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Factsheet n. 86: la sicurezza nel settore pulizie

Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Lavoratori

29/03/2010

Disponibili diversi documenti dell’EU-OSHA sulla prevenzione degli infortuni per gli addetti alle pulizie. I problemi dell’organizzazione lavorativa e degli orari di lavoro, gli appalti, i rischi dei lavoratori e le misure di prevenzione attuabili.

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L’Agenzia Europea per la sicurezza e salute sul lavoro (EU-OSHA) sottolinea come in tutti i luoghi di lavoro si effettuino lavori di pulizia: quello delle pulizie è un settore in crescita, con servizi che sempre più spesso sono affidati all’esterno, in appalto.
E al di là di alcune imprese di grandi dimensioni, in questo settore prevalgono le piccole imprese, spesso con meno di dieci dipendenti. E i lettori di PuntoSicuro ben conoscono le problematiche e difficoltà relative alla sicurezza e salute sul lavoro delle aziende di piccole dimensioni.



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L’Agenzia europea ha pubblicato diversi documenti per la sicurezza nel settore delle pulizie, ad esempio un report sul tema della prevenzione dei danni ai lavoratori addetti alle pulizie – “The occupational safety and health of cleaning workers” - e il “Factsheet n. 86: Prevenzione degli infortuni per gli addetti alle pulizie” che riprende in lingua italiana diversi argomenti trattati dal report.

Il documento ricorda che la tendenza ad affidare in appalto a ditte esterne il lavoro di pulizia e a selezionare le offerte soltanto in base al prezzo, porta le imprese del settore a forti pressioni per tagliare i prezzi con la conseguenza di possibili “investimenti inadeguati nella formazione e in altre attività di gestione essenziali per la protezione dei lavoratori”.
Inoltre è presente il rischio che “datori di lavoro senza scrupoli cerchino di ottenere un vantaggio sleale nelle procedure d’appalto adottando pratiche illegali nei rapporti con la manodopera, ad esempio non pagando interamente i contributi previdenziali o impiegando manodopera illegale”.
Per ovviare a queste problematiche “le parti sociali europee nel settore della pulizia industriale hanno adottato posizioni comuni in materia di occupazione e di lavoro irregolare” e hanno pubblicato alcuni documenti per la promozione della qualità nelle gare d’appalto.

Veniamo ai pericoli e rischi comuni al settore delle pulizie presentati nel rapporto:
- “rischio di scivolare, inciampare e cadere, in particolare durante operazioni di pulizia con liquidi;
- rischio di disturbi muscoloscheletrici, derivanti ad esempio dal sollevamento di pesi o da lavori ripetitivi;
- esposizione a sostanze pericolose contenute nei prodotti di pulizia;
- esposizione a sostanze pericolose durante la pulizia, che possono includere pericoli biologici come muffe o rifiuti biologici umani”;
- problemi psicosociali come stress da lavoro, violenza e mobbing;
- rischi, come la folgorazione, derivanti dalle attrezzature di lavoro.
E di conseguenza i disturbi legati all’attività professionale possono comprendere:
- “lesioni a seguito di scivolate, inciampate e cadute;
- disturbi muscoloscheletrici;
- stress da lavoro, ansia e disturbi del sonno;
- disturbi dermatologici, come dermatite da contatto ed eczema;
- disturbi respiratori, come l’asma;
- patologie cardiovascolari”.

Un altro problema è costituito dal fatto che spesso i lavori di pulizia vengono effettuati “al di fuori dei normali orari di lavoro, spesso nelle prime ore del mattino, la sera o di notte”. Inoltre i “lavoratori hanno talvolta contratti a tempo parziale e temporanei e spesso hanno più di un impiego”. Tutte condizioni che possono contribuire ad aumentare i rischi per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Nel documento dell’Agenzia Europea si ricorda, tuttavia, che a volte è possibile – sono riportate alcune esperienze – cambiare gli orari e svolgere i lavori di pulizia in orari diurni con vantaggi  per il cliente (una “migliore qualità del servizio, grazie al contatto diretto tra il cliente stesso e gli addetti alla pulizia”), per l’impresa di pulizia (“minore avvicendamento di personale, che preferiva il lavoro in orari diurni”) e per i lavoratori (“maggiore soddisfazione professionale e condizioni di lavoro più sicure e più sane”).

