes: 0
08/05/2020 (08:02:09)
Bene per molti aspetti. Certo che, ad esempio, eliminare l'uso della macchinetta del caffè mi pare un po' esagerato. Lavarsi prima le mani...e poi farsi tutti i caffè che si vuole mi parrebbe meglio. Anche perché la prevenzione "da contatto" è davvero difficile garantirla al 100% e quindi meglio essere molto rigidi sulla PROPRIA attenzione (mani pulite e niente contatto col viso). Oltre ovviamente ai distanziamenti ecc.
Rispondi Autore: Andrea - likes: 0
08/05/2020 (09:27:57)
Praticamente si vorrebbe porre lo Studio Professionale ad un livello intermedio tra le normali aziende e le strutture sanitarie: maggiore distanziamento, uso obbligatorio di DPI (calzari compresi), divieti a destra ed a manca...
Mi piacerebbe sapere se la motivazione di questo eccessivo rigore sia stato pensato a fronte di un effettivo maggior rischio degli Studi rispetto alle altre attività (sinceramente io non lo trovo), o semplicemente con l'obiettivo di "pararsi la schiena", adottando misure esagerate (e solitamente controproducenti).
Rispondi Autore: Valentino Peretti - likes: 0
08/05/2020 (09:37:38)
Le misure sono effettivamente rigorose, ma lo trovo comunque un lavoro ben fatto e con spunti interessanti anche per altre attività. Un sincero grazie !
Rispondi Autore: Giovanni Bersani - likes: 0
08/05/2020 (10:03:02)
Ah ecco, non avevo notato i calzari ai piedi. Sto seguendo molte attività 'ufficio' facendo riferimento a tante linee guida applicative del Protocollo 24 aprile. Dire che non si può prendere il caffè (come dicevo sopra) e che si deve entrare coi calzari ai piedi fa perdere di valore pratico (applicativo) un documento del genere.
Ovviamente parlo per me, a mio personale giudizio... che però ho costruito in base ai criteri che ho letto, studiato e discusso ampiamente in queste settimane anche con persone di competenza del mio ordine professionale (Ing.).
Ovviamente: evviva sempre la buona volontà e le diverse opinioni se aperte alle critiche (educate e costruttive).
Autore: DAVIDE LEVO
08/05/2020 (10:28:08)
Egregio, in effetti immaginavo che la sospensione del caffé avrebbe sollevato critiche ... ! Scherzi a parte il documento proposto vuole essere una linea guida di carattere generale e, proprio per questo, particolarmente rigorosa. Non si tratta, per altro, di obblighi di legge, se non in alcuni aspetti specifici. Ogni professionista, quindi, può e deve modulare il proprio protocollo in funzione della propria specifica realtà. Nel mio studio, ad esempio, applico solo una parte del documento che ho pubblicato (e per il caffé uso una macchinetta "privata" nella mia stanza individuale ....).
Un cordiale saluto.
Davide Levo
Rispondi Autore: Giorgio Gallo - likes: 0
08/05/2020 (10:37:56)
Basta disciplinare le cose e si può usare tutto, boccioni dell'acqua compresi. Capisco le preoccupazioni, ma vietare tutto peggiora le cose piuttosto che creare regole. Se ho spazio refettorio dove prima mangiavano in 10, basta ridurlo a 3 distanziando bene, con procedure e tempi contingentati, usare turni e risolvo e non elimino spazi sociali minimi cmq importanti. Al caffé, basta regolare, 1 per volta e procedura. I calzari sono eccessivi a mio avviso. Insomma, buono come base ma onestamente troppo eccessivo anche perché durerebbe 2 giorni al massimo per poi ritrovarsi tutti a fare cose assurde.
Rispondi Autore: Giovanni Bersani - likes: 0
08/05/2020 (10:43:13)
Grazie per la precisazione.
Resto tuttavia perplesso sull'utilità allora di un documento così estremamente rigoroso che, si suppone, dovrebbe servire a chi è meno competente per poter sapere "cosa devo fare io nel mio Studio?".
Perché altrimenti, così com'è, diventa un documento che richiede UN ALTRO esperto che dica cosa 'devo' applicare, cosa 'è consigliato' applicare, ecc. In funzione di cosa? Di quanti soldi ho da spendere? Di quanta gente è presente?
C'è discrezionalità, ok, ma nel documento non si distingue ed è la prima cosa che un cliente chiede quando deve adeguarsi.
Quindi complimenti per il lavoro rigoroso, e se si riesce a far tutto è un'ottima garanzia, oppure può essere (per me, consulente 'esperto') un elenco utile da cui trarre spunto. Ma così temo non possa essere dato in mano a chi non è esperto.
Spero si capisca l'intento dell'osservazione, non vorrei sembrare troppo negativo. Grazie comunque del lavoro, ovviamente


Rispondi Autore: giorgina milanesi - likes: 0
08/05/2020 (11:17:56)
melius abundare quam deficere
Rispondi Autore: Giovanni Bersani - likes: 0
08/05/2020 (11:32:31)
"Melius abundare quam deficere"
...se coi clienti lei usasse questa frase (salvo casi di effettivo dubbio o comunque mettendo bene in evidenza i pro e contro delle varie scelte affinché il titolare possa VALUTARE la situazione e decidere) ...ebbene... finirebbe per non avere più lavoro.
Non scherziamo per favore, siamo realisti, bisogna studiare le cose a fondo e al contempo aver chiara la realtà, con le sue complicazioni che richiedono una VALUTAZIONE del da farsi e che spesso non porta al "melius abundare...". Come ha detto Gallo qui sopra.

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