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Quando i conti non tornano...

L'Italia è tristemente al primo posto in Europa per il numero di incidenti stradali, ma non basta. Una notizia sconcertante arriva dall'Organizzazione Mondiale della Sanità: il numero dei morti sulle strade italiane è sottostimato del 30%. I morti a causa di incidenti stradali non sarebbero 6.410, come rilevato dall'Istat, ma oltre 8.100 (dato relativo all'anno 2000).

Quali sono i motivi della carneficiana che ha visto 232 morti sulle strade nel solo periodo delle festività natalizie 2002 ed oltre 7.000 feriti, ai quali si dovrebbe aggiungere l’ulteriore 30% non rilevato evidenziato dall'OMS?

Quali sono i motivi della crescita di oltre il 15% rispetto all'analogo periodo del 2001?

Perché in Europa, dove la diminuzione degli incidenti nel periodo 1990 - 2000 si assesta oltre il 30%, gli incidenti sono enormemente minori rispetto all'Italia (- 10%)?

La risposta che in molti danno è sempre la solita: la mancanza di una adeguata cultura nella prevenzione e dei relativi investimenti.
Il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza, la guida in stato di ebbrezza, l'utilizzo del telefonino, il mancato rispetto delle distanze di sicurezza e l'elevata velocità sono considerate le principali cause di incidente.

Ma cosa dire del mancato rispetto della segnaletica stradale di base (stop, precedenze e semafori) che è norma in molte città (quali ad esempio Napoli e Palermo)?
Cosa dire della segnaletica stradale assente, rotta... Cosa dire delle strade in condizioni disastrose, della mancata illuminazione, dei tratti stradali con un brulicare di cantieri aperti da anni?
Cosa dire del mancato utilizzo del casco?

Le strade statali ed i centri urbani sono statisticamente i luoghi più a rischio. E' infatti su queste che si verificano il maggior numero di decessi; di contro la società Autostrade ha evidenziato un calo degli incidenti rispetto al 2001.

L'Italia ha molto da fare sia in termini di investimenti che, soprattutto, di formazione e sensibilizzazione dei cittadini.
Ad esempio in Francia, nei luoghi in cui si verificano spesso incidenti, lo stato installa dei cartelli che recitano: "In questo incrocio hanno perso la vita N persone, stai attento!"; sempre in Francia ci sono continui avvertimenti sul rispetto delle distanze di sicurezza e sono diffuse le stazioni di controllo gratuito del gonfiaggio dei pneumatici.
Guidare in Svizzera e in Germania è un'esperienza eccezionale per chi è abituato a viaggiare sulle nostre strade: il rispetto dei limiti di velocità è assoluto, il rispetto della distanza di sicurezza è massimo. Non esistono i lampeggi con gli abbaglianti per fare spostare i veicoli dalla corsia di sorpasso, non esiste il pericolosissimo sorpasso a destra.

Sarà che i nostri colleghi cittadini europei siano più intelligenti di noi?

E' certamente anche compito degli addetti alla sicurezza italiani far sì che la provocazione di cui sopra sia presto smentita dai numeri.

Luigi Matteo Meroni
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