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Coronavirus: una proposta per la revisione del Protocollo Cantieri

Coronavirus: una proposta per la revisione del Protocollo Cantieri

Autore:

Categoria: Coronavirus-Covid19

08/05/2020

Lettera aperta ai Ministri del lavoro e delle infrastrutture con una proposta di modifica del protocollo di sicurezza nei cantieri. Un'iniziativa che parte dal Manifesto “Gestione COVID-19 nei cantieri” e punta a misure di tutela efficaci.

 

Come segnalato nei nostri articoli sull’emergenza COVID-19, in materia di contenimento del contagio nei cantieri edili sono stati elaborati in queste settimane numerosi documenti, provvedimenti legislativi, linee guida, protocolli. Riguardo a questi ultimi possiamo citare, ad esempio, i protocolli sottoscritti il 19 marzo 2020, il 24 marzo 2020 e, successivamente, il 24 aprile 2020, con specifico riferimento al “ Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro”.

 

Questa ricchezza di materiali da un lato mostra l’attenzione verso un mondo, quello dei cantieri edili, così importante per la nostra economia e per la sicurezza dei lavoratori, ma dall’altro genera anche una grande confusione, specialmente in relazione a come affrontare la Fase 2 dell’emergenza COVID-19 e la ripartenza di molti cantieri.

 

E proprio di grande “confusione tra gli addetti ai lavori e, in particolare, tra i professionisti che svolgono le funzioni di Coordinatore della Sicurezza per l’Esecuzione (CSE)” ha parlato il ManifestoGestione COVID-19 nei cantieri. Proteggere il cantiere per proteggere le persone” dello scorso 22 aprile. Un manifesto, a cura di Cipriano Bortolato, Carmelo Catanoso, Alessandro Delena, Giorgio Gallo, Paolo Moscetta, Giuseppe Palmisano, Maria Alessandra Tomasi, Andrea Zaratani, che voleva favorire l’adozione di strumenti idonei all’attività di committenti, stazioni appaltanti, imprese e professionisti. E di confusione tra i coordinatori della sicurezza si è parlato anche nell’intervista a Fabrizio Lovato e Lorenzo Fantini, che PuntoSicuro ha pubblicato nell’articolo “Covid e cantieri: le criticità normative e le preoccupazioni dei coordinatori”.

 

Proprio a partire da tutte queste problematiche rilevate, riceviamo e volentieri ripubblichiamo una lettera aperta ai due ministri del Lavoro e delle Politiche Sociali (Nunzia Catalfo) e delle Infrastrutture e dei Trasporti (Paola De Micheli) – sottoscritto dagli stessi autori del già citato Manifesto - che fa alcune specifiche richieste con l’obiettivo di “diradare incertezze interpretative e puntare a misure di tutela efficaci e concrete”.

 


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Calcolo degli oneri di sicurezza nei cantieri edili
Programma di calcolo degli oneri di sicurezza nei cantieri edili e di ingegneria civile ai sensi del punto 4 dell'allegato XV del D. Lgs. 81/08 e s.m.

 

Lettera aperta ai Ministri

 

La pandemia da Sars Cov2 ha modificato la vita delle persone, fin nelle azioni che prima apparivano più semplici e allo stesso modo ha inciso profondamente sul mondo del lavoro, portando le imprese, i lavoratori e i professionisti di ogni ambito a rimodulare la propria attività.

 

Le indicazioni dell’Autorità Sanitaria sono state di fondamentale importanza per il contenimento dei contagi, ma nel contesto produttivo e specifico dei cantieri edili non hanno trovato univoca applicazione: Ordini, Associazioni e Reti professionali, in ambito sia provinciale che regionale, nonché istituzioni con funzioni di vigilanza e controllo, come Regioni e ASL, si sono espressi spesso in modo discordante nel corso delle ultime settimane.

 

Per questo motivo si è aperto un tavolo di confronto “spontaneo” tra tecnici operanti in diversi settori, che hanno stilato un manifesto gestione covid-19 nei cantieri, in cui sono definite le azioni fondamentali per la realizzazione, la gestione e l’applicazione del Protocollo Anti contagio di Cantiere.

 

L’esigenza, nata ben prima del DPCM 26/04/2020 era, e resta tutt’ora, quella di diradare incertezze interpretative e puntare a misure di tutela efficaci e concrete.

 

La posta in gioco è molto alta ed è urgente nel settore dell’edilizia un chiarimento sulla inadeguatezza dell’approccio del nuovo protocollo condiviso, di cui all’allegato 7 del DPCM 26/04/2020 in vigore dal 4 maggio, che pare non considerare nella sua interezza la rete dei soggetti aventi un ruolo attivo in cantiere e che anzi poggia sulla iper-responsabilizzazione di alcuni di essi (datori di lavoro delle imprese e Coordinatore in fase di esecuzione dei lavori) rendendo così difficile, se non vano, lo sforzo nel raggiungimento del risultato sperato in termini di efficacia anti-contagio.