Le raccomandazioni raccolte nel rapporto sono sintetizzate in alcune brevi indicazioni:
- “selezionare il servizio di pulizia in base alla qualità, non al prezzo;
- passare alla pulizia in orari diurni;
- tenere nella giusta considerazione gli addetti alle pulizie e il lavoro che svolgono: se è fatto male, può costare all’impresa;
- considerare la pulizia un compito essenziale che può esporre i lavoratori a particolari pericoli e rischi;
- valutare i rischi per gli addetti alla pulizia e attuare misure di prevenzione;
- condividere informazioni sulla salute e la sicurezza con tutte le parti interessate, che possono comprendere il cliente, l’impresa di pulizia, il proprietario dell’edificio e i lavoratori stessi”.

Un altro documento prodotto dall’Agenzia Europea, dal titolo “E-Fact 36: Prevenzione di infortuni e malattie per gli addetti alle pulizie”, fornisce ulteriori informazioni sui pericoli presenti nei lavori di pulizia e su come proteggere l’incolumità degli operatori.

Concludiamo riportando da questo documento diversi esempi di strategie di prevenzione e intervento per la protezione della sicurezza e salute dei lavoratori:

 - “informazione e formazione sul sollevamento e la movimentazione di prodotti e attrezzature; - assicurare la corretta etichettatura di tutte le sostanze utilizzate dagli addetti alle pulizie, la formazione e l’informazione del personale addetto alle pulizie sull’uso sicuro di tali sostanze e, ove necessario, la fornitura di indumenti e strumenti per la protezione personale”;
- “raccolta delle schede con i dati per la sicurezza presso tutti i produttori dei vari prodotti, facendo in modo che gli addetti alle pulizie conoscano i rischi e le misure di controllo per i vari prodotti per la pulizia;
- assicurare un collaudo e un esame regolari delle attrezzature elettriche al fine di evitare i rischi associati, ad esempio, a cavi elettrici su pavimenti bagnati;
- informazione e formazione degli addetti alle pulizie sui rischi di incendio, sulle precauzioni e le modalità di evacuazione in caso di incendio nonché collaudo degli allarmi antincendio mentre gli addetti alle pulizie sono al lavoro, in modo da consentire loro di riconoscere l’allarme acustico in caso di emergenza”;
- “fornitura di calzature antisdrucciolo o raccomandazione/invito ad utilizzare calzature antisdrucciolo, preferibilmente con isolamento elettrico (ad es. gomma);
- fornitura di istruzioni scritte sulle prassi operative preferite e convalidate;
- elaborazione di procedure di manutenzione delle attrezzature di lavoro degli addetti alle pulizie (ad esempio controllo e manutenzione di carrelli ed elevatori meccanici);
- impiego di detergenti per pavimenti che durante la pulizia non creino un pericolo di scivolamento;
- fare in modo che i clienti assicurino un’illuminazione e una ventilazione adeguate durante le operazioni di pulizia, qualora queste vengano effettuate al di fuori dell’orario di ufficio;
- fare in modo che i compattatori di rifiuti vengano utilizzati esclusivamente da operatori addestrati;
- evitare l’uso di detergenti per vetri a base di butossietanolo, smacchiatori per tappeti e detergenti generici, detergenti per w.c. contenenti acido muriatico o fosforico, idrossido di sodio (sgrassanti industriali) e prodotti a base di composti di etanolammina, come sgrassanti e deceranti/sverniciatori per pavimenti”.
 



EU-OSHA, “Factsheet n. 86: Prevenzione degli infortuni per gli addetti alle pulizie” (formato PDF, 101 kB).

EU-OSHA, Report “The occupational safety and health of cleaning workers” (formato PDF, 463 kB).

EU-OSHA, “E-Fact n. 36: Prevenzione di infortuni e malattie per gli addetti alle pulizie” (formato PDF, 175 kB).



Tiziano Menduto
 



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