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Rapporti Regionali Inail 2008: Umbria e marche

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Approfondimento

27/10/2009

Disponibili i rapporti regionali sull’andamento degli infortuni e delle malattie professionali: i resoconti di Umbria e Marche. La situazione è migliorata rispetto al 2007?

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Umbria

Continua il trend discendente degli infortuni sul lavoro in Umbria. Nel 2008 sono stati denunciati all'INAIL 17.088 infortuni sul lavoro, il 6% in meno rispetto all'anno precedente.  Il dato è particolarmente significativo se si considera che nel periodo di osservazione il numero di lavoratori occupati nella regione è aumentato del 2.7%, passando dai 367 mila occupati nel 2007 ai 376 mila nel 2008.



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La riduzione ha riguardato tutte e tre le gestioni assicurate ed è stata pari al 6.3% in "agricoltura", al 6% in "industria e servizi" e al 4.6% nel "conto stato".

La stragrande maggioranza degli infortuni denunciati (15.626 casi, il 91.5%) è accaduta in occasione di lavoro, ossia in ambiente di lavoro ordinario (fabbrica, cantiere, terreno agricolo) e in occasione di circolazione stradale (autotrasportatori, commessi viaggiatori, addetti alla manutenzione stradale). La restante parte (1.463 casi, l'8.5%) è avvenuta invece "in itinere", ossia nel tragitto casa-lavoro e viceversa.

 
(cliccare sull'immagine per vederla ingrandita)

I settori economici maggiormente rischiosi sono quelli dell'industria manifatturiera (industria dei metalli su tutte), delle costruzioni, del commercio e dei trasporti. Declinando il dato su scala provinciale notiamo come la maggior parte degli infortuni si verifica su Perugia: 13.925 casi che rappresentano circa l'82% del dato complessivo regionale.

 

Passando ad analizzare i casi mortali, nel 2008 si sono verificate 15 "morti bianche" contro le 19 dell'anno precedente. La stragrande maggioranza è avvenuta in provincia di Perugia, ben 12. La riduzione ha riguardato la gestione industria e servizi (dove si è passati da 17 casi ad 11) mentre un aumento si è verificato in quella conto stato (da 0 ad 1 caso) e agricoltura (da 1 a 3 casi).

La stragrande maggioranza degli infortuni mortali denunciati in Umbria (14 su 15) è accaduta in occasione di lavoro e in occasione di circolazione stradale. Un solo caso è avvenuto invece "in itinere". I settori economici maggiormente rischiosi sono quelli dell'industria manifatturiera, delle costruzioni e dei trasporti.

 

Per quanto concerne gli infortuni occorsi a stranieri il dato è invece in controtendenza: nel 2008 sono stati denunciati a livello regionale 3.257 infortuni contro i 3.151 dell'anno precedente (+3.6%); stabili invece gli infortuni mortali: 3 quelli denunciati sia 2008 che nel 2007. L'elevata incidentalità tra gli stranieri è collegata sia ad alcuni tratti caratteristici del loro lavoro - pericolosità delle attività svolte, inesperienza - sia alle differenze linguistiche e di cultura - scarsa attenzione alle norme sulla sicurezza, inadeguata preparazione professionale e difficoltà di comprensione dovute alla lingua - che spesso vanno ad incidere sulla stessa percezione del rischio.  Per quanto concerne la nazionalità, i lavoratori che hanno subito il maggior numero di infortuni provengono dalla Romania, dall'Albania e dal Marocco. Le tre vittime del 2008 provenivano invece dall'Albania, dalla Macedoni e dall'Equador.

 

Analizzando il dato relativo agli indici di frequenza possiamo notare come l'Umbria è la regione per la quale si è rilevato un valore maggiore di quasi il 48% rispetto alla media nazionale, sceso comunque da 45.23 a 43.70 rispetto al precedente triennio. Tra le cause che rendono il tessuto produttivo dell'Umbria particolarmente rischioso il fatto che vi operano imprese che sono per lo più di piccole dimensioni e a carattere artigianale e una maggior presenza, rispetto al complesso nazionale, dei settori delle costruzioni edili e delle lavorazioni di materiali per l'edilizia e della produzione ceramica.

 

Passando alle Malattie Professionali notiamo come in Umbria nel 2008 ne sono state denunciate 1.176, il 4% di quelle denunciate a livello nazionale.  La stragrande maggioranza (il 91%) si riscontra nella gestione "industria e servizi".

 

Le malattie tabellate assumono sempre di più una minore incidenza rispetto al totale delle malattie. Quelle non tabellate (ovvero quelle per cui spetta al lavoratore dimostrare il nesso causale con l'attività esercitata) aumentano tendenzialmente la loro consistenza percentuale rispetto al totale e rappresentano circa il 90% sia nella gestione "agricoltura" che in quella "industria e servizi".

 

Malattie professionali più frequenti: tra quelle tabellate in "agricoltura" troviamo l'asma bronchiale e l'ipoacusia e la sordità e in "industria e servizi" le neoplasie da asbesto; tra quelle non tabellate invece in "agricoltura spicca la sindrome del tunnel carpale e l'ipoacusia mentre in "industria e servizi" oltre l'ipoacusia numerose sono le tendinitei.