 

Altri snodi fondamentali, immediatamente a valle dell'efficacia delle misure, sono la definizione dei costi delle misure stesse e dei soggetti che li devono sostenere e la chiara circoscrizione dei differenti ambiti a cui riferiscono da una parte la vigente normativa in materia di sicurezza e salute di cui al D.lgs 81/08 e e dall’altra il protocollo redatto in base alle indicazioni dell’Autorità Sanitaria che specificano come il rischio COVID19 sia di tipo generico.

 

Non è corretto:

  • che la “partita costi” sia inserita come addendum dei costi della sicurezza di cui al piano di sicurezza e coordinamento del cantiere, a seguito di valutazioni affidate al Coordinatore per la sicurezza;
  • che sia lasciata ad ogni singolo Committente pubblico e privato facoltà di riconoscere costi e stabilire oneri per le imprese esecutrici, in assenza di un intervento regolatorio della norma;
  • che il Coordinatore della sicurezza sia l’ago della bilancia tra le diverse esigenze economiche di Committenza e Imprese esecutrici.

 

Chiediamo quindi:

  • di definire il “gruppo di lavoro Covid19 di cantiere” comprensivo di tutti i ruoli che hanno il compito di declinare le misure anti contagio in cantiere, secondo le ipotesi individuate nella matrice di responsabilità a corredo del manifesto, composto ovviamente da:
    • Committenza in quanto titolare del potere decisionale e di spesa;
    • Direzione Lavori in quanto braccio operativo per la gestione dell’esecuzione dell’opera;
    • Imprese esecutrici in quanto destinatari primi delle misure anti contagio;
    • Coordinatore per la sicurezza in quanto estensore delle misure di prevenzione e protezione delle fasi lavorative interferenziali e della logistica generale del cantiere, dalle quali trarre informazioni fondamentali per una corretta previsione delle strategie del Piano Anti contagio di Cantiere
  • di stabilire un preciso elenco di costi scaturenti dalle misure di cui ai protocolli, con le relative attribuzioni rispetto ai ruoli della Committenza (costi) e delle Imprese esecutrici (oneri), secondo le ipotesi contenute nella tabella costi-oneri covid19 a corredo del manifesto.

 

Per questo si sottopongono all’attenzione del Ministro i seguenti documenti:

  • Lettera aperta ai ministri
  • Manifesto Gestione COVID-19 nei cantieri
  • Elenco adesioni al manifesto 06 maggio 2020

 

Il Gruppo di lavoro

Cipriano Bortolato, Carmelo Catanoso, Alessandro Delena, Giorgio Gallo, Paolo Moscetta, Giuseppe Palmisano, Maria Alessandra Tomasi, Andrea Zaratani   

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Lettera aperta ai Ministri”, a cura di Cipriano Bortolato, Carmelo Catanoso, Alessandro Delena, Giorgio Gallo, Paolo Moscetta, Giuseppe Palmisano, Maria Alessandra Tomasi, Andrea Zaratani (formato PDF, 1.74 MB).

 

 

Scarica la normativa di riferimento:

Protocollo condiviso di regolamentazione per il contenimento della diffusione del COVID –19 nei cantieri - Protocollo del 24 aprile 2020

 

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 26 aprile 2020 – Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull'intero territorio nazionale.

 

Protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro.

 

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 10 aprile 2020 - Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, recante misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull'intero territorio nazionale.

 

 

