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Le opportunità dei nuovi orientamenti in materia di prevenzione

Le opportunità dei nuovi orientamenti in materia di prevenzione
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Approfondimento

24/05/2018

Un intervento si sofferma sulla fase di mutamenti nel mondo del lavoro segnalando anche i nuovi orientamenti, internazionali ed europei, per lo sviluppo sostenibile e la prevenzione globale e armonizzata. Quali opportunità si aprono per la prevenzione?

 

Milano, 23 Mag – Un seminario, organizzato dalla Consulta interassociativa per la prevenzione e dal titolo “ Lavoro che cambia: cambia la prevenzione?” (Milano, 6 aprile 2018), ha voluto approfondire quali nuovi rischi per i lavoratori siano correlati ai profondi e rapidi mutamenti che avvengono con le nuove tecnologie, con la cosiddetta “ Industria 4.0”. Mutamenti che incidono anche sugli aspetti organizzativi, gestionali, sulle forme di leadership e sulla gestione dei fattori umani e che si accompagnano, tuttavia, anche a nuovi orientamenti in materia di prevenzione.


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Un intervento ha cercato, in particolare, di mettere in evidenza le “opportunità di miglioramento che nascono dall’applicazione dell’Impresa 4.0 in Italia, inserita nel contesto internazionale e soprattutto in linea con gli indirizzi strategici e operativi dell’Unione Europea”. Miglioramenti che possono avere “profondi impatti nei settori dello sviluppo sostenibile, della responsabilità sociale tramite l’applicazione efficace della sicurezza, salute, stato di benessere e tutela ambientale negli ambienti di lavoro e di vita”.

 

Orientamenti e sviluppi per una prevenzione globale e armonizzata

A presentare in questo modo le opportunità di miglioramento per la tutela della salute e sicurezza, ma anche per i professionisti della prevenzione, è un intervento al seminario di Giancarlo Bianchi (Presidente AIAS) dal titolo “Le nuove opportunità”. Un intervento che parte dai nuovi orientamenti internazionali per lo sviluppo sostenibile e la prevenzione globale e armonizzata.

 

Rimandando ad una lettura integrale delle slide relative all’intervento, ci soffermiamo brevemente sulla «Global Coalition on Safety and Health at Work» istituita durante il recente 21° Congresso ILO –ISSA sulla Sicurezza e Salute tenuto a Singapore nel settembre 2017 con i seguenti scopi:

  • “applicare i contenuti dei 19 Goals (SDGs) inerenti alla Sicurezza e la Salute sul lavoro stabiliti dall’Agenda ONU 2030 e sviluppati in Italia tramite il programma ASviS tramite azioni concordate, armonizzate e condivise”;
  • “contribuire a realizzare quanto di specifico deciso in sede ONU (SDGs), G7, G20, EU, African Union and ASEAN Ministers”.

 

Il progetto globale Vision Zero

La relazione ricorda anche “Vision Zero”, il flessibile progetto globale sviluppato dall’International Social Security Association ( ISSA), che permette di avere in ogni tipologia di organizzazione “ambienti sicuri, salutari e nei quali non vi sono infortuni e vi è consolidato lo stato di salute e di benessere di coloro che vi operano”.

 

Queste le 7 regole d’oro connesse alla Vision Zero:

  • “Prendi tu come imprenditore o manager il comando del processo Vision Zero e dimostra il tuo impegno;
  • Identifica i pericoli, valuta, elimina o riduci i rischi tramite il documento sulla Valutazione dei rischi;
  • Definisci obiettivi numerici e sviluppa programmi coerenti per raggiungere tali obiettivi;
  • Garantisci che l’organizzazione abbia un sistema organizzativo e gestionale adeguato;
  • Garantisci la sicurezza e l’ergonomia di macchine, attrezzature, impianti e ambienti di lavoro;
  • Sviluppa in modo continuo le competenze professionali degli operatori tramite l’informazione, l’addestramento e la formazione efficace;
  • Metti le persone al centro della tua organizzazione e investi e favorisci la loro crescita professionale”.

 

Gli obiettivi dello Strategic Framework 2014 - 2020

Il relatore ricorda poi che “per migliorare la sicurezza e la salute di più di 227 milioni di lavoratori operanti nei 27 Paesi dell’Unione Europea dagli incidenti, infortuni e malattie professionali”, la Commissione Europea ha adottato nel giugno del 2015 un piano strategico - Strategic Framework 2014 - 2020 - che identifica le opportunità chiave e gli obiettivi strategici nei settori OSH (Occupational Safety and Health), indica le azioni basilari, e identifica i relativi strumenti. Questo OSH Framework 2014-2020 “intende assicurare che l’UE continui a esercitare un ruolo di leadership nella promozione di standard eccellenti per la prevenzione sul lavoro in Europa e a livello internazionale in linea con l’ ‘Europe 2020 Strategy’”.

