Est Europa: la nuova frontiera della cyberpirateria?

Gli esperti di Microsoft hanno scoperto che il recente assalto subito dalla azienda americana e' partito probabilmente da San Pietroburgo.
In Russia infatti erano state spedite alcune password segrete, e dalla Russia sarebbe partito il virus del tipo ''cavallo di Troia''.

Questi virus, diffusi attraverso la posta elettronica, sono talvolta tanto sofisticati e mirati (rivolti cioe' ad un solo bersaglio e con diffusione limitata) da operare per lungo tempo senza essere individuati.
Quello che ha colpito la Microsoft avrebbe agito per tre mesi prima di essere scoperto.

I funzionari dell'FBI ed i portavoce del Gartner Group hanno inoltre elaborato un nuovo profilo della cyberpirateria. I programmatori istruiti nei centri informatici gestiti dalla ex URSS nell'Europa orientale sono dotati di una preparazione tecnica di alto livello, di maggiore capacita' organizzativa e di una maggiore creativita' dovuta alla limitatezza dei loro sistemi informatici.

Tutto questo, se mescolato alla grave crisi economica ed all'insorgere di potenti e diffuse organizzazioni criminali, crea l'ambiente adatto al proliferare di un tipo di cyberpirateria ben piu' pericolosa di quella finora sperimentata negli USA.

Il rischio e' quello che le organizzazioni criminali riescano a trasformare il cyberspazio in un loro territorio, utilizzando tecnici altrimenti impossibilitati a lavorare.

Il Dipartimento della Difesa USA ha reso noto infatti che allo scoppio della guerra nel Kossovo i vertici USAF evitarono la diffusione di informazioni sul personale, per impedire intrusioni degli hacker.