Leggi gli altri articoli di PuntoSicuro sul nuovo coronavirus Sars-CoV-2



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Pubblica un commento

Rispondi Autore: Anonimo da Altamura - likes: 0
08/05/2020 (00:20:47)
Bravi e complimenti a tutti, soprattutto all'ing. Delena
Rispondi Autore: Federico burbelli - likes: 0
08/05/2020 (00:31:06)
Mi sembra il solito blablabla fatto più per voglia di protagonismo che per altro: Invece di cercare soluzioni condivise "architetti ed ingegneri" scoprono dopo mesi di non essere stati consultati nella redazione dei protocolli. Ormai quei protocolli sono norme e credo che invece di sbandierare petizioni che non sortiranno alcun effetto sarebbe più utile cercare di applicare i protocolli nelle modalità che garantiscano sia i professionisti ma sopratutto le imprese nell'essere risarcite dei tanti costi non preventivati che stanno sostenendo. Come al solito vi piacciono molto le parole e poco i fatti... forse perchè è più facile.
Rispondi Autore: Alessandro Delena - likes: 0
08/05/2020 (01:35:50)
Federico Burbelli non si tratta di voglia di protagonismo, né di fare “blablabla”. Il tutto è nato dal voler evidenziare criticità nella gestione dell’emergenza attuale. Il lavoro è iniziato ed è stato condiviso prima dell’emanazione del protocollo cantieri, ma immagino che questo non lo sappia o che comunque non le interessi, visto lo “strano” tono del suo intervento. La frase “invece di cercare soluzioni condivise ecc…” suona appunto in modo strano, oltre a palesare che non si è compreso il senso né l’intento del lavoro che abbiamo svolto. Trovo ci sia anche incongruenza in un commento che prima palesa rassegnazione nel volersi pronare passivamente e senza far nulla a quanto imposto da una visione fallace e lontana dalla realtà di cantiere, per pooi sostenere che siano gli altri a preferire parole ai fatti. Evidentemente c’è chi ama subire passivamente in queste situazioni, e per quanto mi riguarda è anche libero di farlo (de gustibus non est disputandum), ma ci sono tanti tecnici, tanti datori di lavoro ed anche tanti committenti a cui questo non piace, per diversi motivi, gli stessi su cui abbiamo provato a focalizzare l’attenzione. Forse non si riuscirà nell’intento a breve termine viste le tempistiche, ma forse si riuscirà ad evitare ulteriori distorsioni nel futuro. Quello che è certo è che se non si tenta di cambiare, il cambiamento non avverrà mai, l’ignavia la lasciamo agli altri.
Rispondi Autore: Raffaele Giovanni ex ispettore tecnico del lavoro - likes: 0
08/05/2020 (06:04:14)
Ben fatta, condivisa e firmata. La speranza è sempre l'ultima a morire ..... chissa che non viene voglia ai politici di ascoltare la voce del vero popolo operativo.
Rispondi Autore: Giovanni Mellea - likes: 0
08/05/2020 (07:12:38)
Condivido al 100% i contenuti del manifesto, ho firmato la petizione e ho chiesto a tanti altri colleghi di farlo.
I contenuti sono mirati a un miglioramento delle condizioni di Salute e Sicurezza all'interno dei cantieri senza troppi giri di parole e puntando alla concretezza dei fatti.
Un sentito grazie ai promotori di questa iniziativa!
Rispondi Autore: Giovanni Bersani - likes: 0
08/05/2020 (07:52:50)
Ottimo.
Per quanto riguarda il commento di Burbelli... sono in totale disaccordo, ma non aggiungo altro a quanto già risposto da Delena
Rispondi Autore: Marco Bianchini - likes: 0
08/05/2020 (08:25:53)
Condiviso e sottoscritto. Ci sono alcuni passaggi nel Protocollo condiviso per cantieri disallineati ai principi della Direttiva Cantieri.
Rispondi Autore: Gian Lorenzo Corradetti - likes: 0
08/05/2020 (08:38:52)
La lettera è un ottimo spunto di riflessione. Rimane aperta la questione dei cantieri in Titolo IV che non siano di edilizia pura (da cui i protocolli sottoscritti da associazioni datoriali e sindacali del settore), ad esempio in impianti industriali, petrolchimici, centrali elettriche, etc., in cui si cerca di far applicare, da parte del CSE, quanto previsto dai protocolli nazionali (più eventuali produzioni regionali) ma senza che le ditte presenti siano riconosciute e rappresentate dai soggetti firmatari dei suddetti protocolli.
Rispondi Autore: raffaele scalese - likes: 0
08/05/2020 (09:10:18)
Non mi piace polemizzare in questo momento. Correttissima la lettera aperta che mette in evidenza evidentissime storture sia convcettuali che organizzative.
Ma credo che Bulbarelli volesse solo dire semplice di dedicarsi a come ricominciare questa mattina visto che i protocolli sono stati inseriti in un DPCM e pertanto, PER ADESSO, sono cogenti. I E' NECESSARIO E VITALE SPINGERE...che cosa facciamo ora ?
L'ho letto più come una richiesta di aiuto che una contestazione. Purtroppo appare che se non ci aiutiamo da soli non ne verremo fuori.
Buon lavoro a tutti e speriamo bene.
Rispondi Autore: carmelo catanoso - likes: 0
08/05/2020 (09:23:10)
Per Burbelli.
Diciamo che è un "blablabla" che è piaciuto a diverse centinaia di colleghi che hanno firmato il manifesto.

Tranquillo, poi, rispetto all'applicazione del Protocollo contestualizzato alle specificità di ogni singolo cantiere, visto che è quello che facciamo.

E' un dato di fatto, però, che il Protocollo del MIT contiene parecchie incongruenze ed è a questo che facciamo riferimento nella lettera scritta alle Ministre.

Perché l'abbiamo fatto?
Di certo non per mania di protagonismo.
Non ne sentiamo il bisogno visto che non cerchiamo meccanismi di risoluzione alle frustrazioni accumulate in età prepuberale che ci portano, in età adulta, a voler essere sempre al centro dell'attenzione e a non accettare confronti come fanno altri assidui frequentatori di questa pagina web.

Lo facciamo perché abbiamo constatato che, ai tavoli che contano, la nostra categoria conta come il due di coppe con la briscola a bastoni.

Dopo una comunicazione della RPT (Prot. 064 del13/03/2020) in cui si accettava passivamente il Protocollo MIT che "scaricava" addosso al CSE compiti non propri della figura, avevamo deciso di muoverci in tal senso proponendo un diverso modo di affrontare il problema.
Del resto la stessa RPT, è ritornata sui suoi passi (visto il dissenso diffusosi tra i professionisti che svolgevano le funzioni di CSE) ed il 30 aprile ha scritto alla Ministra delle Infrastrutture e Trasporti evidenziando solo una parte delle incongruenze che avevamo sollevato con il Manifesto.