 

Dopo aver indicato le maggiori sfide che il piano deve affrontare, la relazione riporta anche i sette obiettivi strategici:

  1. Attuare il consolidamento delle strategie nazionali inerenti la sicurezza e la salute. Attuare un migliore coordinamento nazionale e altre miglioramenti derivanti dagli esempi di altri stati dell’UE;
  2. Attuare un supporto efficace per le micro, piccole e medie imprese. Aiutare le suddette imprese ad applicare le specifiche normative fornendo un’assistenza tecnica e strumenti pratici tra i quali l’ Online Interactive Risk Assessment (OIRA) che consiste in una piattaforma web che fornisce strumenti per l’individuazione e la gestione dei rischi aziendali;
  3. Migliorare l’applicazione degli aspetti applicativi della legislazione nazionale. Effettuare tale miglioramento anche tramite specifiche azioni messe in atto dall’Ispettorato del lavoro;
  4. Semplificare la legislazione esistente. Mettere in atto le azioni atte a semplificare la legislazione esistente eliminando gli adempimenti burocratici inutili;
  5. Tener presente l’invecchiamento della popolazione lavorativa nell’EU e la prevenzione delle malattie professionali. Attuare la prevenzione tenendo presente l’invecchiamento della popolazione lavorativa e individuare e tenere sotto controllo i rischi esistenti, quelli nuovi e quelli emergenti;
  6. Migliorare la qualità della raccolta dei dati per la prevenzione. Migliorare le basi e gli strumenti informativi (es. open data sistemi informativi nazionali) per attuare una prevenzione più efficace;
  7. Accrescere la collaborazione con le specifiche organizzazioni internazionali. Migliorare la collaborazione con International Labour Organisation (ILO), World Healh Organisation (WHO), Organisation for Economic Cooperation and Development (OECD) e gli altri importanti stakeholder per contribuire a far diminuire gli incidenti, gli infortuni, le malattie professionali e per migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori”. 

 

La relazione, che vi invitiamo a leggere integralmente, si sofferma anche sugli strumenti del piano strategico e sulla seconda indagine Europea tra le imprese sui rischi nuovi ed emergenti ( ESENER 2).

 

Il Piano Nazionale della Prevenzione e le nuove norme tecniche

Veniamo ora in Italia al Piano Nazionale della Prevenzione (PNP) 2014-2018 che, come indicato in un estratto del documento di valutazione, è “corredato da un adeguato ‘piano di valutazione’, il più possibile legato agli obiettivi che si intendono perseguire  a tutti i livelli e basato su un approccio condiviso che conduca, non solo alla messa a punto di metodi e procedure di monitoraggio e valutazione dei processi e dei risultati comuni e rigorosi (indicatori), ma anche alla creazione delle condizioni necessarie all’utilizzo dei risultati stessi della valutazione, per il miglioramento dell’efficacia e della sostenibilità degli interventi e dei processi in atto e per la produzione dei cambiamenti attesi”. E parte integrante del sistema di valutazione “deve essere l’uso dei sistemi informativi e di sorveglianza che il PNP 2014-2018 continua infatti a promuovere e a valorizzare per il necessario e corretto espletamento di tutte le funzioni (conoscenza, pianificazione, azione, governance, empowerment) che da tale uso derivano”.

 

L’intervento si sofferma poi sulla UNI ISO 45001:2018Sistemi di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro”, una norma recentemente emanata che specifica i “requisiti per un sistema di gestione per la salute e la sicurezza sul lavoro (SSL) e fornisce la guida per il suo utilizzo”.

Secondo il relatore l’emanazione della UNI ISO 45001:2018 da parte dell’International Organization for Standardization (ISO) in collaborazione con ILO (International Labour Organization) “costituisce il riconoscimento anche da parte degli imprenditori che la salute e sicurezza sono parte integrante dei compiti delle imprese e costituiscono elementi indispensabili per renderle sostenibili economicamente e finanziariamente nel tempo”.

 

Dunque si apre – continua la relazione – “un nuovo periodo nel quale profitto e salute e sicurezza sono complementari e non conflittuali e pertanto la prevenzione esce dal ‘ghetto tecnico’ e entra a pieno titolo come elemento essenziale per lo sviluppo dell’imprese e per rendere i vertici come soggetti ‘socialmente responsabili’”.

E in questa nuova situazione i professionisti della prevenzione - RSSP, ASPP, HSE manager, … - sono riconosciuti “come soggetti professionali specialistici e manager che lavorano con i vertici aziendali e contribuiscono a pieno titolo allo sviluppo aziendale”. 

 

In definitiva il relatore ritiene utile che la CIIP lavori in modo coeso per incrementare il suo ruolo come “punto di riferimento scientifico e tecnico per le istituzioni al fine di attuare in Italia una prevenzione efficace che tenga conto degli orientamenti internazionali e quelli in particolare dell’Unione Europea e del Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018”.

E in questa fase le Associazioni professionali possono “valorizzare le figure professionali previste per legge (RSPP, ASPP) e le altre figure professionali operanti su base volontaria come gli HSE Manager, gli Igienisti Industriali, ecc. utilizzando le opportunità” offerte dalla Legge 14 gennaio 2013, n. 4 e dal decreto legislativo 16 gennaio 2013, n. 13.

 

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Le nuove opportunità”, a cura di Giancarlo Bianchi (Presidente AIAS), intervento al seminario “Lavoro che cambia: cambia la prevenzione?” (formato PDF, 700 kB).



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