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Una tecnologia in costante evoluzione: il riconoscimento del parlato

Una tecnologia in costante evoluzione: il riconoscimento del parlato
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Privacy

23/09/2019

Il riconoscimento del parlato sta diffondendosi rapidamente, soprattutto grazie ad alcuni dispositivi che possono essere assai utili, ma che possono presentare alcuni problemi di protezione dei dati personali.

Il riconoscimento del parlato è una tecnica che ha cominciato a svilupparsi una ventina di anni fa. Oggi essa viene correntemente utilizzata, ad esempio, dalle società di gestione dei consumi energetici, che mettono a disposizione dei numeri verdi. Quando l’utente telefona a questo numero, può pronunciare il numero del proprio contratto e il consumo registrato. Il dispositivo ripete le informazioni assunte e chiede conferma.

 

Dispositivi di questo genere sono veri e propri riconoscitori del parlato e rappresentano la tecnologia più elementare, rispetto alla ben più sofisticata tecnologia, che permette invece di riconoscere il parlatore.

I lettori che ricordano la favola di Alì Babà e i 40 ladroni sanno che il dispositivo che apriva la caverna, dove era custodito bottino dei ladroni, era un dispositivo di riconoscimento del parlato, tanto è vero che la frase magica, pronunciata da Alì Babà, è stata riconosciuta ed ha portato all’apertura della grotta.

Ben più complesso è il riconoscimento del parlatore, in quanto il software che viene utilizzato per riconoscere il parlatore effettua un’analisi molto più approfondita dei suoni, che vengono captati dal microfono, analizzando ad esempio le frequenze vocali, le pause, le armoniche ed altre caratteristiche del suono emesso dal parlatore, che permettono di identificarlo.

 

 

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Oggi sono assai diffusi i cosiddetti dettatori, che sono essenzialmente dei dispositivi di riconoscimento del parlato, ma che con il passare del tempo e dell’uso migliorano sensibilmente il riconoscimento del parlato, perché sono in grado di captare alcune particolari caratteristiche sonore, tipiche del parlatore, che utilizza l’applicativo.

 

Ecco perché questi applicativi funzionano sempre meglio, se li utilizza lo stesso parlatore ed egli costruisce un proprio profilo acustico. Un eccellente riconoscitore del parlato, se la stessa frase viene pronunciata da un altro soggetto, non precedentemente arruolato, può non comportarsi altrettanto bene.

Gli applicativi di riconoscimento al parlato sono di una grande utilità e sono anche presenti negli smartphone, in quanto permettono di creare dei messaggi, anche piuttosto articolati, senza necessariamente dover digitare il testo del messaggio.

La comodità d’uso pertanto è indiscutibile.

In particolare, il dispositivo captatore di parlato, messo in commercio con il nome di Alexa, può essere utilizzato, ad esempio, per effettuare ordini via Internet, senza nemmeno aver bisogno di una tastiera. Occorre tuttavia mettere in guardia i lettori circa il fatto che questi dispositivi potrebbero presentare dei gravi rischi, per quanto riguarda la protezione dei dati personali.

In particolare, non sempre è evidente, per l’utente, il fatto che il dispositivo sia attivo o meno. Per solito, il dispositivo si attiva quando viene pronunciata una parola chiave, ma è possibile che tale parola, od un suono similare, venga pronunciata anche nel corso di una normale conversazione. A questo punto il dispositivo si attiva e cattura tutte le parole che vengono pronunciate nell’ambito di captazione del microfono.

 

I mezzi di informazione di massa hanno dato notizia del fatto che esistono gravi dubbi circa il fatto che le parole e le frasi così acquisite vengano ignorate dalla memoria del dispositivo, se non sono specificamente finalizzate.

 

Anzi, sembra che queste parole e frasi vengano comunque catturate al dispositivo e trasmesse a distanza, a unità di comando e controllo, la cui funzione, almeno ad oggi, è ben lungi dall’essere stata chiarita. Amazon ha dichiarato che i suoi esperti possono utilizzare queste conversazioni per migliorare gradualmente il livello di intelligenza artificiale, che è incorporato nel dispositivo, ai fini di migliorare sempre più la capacità di comprendere esattamente le parole pronunciate. Nulla però impedisce che queste frasi catturate vengano comunque memorizzate per futuri usi, non ben definiti.

 

Dal momento che si conosce esattamente almeno uno dei soggetti che sta parlando, in quanto è il soggetto cui fa riferimento l’apparato di captazione, il giorno l’ora e minuto in cui le frasi vengono pronunciate, potrebbe essere possibile creare delle profilazioni, i cui risvolti possono essere inimmaginabili.

 

Ancora una volta, ad una grande comodità d’uso può corrispondere un grande rischio!

Questo è motivo per cui è opportuno che tutti coloro che utilizzano dispositivi di riconoscimento del parlato prestino estrema attenzione al fatto che tali dispositivi vengano effettivamente azionati solamente a fronte di una specifica volontà dell’utente coinvolto, impedendo in ogni modo una attivazione accidentale o, peggio ancora, una attivazione a distanza.

Se avete dubbi, è meglio non usarli.

 

 

Adalberto Biasiotti



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