Questa nostra lettera, condivisa da qualche centinaio di colleghi, recapitata alle segreterie delle Ministre sortirà qualche effetto?
Non lo sappiamo.
Però, almeno, potremo dire di averci provato e di non aver accettato passivamente certe discutibili decisioni.
Rispondi Autore: Nikolin Kodheli - likes: 0
08/05/2020 (09:45:56)
Un sentito ringraziamento al Gruppo di lavoro per avere offerto la loro professionalità in questa ottima iniziativa.
Rispondi Autore: lino emilio ceruti - likes: 0
08/05/2020 (10:48:07)
Condivisibile non solo nei contenuti. Grazie agli autori.
Rispondi Autore: Simone Sanna - likes: 0
08/05/2020 (12:10:27)
Il "Manifesto" mi è stato fondamentale per poter contribuire come coordinatore, senza che venisse alterato il mio ruolo di tecnico, all'applicazione del protocollo del DPCM. Ho avuto un ottimo riscontro anche dalle figure presenti in cantiere (committente e imprese compresi) che hanno condiviso l'approccio. Ritengo assolutamente valide le motivazioni che hanno spinto gli autori alla realizzazione del documento. Un approccio scientifico alla Protezione Civile (da cui il corso di Laurea al Politecnico di Milano e non solo), implica che prima di valutare i rischi si individui con precisione l'ambiente (fisico e normativo) in cui introdurre rischi e risorse. Ho constatato che il normatore ha disatteso il metodo scientifico che dovrebbe seguire questa strada: Ambiente, Rischi, Risorse, Procedure, Formazione. Partendo dalle procedure non è stata fatta una corretta valutazione sull’ ambiente, sul rischio (che non è professionale in quanto il suo ambiente non è quello lavorativo) e di conseguenza le risorse non potevano che essere sbagliate.
Rispondi Autore: Pasquale Cantisani - likes: 0
08/05/2020 (18:45:58)
Mi sembra di capire che si chiede ai Ministri due cose
- di definire il “gruppo di lavoro Covid19 di cantiere” (per cercare di togliersi responsabilità?)
- di stabilire un preciso elenco di costi (per non litigare con le parti?)
Sorvolo sul secondo punto che potrà solo far capire alla parte politica, che ovviamente non sa niente di questi problemi, che il coordinatore ha un qualche interesse economico di parte .
Per il primo punto vedo una tabella che cerca di condividere le responsabilità penali del CSE con altri attori, come se la condivisione potesse ridurre le eventuali pene, mentre si perde occasione di sottolineare che il protocollo anti-contagio responsabilizza ulteriormente un CSE che nel cantiere conta molto meno del ....direttore dei lavori non potendo fare ordini di servizio. (visto che era una proposta da tramutare in atto giuridico non si poteva mettere una crocetta nella casella di ordine di servizio? nè si può dire che la tabella proposta non sia innovativa perchè se così non fosse che bisogno ci sarebbe di riproporla?)
Insomma, la buona volontà è da premiare ma andrebbe sviluppata entro gli organismi esistenti . Abbiamo i Consigli nazionali, la RPT, gli ordini e i collegi provinciali le commissioni di sicurezza degli ordini, la commissione di sicurezza dei consigli nazionali.... e adesso il gruppo di lavoro del Manifesto. Non vorrei far paragoni impietosi ma comunque mi sembra che come professionisti della sicurezza non se ne esce proprio bene con il silenzio o l'assenza degli organismi di settore e con questi tentativi manifesti di fuga dalle responsabilità in un momento così tragico per la collettività.
Rispondi Autore: avv. Rolando Dubini - likes: 0
08/05/2020 (18:54:03)
Manifesto e Lettera ovviamente del tutto irricevibili. Praticamente i firmatari chiedono di non applicare il titolo IV del Dlgs n. 81/2008 ai cantieri mobili e temporanei durante l'emergenza Covid. Per fortuna il raccordo col testo Unico Dlgs 81/2008 consente una agevole applicazione del Protocollo sicurezza. Si rassegnino i firmatari, il Covid-19 è un costo interferenzialw, per definizione, ed è a carico del committente.
Rispondi Autore: carmelo catanoso - likes: 0
08/05/2020 (21:04:35)
Cantisani,
stiamo facendo questo proprio perché i consigli nazionali, il RPT, ecc., tolto qualche Ordine Provinciale e qualche consulta regionale, non hanno fatto nulla.
Anzi, nella prima comunicazione del RPT si elogiava il Protocollo del MIT, salvo poi cambiare idea a fronte delle proteste che cominciavano ad arrivare, sia per errori palesi che per attribuzioni di compiti al CSE che erano propri di altre figure.

