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Immigrazione e andamento infortunistico

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Lavoratori

23/02/2004

La regione Friuli Venezia Giulia analizza il fenomeno infortunistico relativo ai lavoratori migranti al fine di organizzare campagne di prevenzione mirate.

Nel corso di un convegno svoltosi a Trieste nel mese di dicembre è stato analizzato il fenomeno infortunistico relativamente ai lavoratori migranti, cioè di lavoratori nati in paesi diversi dall’Italia, in Friuli Venezia Giulia.
Pur non avendo a disposizione dati precisi sulla forza lavoro in funzione della nazionalità, le valutazioni costituiranno per la Regione una preziosa fonte di informazione per organizzare campagne di informazione e formazione nei diversi gruppi di lavoratori migranti, “iniziative mirate per superare le carenze culturali/conoscitive che i migranti potrebbero presentare, a seconda della provenienza, nelle conoscenze dei propri diritti alla sicurezza e di quella “cultura della prevenzione” che deve garantire a tutti coloro che lavorano nel nostro paese standard europei di tutela della salute e della sicurezza sul posto di lavoro.”

I dati analizzati si riferiscono ai casi accaduti nel biennio 2000 – 2001, indennizzati dall’INAIL nelle gestioni industria e artigianato a tutto il primo semestre 2002, selezionando gli infortunati non nati in Italia.
Nella regione il fenomeno migratorio si contraddistingue per tre diverse tipologie di lavoratori: quelli di ritorno, ossia figli o nipoti di emigranti corregionali andati all’estero in anni non lontani, quelli transfrontalieri, ossia cittadini sloveni e/o croati che attraversano quotidianamente o settimanalmente la frontiera regionale, ed infine quelli legati al nuovo fenomeno del flusso migratorio dai paesi a minor sviluppo economico.
Le diverse tipologie di migranti si concentrano in specifiche aree del territorio regionale.

Gli infortuni sul lavoro accaduti a migranti nel periodo di riferimento sono stati 4579, pari all’11,3% di tutti i casi accaduti e definiti dall’Istituto assicuratore nello stesso periodo. Il 19,5% degli eventi hanno riguardato lavoratici.

Le forme di accadimento più frequentemente registrate nei lavoratori migranti risultano essere: “colpito da” (16,9%), “sollevando-spostando” (11,4%), “urtato contro” e “colpito con” (10,2% per entrambe le forme). Gli agenti materiali più frequentemente riscontarti sono “materiali solidi” (19,1%), “mezzi di trasporto terrestre non su rotaia” (10,7%), “parti meccaniche” (8,0%) e “superfici di lavoro e transito (7,7%).

L’andamento del fenomeno infortunistico nei soggetti migranti non presenta sostanziali differenze rispetto a quello che si verifica tra i lavoratori nati in Italia per quanto riguarda l’ora solare di accadimento (si registra un picco del 13,1% alle 10 e del 8,9% alle 17), l’ora ordinale (il 16,1% degli eventi occorre nella prima ora di lavoro, come si evince dalla figura n.4), la forma di accadimento e l’agente materiale.

Per quanto riguarda i maschi, i comparti più colpiti da eventi infortunistici risultano l’industria dei metalli nel 20,9% e il settore delle costruzioni nel 18,5%. Le femmine, invece, si infortunano maggiormente nei comparti “attività immobiliari”, nel 17,2 (spesso di tratta di imprese di pulizia), “sanità” 11,6%, “alberghi e ristorazione” in cui il 10,5% degli eventi interessa lavoratrici.
I dati rilevati dimostrano la mancanza, o comunque la scarsità, di eventi accaduti in lavoratori migranti provenienti da alcune zone quali il sud est asiatico.

[Sul tema Immigrazione e Infortuni si consulti anche la ricerca realizzata dall’IIMS in collaborazione con la Caritas]
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