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Brexit, security e protezione dei dati

Brexit, security e protezione dei dati
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Privacy

21/02/2018

Quali potrebbero essere le conseguenze della Brexit sulla sicurezza anche con riferimento alla protezione dei dati? Poiché sono numerose le aziende italiane che hanno stretti rapporti con il Regno unito, questo tema è di estremo interesse.

Ormai anche le piccole e medie aziende si sono rese conto che il mondo in cui viviamo è sempre più interconnesso e le variazioni nei rapporti legali e commerciali possono avere un impatto significativo sulla attività aziendale. Per questa ragione le aziende che dispongono di responsabili della sicurezza e responsabili del trattamento, ed hanno contatti frequenti con aziende nel Regno unito, devono avere un quadro aggiornato delle possibili conseguenze, anche a medio termine, della separazione del Regno unito dall’Europa.

 

Questa preoccupazione è evidentemente condivisa a livello europeo, non solo italiano, ed ecco la ragione per la quale il parlamento europeo, ed in particolare della commissione LIBE, ha commissionato ad una istituzione specializzata uno studio, di cui riporto ai lettori gli aspetti più significativi.

 

L’intero rapporto è disponibile in allegato e penso che saranno molti lettori che dovranno studiarlo a fondo, per poter riferire alla alta direzione informazioni aggiornate su ciò che aspetta le loro aziende in un prossimo futuro.

 

Faccio presente che il documento prevede anche l’esame degli aspetti, che sono di scarso interesse per una piccola e media azienda, o anche una grande azienda, ed ecco perché il documento va esaminato dapprima nella sua interezza, salvo poi approfondire alcuni aspetti specifici.

 

Il documento innanzitutto offre una illustrazione dello sfondo su cui si cominciano a delineare alcuni aspetti dell’allontanamento del Regno unito dall’Europa.

 

In particolare, la Brexit sembra offrire sia sfide sia opportunità alle aziende europee, ma occorre che queste aziende siano costantemente informati sullo sviluppo della trattativa di separazione, in modo da essere tempestivamente preparate al momento in cui, presumibilmente nel marzo 2019, la separazione fra l’Europa ed il Regno unito sarà completa.

 

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Data la scarsità di tempo disponibile, potrebbe essere difficile mettere a punto delle soluzioni transitorie che garantiscano che l’azienda sia in grado di fronteggiare il periodo transitorio e la separazione finale ed è questa la ragione per la quale esorto tutti i responsabili della security e della protezione dei dati a tenere sotto stretto controllo le informazioni, che vengono periodicamente diffuse dai mezzi di comunicazione di massa e dei mezzi specializzati.

 

Ho già offerto in precedenza qualche spunto sulla posizione nella quale si potranno trovare i cittadini europei che desiderano continuare a lavorare nel Regno unito, come pure le modalità con cui i cittadini, che ancora non operano nel Regno unito, potranno cominciare ad operare.

Una cosa è certa.

 

Le procedure di immigrazione tra il Regno unito ed i 26 paesi dell’unione europea, escludendo ragionevolmente l’Irlanda, se si trova un accordo bilaterale, saranno sicuramente più complessi e costosi.

 

La cooperazione giudiziaria fra il Regno unito ed i 26 paesi, sia su aspetti civili, sia su aspetti penali, diventerà sicuramente assai più complessa ed è questo un fattore che le aziende italiane devono prendere in considerazione, perché eventuali contenziosi, che si abbiano a manifestare e gestire nel Regno unito, potrebbero diventare molto più complessi, con costi decisamente elevati.

 

Ricordo a tutti i lettori che i costi degli avvocati, sia nel Regno unito, sia negli Stati Uniti, sono decisamente superiori a quelli cui noi siamo abituati in Italia. La ragione discende dal fatto che in Italia l’offerta di avvocati è meno selettiva, rispetto ad altri paesi.

 

Per quanto riguarda la protezione dei dati, quando il Regno unito non sarà più parte dell’Europa, verrà trattato come un paese terzo e quindi qualsiasi trasferimento di dati fra i due paesi, sia da parte di aziende, sia da parte di servizi di polizia, dovrà soddisfare una delle varie alternative che sono illustrate nel regolamento generale, per trasferire dati in paesi terzi.

 

Con ogni probabilità, l’Unione Europea assumerà una decisione di adeguatezza ed il Regno unito sembra aver dichiarato che è sua intenzione tenere la propria legislazione perfettamente allineata con quella europee, il che tutto sommato torna a vantaggio di entrambe le parti.

 

A questo proposito, ricordo che l’Unione Europea ha già pubblicato, grazie all’opera della commissione europea, un elenco di paesi che già godono del riconoscimento di adeguatezza e potrebbe non essere difficile trovare una soluzione soddisfacente.

 

Il problema sta nel fatto che questa soddisfacente soluzione deve essere trovata tempestivamente.

 

Con tutti gli impegni che hanno le aziende italiane, che regolarmente operano sul mercato britannico, l’allestimento di un piano programmato, atto a gestire il trasferimento dei dati secondo le nuove regole, richiederà qualche tempo ed è bene cominciare a prepararsi fin da adesso.

 

Vedi allegato Regolamento (pdf, 1.1 MB)

 

 

Adalberto Biasiotti



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