Qui nessuno sta cercando di scappare dalle proprie responsabilità ma semplicemente si sta dicendo che se si volesse applicare e bene il Protocollo, tutti gli attori, ciascuno per le proprie attribuzioni e competenze, devono fare la propria parte.
Oppure vogliamo che il solo CSE faccia anche il medico competente, il biologo, il datore di lavoro e il RSPP delle imprese, il direttore dei lavori per il committente, il RUP/RL, ecc.?
Quello che si chiede è di definire e bene cosa debbano fare tutte queste figure.
In merito ai costi, basta andare a vedere cosa sta succedendo nei cantieri di una certa rilevanza e vedere i contenziosi che stanno sorgendo tra imprese e committenza.
Rispondi Autore: Riccardo borghetto - likes: 0
08/05/2020 (21:54:06)
Solo il fatto che dei colleghi abbiano dedicato il loro tempo per confrontarsi, trovato le incongruenze della normativa e si siano dati da fare per tentare di migliorare la situazione a beneficio di tutti è già sufficiente per ringraziarli dell'impegno profuso. Non sono convinto che il tentativo porterà a risultati concreti, ma se non ci provi non otterrai mai nulla. Conosco personalmente la maggior parte dei tecnici che hanno realizzato il manifesto e so che sono di altissimo profilo professionale. Quello che non si può proprio sentire è la qualificazione del covid come rischio di intereerenza.
Rispondi Autore: Francesca Zoccoli - likes: 0
08/05/2020 (21:59:42)
Ottima iniziativa sottoscritta. Un ringraziamento ai colleghi firmatari che danno sempre notevoli spunti propositivi e di confronto.
Rispondi Autore: avv. Rolando Dubini - likes: 0
08/05/2020 (22:21:38)
Come al solito si cerca di scantonare sul fatto fondamentale che i principali soggetti obbligati dai protocolli, tutti, sono i datori di lavoro. Non è certo il CSE il garante principale dell'applicazione delle misure anticontagio, ma piuttosto il coordinatore fa da regista tramite l'integrazione del PSC dell'applicazione di misure coerenti attraverso i POS delle singole imprese. Non sorprende che chi predicava contro l'obbligo di aggiornare il DVR in una situazione dove sta cambiando l'organizzazione del lavoro, dove si ricorre allo Smart working quando non lo si era mai fatto, dove si danno i più svariati e a volte improbabili DPI a tutti, e con un enorme rischio interferenziale di contagio, oggi cerchi ancora scorciatoie per evitare di fare il lavoro che con ogni evidenza non è capace di fare. I veri esperti lavorano nelle condizioni date. Senza lamentarsi. Chi piange non serve ad aziende e a datori di lavoro. E la politica lasciamola fare a chi, anche questa, la sa fare. Quello che sorprende però è il tipo di "cultura" della sicurezza che sta dietro queste iniziative del tutto estemporanee, inaccettabili e biecamente corporative. Davvero inutili. Per fortuna non hanno alcuna possibilità di produrre alcun risultato. E faranno la stessa fine dell'assurdo ostracismo all'aggiornamento del DVR. Che invece per fortuna un numero crescente di aziende sta facendo in relazione a tutte le novità apportate all'attività aziendale dalla Pandemia.
Rispondi Autore: Carmelo Catanoso - likes: 0
08/05/2020 (23:39:40)
Continui a non capire quello che si è scritto e perché.
Questa non è una novità ed ormai ci siamo abituati.

Del resto, da uno che dice e scrive che il rischio da Corona Virus è un rischio interferenziale, non è che ci si può aspettare altro.

In merito all'aggiornamento a tappeto del DVR, vedremo cosa risponderà il Governo all'interrogazione parlamentare dello scorso 30 aprile.
Rispondi Autore: Giovanni Bersani - likes: 0
09/05/2020 (06:52:12)
Dubini, per curiosità, e nei (minori ma non inesistenti) casi di cantiere in cui si è in Tit. IV con solo un'impresa, in cui il Covid è un rischio a prescindere da interferenze (che per definizione lì non esistono... quelli formalmente 'interferenziali' sono fra imprese) ...?
Rispondi Autore: Federico burbelli - likes: 0
09/05/2020 (18:23:56)
Per Catanoso

Sinceramente “diverse centinaia di colleghi” mi sembrano un numero veramente minimo rispetto ai 250.000 ingegneri ed architetti che svolgono la professione in Italia ed in funzione dello spam che avete fatto del vostro protocollo. E proprio per questo non credo che una ministro possa dar credito a qualcosa condiviso da una simile minoranza. Chiunque con un minimo di impegno, vista la diffusione dei social network, raggiungerebbe questo numero, anzi forse molto di più. Credo quindi che “le diverse centinaia” siano l’indice di un fallimento piuttosto che di una vittoria.

Concordo che il Protocollo del MIT contenga alcune incongruenze, ma quella che forse andava stigmatizzata era quel verbo “vigilare” che oltretutto, viste le ormai decennali pronunciazioni della magistratura, non sia forse poi cosi preoccupante. E comunque se la RTP è tornata su suoi passi non è certo sulla scorta delle vostre considerazioni.

Perché ho parlato di protagonismo?

