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"Lettera di diffida" per le aziende che espongono i lavoratori al fumo passivo

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Ristorazione e turismo

13/02/2004

Particolarmente a rischio dipendenti di pub, ristoranti e discoteche. L’entrata in vigore della legge Sirchia comporterà un effettivo miglioramento degli ambienti di lavoro?

Sono stati recentemente presentati dall’Istituto dei Tumori di Milano (INT) (Ambulatorio per i danni da fumo) i risultati di rilevazioni delle concentrazioni di inquinanti, in particolare delle polveri sottili PM10, presso pub, discoteche e ristoranti nella zona di Milano.
La concentrazione di PM10 rilevata è di circa 600-700 microgrammi al metro cubo, ma in un pub ha toccato il picco di 1400 microgrammi. Un valore elevatissimo se si pensa che la soglia massima per l’ambiente esterno è di 50 microgrammi.

Quella sui pub e ristoranti è solo una delle rilevazioni a tappeto effettuate in questi anni dall’Istituto dei Tumori. Indagini che hanno riguardato tutti i luoghi aperti al pubblico, ospedali, treni, locali di vario genere. Già nel 2002, con uno studio pubblicato su “Epidemiologia e Prevenzione”, i ricercatori dell’INT hanno evidenziato che il PM10 da fumo passivo di tabacco in locali chiusi può eccedere di decine di volte le concentrazioni consentite per legge nell’ambiente outdoor (50 mg) anche in ambiente ventilato.
Ancor più grave la situazione se si considerano le polveri fini e ultrafini (PM2,5, e PM1) generate dal fumo di sigaretta.

Un aspetto rilevante riguarda l’esposizione di baristi, dipendenti e proprietari dei locali al fumo passivo, che è definito dall’OMS come agente cancerogeno del Gruppo I, così come l’amianto.
La legge infatti tutela i lavoratori dal fumo passivo ma, secondo il dott. Boffi dell’Istituto dei Tumori, dovrebbero essere prese misure speciali, trattandosi di un agente cancerogeno.
“Il 30% delle persone che si sono rivolte all’ Ambulatorio per i danni da fumo – ha dichiarato il dott. Boffi – aveva problemi di fumo passivo”.
“Per aiutare i fumatori passivi nell'ambiente di lavoro è a disposizione un Consulente Legale, con l'eventuale compilazione di personalizzate "lettere di diffida". Tali lettere sono di tre tipi, citando ognuna studi scientifici e sentenze giuridiche diverse a seconda della categoria di fumatore passivo a cui il soggetto appartiene: i dipendenti di Aziende private, quelli in Enti pubblici e infine le donne in gravidanza, particolarmente a rischio se esposte al fumo passivo per loro stesse e per il loro futuro bambino.[…]”
Riferendoci ai dati del maggio 2003, ai fumatori passivi sono state consegnate 53 lettere di diffida, di cui 16 per Enti pubblici e 37 per Aziende private (di cui 1 a una donna in gravidanza): 33 lavoratori hanno a loro volta consegnato la lettera, e in 20 luoghi di lavoro sono stati presi provvedimenti per vietare il fumo.

Con l’entrata in vigore nel gennaio 2005 della Legge Sirchia contro il fumo (Legge 16 gennaio 2003, n. 3), sarà consentito fumare nei locali pubblici solo in specifiche aree, con determinate caratteristiche riguardanti anche la ventilazione dei locali (requisiti tecnici definiti dal Decreto Presidente del Consiglio dei Ministri 23 dicembre 2003). [A tale proposito si veda PuntoSicuro del 8.1.4].
Ma attrezzando l’area fumatori a norma di legge vi è un effettivo abbattimento delle polveri sottili e di altri inquinanti quali benzene, monossido di carbonio ecc?
A tale proposito il dott. Boffi ha annunciato la prossima pubblicazione di importanti risultati di esperimenti effettuati in un ambiente nel quale è stato riprodotto quanto previsto dalla legge Sirchia per le aree fumatori.
Valutare l’effettiva efficacia dei sistemi utilizzati è assai importante anche per la tutela di coloro che lavorano nei locali, infatti gli avventori scelgono deliberatamente di accedere all’area fumatori del ristorante a differenza dai dipendenti del locale, che per svolgere il loro lavoro devono recarsi in quelle zone del locale.
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