 

Selezione tabelle statistiche Rapporto regionale Umbria (formato PDF, 38 kB).

 

Il Rapporto Annuale Regionale 2008 - Umbria (formato PDF, 323 kB).

 

 
 

Marche

Il rapporto regionale annuale 2008 dell'INAIL/Marche non può sfuggire alla preliminare constatazione che il numero degli infortuni denunciati è diminuito, analogamente a quanto si è registrato sull'intero territorio nazionale. Gli infortuni avvenuti nella regione  sono stati  30.415,  1.763 in  meno rispetto al 2007  (-5,5%).
 

(cliccare sull'immagine per vederla ingrandita) 

A livello territoriale la provincia che registra il calo più sensibile è quella di Macerata che vede diminuire gli infortuni di 593 casi (-9,5%), seguita dalla provincia di Ascoli Piceno con 320 casi in meno (-5,1%); Pesaro ed Ancona si attestano su valori più bassi, ma non per questo meno significativi (rispettivamente - 3,9% e - 4,5%).

Nella graduatoria delle regioni per indice di frequenza infortunistica, le Marche si collocano all'ottavo posto (34,58 infortuni per 1.000 addetti). Pur trattandosi di un dato ancora negativo, vanno sottolineati i progressi raggiunti nel corso degli ultimi anni: nel 2002 la regione era posizionata al secondo posto ed al quarto nel 2005.

 

5.343 infortuni (il 17,56%) sono stati causati dalla circolazione stradale: di questi, 1.742 risultano avvenuti in attualità di lavoro e 3.601 durante i percorsi casa - lavoro e viceversa ("in itinere").

 

Gli infortuni mortali sono stati  25 a fronte dei 32 del 2007, di questi, 14 sono conseguenti ad incidenti stradali (di cui 6 durante lo svolgimento di attività lavorativa e 8 "in itinere"),  11 sono avvenuti in ambiente di lavoro e, tra questi, ricorre anche il caso di una "casalinga",  a conferma dell'insidia e della potenzialità di rischio insite nel lavoro di governo della casa e della famiglia.

 

Come per il passato, il settore delle costruzioni ha registrato il più alto livello di rischiosità, anche se nel 2008 si è registrata una sensibile diminuzione dei casi denunciati (-14,8%), con punte di oltre il 16% nelle province di Ascoli Piceno e Macerata. Va sottolineato che il settore è caratterizzato da un'elevatissima frammentazione ed è prevalentemente costituito da piccole imprese artigiane con un numero di addetti estremamente basso, spesso costituito da immigrati o da lavoratori privi di sufficiente esperienza. Elementi, questi, che concorrono a rendere particolarmente complessa la realizzazione dell'obiettivo, che viene comunque perseguito, della divulgazione della cultura della sicurezza nello specifico settore produttivo.

 

Dopo le costruzioni, tra le attività più rischiose si attestano l'industria dei metalli e il settore dei trasporti il cui bilancio infortunistico mostra comunque segnali positivi, con un identico decremento dei casi denunciati del 10%.  Spicca il dato della provincia di Ascoli Piceno, dove nell'industria dei metalli il numero degli infortuni è diminuito di oltre il 18%.

Nel settore dell'agricoltura il decremento registrato nel 2008 (-2,9%) è inferiore al dato nazionale (-6,9%) e, in generale, meno positivo di quelli relativi ai vari settori dell'industria e dei servizi.  

 

Un ruolo importante nel mondo produttivo delle Marche è assunto dai lavoratori immigrati.  Nel 2008 risiedevano nelle Marche 115.299 stranieri, il 7,4% della popolazione residente.

I dati riguardanti gli infortuni sul lavoro occorsi nel 2008 a questi lavoratori mostrano un decremento molto più modesto di quello registrato per la generalità dei lavoratori: si sono verificati 5.797 infortuni, contro i 5.966 del 2007 (-2,8%), che costituiscono il 18% del totale.

 

In lieve controtendenza - rispetto al dato nazionale in aumento - si presenta, invece, l'andamento delle malattie professionali, il cui numero complessivo nel 2008 è diminuito: dalle 1.897  denunciate nel 2007 si è passati alle 1.655 del 2008.  Il dato  nazionale registra invece un aumento dell'11,7%.

Le malattie più diffuse nei vari settori produttivi sono: nell'industria-servizi, le tendiniti (328 denunce nel 2008), seguite dalle ipoacusie (239 casi) che erano, da sempre, la malattia professionale più diffusa tra i lavoratori di tale settore.

Sempre più frequenti risultano le  patologie che investono l'apparato muscolo-scheletrico (affezioni dei dischi intervertebrali, artrosi, sindromi del tunnel carpale ed altre neuropatie).

Ancora troppo elevato lo strascico di vittime provocato dall'asbesto utilizzato prima che ne fosse bandito l'uso: 16 casi di neoplasie da asbesto (uno in meno rispetto ai 17 del 2007).

 

 

Selezione tabelle statistiche Rapporto regionale Marche (formato PDF, 39 kB).

 

Il Rapporto Annuale Regionale 2008 - Marche (formato PDF, 153 kB).

 

 

 

Fonte: Inail.
 



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