Non sono convinto di quanto sostiene, se lei parlasse solo per se potrei essere d’accordo ma non so come faccia a conoscere le frustrazioni in età prepuberale dei suoi colleghi, vista anche la differenza di età. Non ne sono convinto perché il suo curriculum racconta che lei ha una lunga e “valorosa” esperienza in materia ma gli altri chi sono? Trovo troppo poco nei loro CV per considerarli soggetti autorevoli ed allora mi chiedo come sia nato questo sodalizio. Ma in fondo non c’è nulla di male; ormai il web è diventato uno dei mezzi più utilizzati per pubblicizzare la propria attività. Basterebbe avere la sincerità di riconoscerlo invece di dare l’immagine di paladini della scurezza. Perché credo che se si ha l’intenzione di presentare una proposta ad un ministro menzionando chi sono i redattori si debba essere TUTTI soggetti autorevoli. Altrimenti si fa più bella figura a non menzionare i propri nomi, o è lecito avere dubbi di autoreferenzialità. Sugli altri frequentatori di questa pagina non mi esprimo, non è da me non accettare confronti ed infatti questo sto facendo.

Se poi lo fate perché, come dice lei, ai tavoli, la categoria conta come il due di bastoni, allora voi cosa credete di contare presentando qualche centinaio di firme?

Concludendo. Vi auguro anche io di avere un risultato con i soggetti ai quali avete indirizzato la vostra missiva, visto che qualcuno di voi spaccia anche amicizie altolocate. Ci avrete provato, dice lei, ma anche tanti altri ci stanno provando, sul campo, cercando di applicare quei protocolli nella modalità che permettono di garantire e tutelare al massimo tutti i soggetti che sono stati coinvolti. Sia nei risultati che nelle responsabilità.
Buona fortuna.
Autore: Paolo Moscetta
09/05/2020 (23:36:19)
Burbelli....ah sì. Deve essere quello che ha pubblicato....ah. no. No. Allora quello che ho sentito in quei convegni nazionale.....mmmmmm. no. No. Allora forse quello che ha collaborato a moltissimi progetti con Inail...no, no. Non mi pare! Però l'ho sentito, ma dove?! Forse quando ho letto di quei progetti con l'Ilo, l'Eu-OSHA e la Cina...ma mo, neanche. E se fosse un docente universitario? Però anche questo non mi sembra. Allora magari uno che é sul campo da 20 anni.
Caspita ma questo sono io.
E allora Burbelli chi? Perché io l'ho sentito. So che lo conosco.
Ecco. Ci sono. Il mio portiere fa Burbelli di cognome ed é una persona rispettabilissima. Non manca mai di mettere il quotidiano nella mia cassetta . Non ha saltato un giorno da 15 anni.
Questi commenti, ahimé, meritano queste risposte
Rispondi Autore: carmelo catanoso - likes: 0
09/05/2020 (19:48:23)
Burbelli,
come le dicevo prima, ognuno può pensarla come crede sulla base delle proprie competenze ed esperienze.

Quale siano le sue non lo so visto che non c'è alcuna traccia di lei sul web dove, se qualcuno ha fatto qualcosa, anche una scorreggia contro vento, lascia traccia.

Allora, forse, le possibilità sono due:
1) lei è un signor nessuno sull'argomento e quindi eviti di offendere la professionalità dei suoi colleghi di cui non sa nulla oppure
2) usa un falso nome per intervenire perché non si vuole esporre e si è sentito "punto" dall'iniziativa in quanto ricopre una qualche carica in quelle organizzazioni che sono state criticate.

Comunque, resta una sua scelta.
In entrambi i casi, non mi pare che lei possa stare sul pulpito a fare la predica a qualcuno.

In merito ai colleghi che hanno firmato, probabilmente non ha cercato bene le loro referenze.
Poi, non è che per forza bisogna scrivere libri, fare il docente, scrivere articoli, ecc, per avere competenze.

In merito alla autoreferenzialità, gli altri colleghi che hanno firmato la lettera non ne hanno bisogno.
Loro le competenze le hanno sul campo da decenni.
E lei?

Poi, quelli che hanno firmato, sono tra quelli che dodici anni fa scrissero una lettera analoga sul ruolo e sulle responsabilità del CSE dove si diceva che non era lo sceriffo di cantiere ma il regista della sicurezza in cantiere e che il suo compito non era certo quello di sostituirsi a datore di lavoro ed ai suoi collaboratori.
A maggio 2010 ci arrivò anche la cassazione.
Il nostro sarà stato solo culo.

Di certo le firme non sono migliaia.
In meno di una settimana ne abbiamo raccolte 500 e abbiamo inviato la lettera.
Non è solo una questione di "contare le teste" ma anche della qualità delle osservazioni che vengono proposte.
Di certo quelle che sono state inviate non brillavano per qualità.
Ci saremo montati la testa?
Vedremo prossimamente se è così.

Infine, in merito alle frustrazioni, l'evidenza della loro sussistenza è riscontrabile facilmente nei soggetti che "giudicano" gli altri, che pensano di avere la verità in tasca, che parlano per dogmi, che pontificano,che pensano di essere degli esperti modello "iosòtuttoevoinonsapeteuncazzo", ecc.
Buona fortuna anche a lei.

Rispondi Autore: Andrea Quaranta - likes: 0
09/05/2020 (20:03:00)
Sig. Burbelli e' facile non essere concordi con il Protocollo e lamentarsi semplicemente. Ricordi il motto l'Unione fa la forza. Qui non c'è nessuna voglia di protagonismo, ma solamente di far capire che le regole di natura tecnica hanno bisogno di tecnici illustri e di valore nel momento che serve e cioè quando bisogno mettere la penna sulla carta. Lasciare scrivere le carte a persone che filosofeggiano e non vivono la vita pratica quotidiana e' grave. Quindi piuttosto che lamentarsi, provi ad essere concreto e a dare il suo minimo contributo. Nessuno ci da' certezze, ma la massa prima o poi potrebbe sfondare la porta chiusa!
Rispondi Autore: lino emilio ceruti - likes: 0
09/05/2020 (20:48:55)
Le due ipotesi di Carmelo Catanoso ci stanno ma, a parere, ne mancherebbe una terza:
“professionista della rappresentanza” con un nome d’arte ?
Rispondi Autore: Alessandro Delena - likes: 0
09/05/2020 (20:54:41)
Federico Burbelli in merito all'autorevolezza di chi ha redatto il manifesto, basandosi sul suo metro di giudizio (i curricula piuttosto che altro), posso dire che ne ha azzeccato 1 su 8, il sottoscritto, poiché per quanto riguarda gli altri ha cannato abbondantemente. Idem per quanto riguarda gli altri 500 e piú firmatari, tra i quali ci sono professionisti di lato livello, ma credo sia inutile dirglielo. Già dal suo primo commento si denotava l'intento polemico piuttosto che quello critico/costruttivo, visto che poi nel concreto non offre spunti di analisi nè di riflessione. Mi sorprende anche che lei, che non risulta presente nei canali sui quali abbiamo "spammato", come dice lei,sia stranamente cosí ben informato su questo. Che Carmelo abbia centrato pienamente in merito al suo nome? In tal caso sarebbe opportuno presentarsi con quello, altrimenti sarebbe davvero poco credibile quello che dice.
Rispondi Autore: Fabrizio Pojani - likes: 0
09/05/2020 (21:11:54)
Burbelli ... lei conosce Bartolomeo Pestolazzi ? ... basta un normodotato che e’ stato in un cantiere negli ultimi anni, per capire il senso del Manifesto ... se invece facciamo pippe o picche da dietro una togascrivania e’ aria fritta .... ma il culo che abbiamo avuto nel 2010 ... prima o poi vi seppellira’
Rispondi Autore: Cipriano Bortolato - likes: 0
09/05/2020 (21:21:59)
Caro Federerico Burbelli,

mi spiace che lei creda che siamo alla ricerca di visibilità (anche se risulteremo senz'altro un po' più visibili di lei che si nasconde dietro un falso nome).
La nostra è solo una ricerca volta a districare la matassa normativa in modo da offrire strumenti utili all'efficacia dell'applicazione delle misure di igiene pubblica stabilite dall'Autorità.
Per quanto mi riguarda, potrei starmene tranquillo, il 27 di ogni mese prendo il mio stipendio come funzionario dello SPISAL dove lavoro. Invece ho trascorso serate e fine settimana (tra questi ricordo Pasqua e Lunedì dell'Angelo) ad approfondire il tema e a confrontarmi con colleghi e professionisti in tutta Italia.
Con gli Ordini e i Collegi professionali e con le Parti Sociali qui a Venezia dove opero, abbiamo analizzato la questione, cercato di individuare soluzioni e strumenti.
Sempre qui a Venezia abbiamo organizzato un webinar sul tema con 1800 iscritti e la possibilità di accedere alla registrazione a chiunque in modo gratuito (e senza guadagnarci un euro).
Il mio impegno e quello degli amici con i quali abbiamo realizzato il Manifesto e quanto mai serio e ha come obiettivo la salute e la sicurezza dei lavoratori e, le parlo da architetto, il benessere della popolazione in genere. Non ho altrettanto modo di apprezzarne il suo!
Rispondi Autore: Maria Alessandra Tomasi - likes: 0
09/05/2020 (21:45:05)
Buonasera, due brevi parole di chiarimento

Dubini dimostra costantemente parola dopo parola di non capire il senso del titolo IV e il senso del nostro progetto. ma amen.. ne siamo abituati.

Burbelli.. l'autorevolezza viene dalle proposte che si fanno, dall'onestà intellettuale e dal rigore professionale. Personalmente non sono interessata a referenziarmi, quel che valgo sta in quello che sono oggi e non in un CV da dare in pasto alle persone come lei.
I miei colleghi, di questo breve ma intenso e appassionato viaggio, non hanno alcuna frustrazione prepuberale.. per lei invece di che sindrome si tratta.. le auguro presto di trovare una via di guarigione.

Grazie a tutti i colleghi che anche qui ci hanno sostenuto.. se avessimo potuto farci rappresentare dai nostri ordini e dalle nostre associazioni di categoria nazionali ne avremmo fatto volentieri a meno!
Buona serata
Rispondi Autore: Maria Alessandra Tomasi - likes: 0
09/05/2020 (21:56:34)
Pasquale Cantisani.. nessuna fuga... se avessimo potuto farci rappresentare lo avremmo fatto volentieri, già detto nel messaggio precedente.

Si continua a leggere il nostro manifesto come azione di deresponsabilizzazione del CSE.. senza capire che quel manifesto lo ha scritto, e prima ragionato, chi in cantiere va tutti i giorni.. e vuole solo la sicurezza e la salute degli addetti..
il CSE ordini di servizio non ne da.. e non è ne nel suo ruolo ..
Il CSE non ha alcun interesse economico di parte.

Dentro gli organismi esistenti non si può lavorare se ci sono interessi da preservare che nulla hanno a che fare con la realtà dei cantieri.

Rispondi Autore: alessandro mazzei - likes: 0
09/05/2020 (22:11:34)

Chi ha il criticato il documento scritto dai colleghi per la proposta di modifica del protocollo cantieri dovrebbe calarsi nella realtà della gestione di un cantiere. Magari sporcandosi le scarpe, antinfortunistiche, ca va sans dire, se ce le hanno, per vedere come funzionano le cose. Specialmente nei piccoli cantieri privati. Dove, mi insegnate, maggiore è l’ incidenza di infortuni. Comitati, revisione dei costi della sicurezza ecc, ve li immaginate nel cantiere di Nonna Maria? Chi ha scritto questi protocolli non ha la minima idea di come sia la realtà. I colleghi che hanno scritto il manifesto sono indubbiamente persone che vivono tutti i giorni le cose di cantiere. Hanno giustamente interpretato lo stato d’animo di migliaia di tecnici che non sanno dove sbattere la testa. Un invito ... lunedì lasciate le tastiere ed i webinar e andate in cantiere. Vedrete...
Rispondi Autore: Maria Alessandra Tomasi - likes: 0
09/05/2020 (22:15:43)
Ah.. Sig. Burbelli in merito alla nascita di questo sodalizio, sono la colpevole ! Ho chiesto io ad alcuni colleghi di seguire questa strada.... convinta per esperienza (di cantiere e istituzionale) che non c'era alternativa. Non volevo lasciarla con questo "dubbio" .
Rispondi Autore: Giorgio Gallo - likes: 0
09/05/2020 (22:52:22)
Sig. Burbelli, lei è palesemente un fake, se noi abbiamo poca visibilità sul web lei è addirittura inesistente, quindi due sono le cose: o lavora su Zeta Reticuli, dove tra l'altro è evidente esiste un altro testo unico sicurezza, oppure si è nascosto dietro un nome inventato. In entrambi i casi sarebbe più irrilevante di quello che lamenta di noi che almeno ci abbiamo messo la faccia ed i contatti personali.
Per Dubini, che parla del coronavirus come di rischio interferenziale addirittura per definizione, non ho invece parole, davvero...
Rispondi Autore: Daniele Longo - likes: 0
10/05/2020 (10:31:59)
Potrei usare una frase molto colorita che renderebbe giustizia al pensiero profondo. Probabilmente quelli che mi conoscono, in quanto io inserisco il mio nome e cognome reale, si chiederebbero dove sia finito il mio equilibrio tra bon ton e ironia da bar.
Addolcisco la frase in questo modo: "facile fare gli avanguardisti con il sedere degli altri".
Infatti gli intransigenti degli aggiornamenti del DVR , delle posizioni da CSE come sceriffo da cantiere parlano così perchè nella vita fanno ben altro.
Io potrei cambiare la mia opinione solo in un modo. Prendiamo questi intransigenti, svuotiamo i loro conto correnti (diamogli qualche rata da pagare che non fa mai male) e mettiamoli a fare i cse per un paio d'anni. Ma anche i datori di lavoro, insomma facciamogli sporcare le loro scarpe da 1000 euro con un "sano brecciolino" da cantiere. Voglio proprio vedere dove andrà a finire la loro crociata, perchè è facile parlare quando si sta dall'altra parte.
Facciamo cambio, io mi metto a fare l'intransigente e vi provate a fare il lavoro di quelli che voi contestate.

Rispondi Autore: Raffaele Giovanni - Ispettore tecnico del lavoro - likes: 0
10/05/2020 (16:24:00)
Per togliere un po' di acidità a qualche contestatore solitario, ma ci provi Lei con tutta l'aria che si dà, a smuovere le acque e senza denigrare ed offendere chi almeno ci prova. Qui sopra non ci sono solo tecnici ma anche fior di appartenenti agli Organi di Vigilanza che non solo hanno condiviso l'iniziativa ma la hanno anche sottoscritta. …..Evvival'Italiadellademocrazia ….
Rispondi Autore: gpalmisano - likes: 0
10/05/2020 (18:51:45)
Caro Burbelli, il suo tentativo di persuadere è andato vano, ci provi la prossima volta sarà più fortunato.
Rispondi Autore: avv. Rolando Dubini - likes: 0
11/05/2020 (11:45:42)
Il CSE con l'integrazione Covid-19 del PSC prevista dal protocollo fa alta vigilanza.
Rispondi Autore: gpalmisano - likes: 0
11/05/2020 (11:50:01)
Dubini, si legga le ultime sentenze (degli ultimi 5anni) sul proscioglimento del cse riguardo al significato di "Alta vigilanza"
Rispondi Autore: Redazione PS - likes: 0
11/05/2020 (12:15:25)
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