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Nuove tecnologie di sicurezza: un radar capace di penetrare sotto terra

Nuove tecnologie di sicurezza: un radar capace di penetrare sotto terra
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Security

15/09/2016

Un apparato radar, le cui radiazioni hanno una lunghezza d’onda tale da poter penetrare il terreno per almeno una diecina di metri. Di Adalberto Biasiotti.


La prima volta che ebbi notizia dell’esistenza di un apparato radar, le cui radiazioni avevano una lunghezza d’onda tale da poter penetrare il terreno per almeno una decina di metri, fu circa 10 anni fa, quando ero consulente per la security della soprintendenza archeologica di Pompei.

Ebbi occasione di vedere una squadra di specialisti svedesi, che esplorava il sottosuolo con questi apparati, mettendo in evidenza la presenza di cavità, che potevano rendere opportuna una indagine fisica, mediante scavi mirati ad esempio alla ricerca di una tomba. Apprezzai la tecnologia e la riposi nell’armadio mentale di informazioni, che non si sa mai quando potrebbero essere utili.

 

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Tempo addietro ebbi occasione di prestare assistenza ad una banca meridionale, che stava progettando la nuova sala contazione con annesso caveau. Questo edificio doveva acquisire un ruolo fondamentale nella movimentazione del contante della banca, in quanto tutto il contante raccolto sul territorio da un paio di centinaia di agenzie veniva qui convogliato, grazie a furgoni blindati. Qui il contante veniva controllato e custodito in un caveau, in attesa di essere successivamente distribuito, secondo le esigenze delle agenzie bancarie, o trasferito presso la filiale regionale della Banca d’Italia.

 

I valori in gioco erano estremamente elevati, perché l’area in cui operava questa banca faceva ancora grande affidamento all’utilizzo del contante. Come professionista della security, gli uffici tecnici della banca mi affidarono l’incarico di progettare i sistemi di sicurezza attivi e passivi di questo insediamento ad alto rischio: eseguii il mio progetto, venne selezionato un installatore e il tutto entrò in funzione, con piena soddisfazione di tutti i soggetti coinvolti.

Un paio di mesi dopo l’entrata in vigore di questo centro di smistamento di contanti, un dipendente, che si stava recando a recuperare la propria autovettura, al termine della fascia oraria di attività, intorno alle ore 23, rimase oltremodo sorpreso per il fatto che, nel silenzio del parcheggio, egli percepì nettamente dei rumori e delle vibrazioni, che con ogni verosimiglianza  sembrava provenissero dal sottosuolo. Egli tornò immediatamente nell’edificio, prese contatto con la sala operativa, presidiata nell’arco delle ventiquattrore, e segnalò questa situazione affatto anomala.

 

Il giorno successivo, i responsabili della sicurezza della banca mi chiamarono immediatamente in causa, chiedendomi di approfondire questa sorprendente situazione.

Memore dell’esperienza maturata alla soprintendenza archeologica di Pompei, presi contatto con un collega, universitario di vaglia, per sapere se egli aveva a disposizione macchine del genere, per poter effettuare un “sopralluogo sotterraneo”. L’apparato era disponibile e il manovratore anche.

 

Nel giro di due giorni iniziammo le prove sul campo, esplorando il sottosuolo tutto attorno all’edificio a rischio, con particolare attenzione all’area di parcheggio, dove erano state percepite vibrazioni e rilevati rumori. Il radar mise subito in evidenza la presenza di una cavità sotterranea, a circa tre metri di profondità, che arrivava nelle immediate vicinanze dell’edificio a rischio, in particolare dell’area caveau, mentre dall’altro lato si perdeva nei campi e sotto zone abitate, nelle quali non era possibile effettuare un rilevamento con il radar.

Sembrava del tutto realistica l’ipotesi che i malviventi, a  conoscenza dell’esistenza di questo condotto sotterraneo, peraltro assolutamente ignoto alla banca, proprietaria del terreno, stessero predisponendo un attacco sotterraneo.

 

Credo non valga la pena di ricordare lettori che attacchi, mediante penetrazione da fogne o cavità sotterranee, a Napoli sono ben lungi dall’essere insoliti!

 

Una successiva indagine approfondita presso gli uffici tecnici comunali della zona mise in evidenza la esistenza di un condotto sotterraneo, che in tempi passati agiva da scolamatore di eventuali accumuli di acqua in zone a monte. La modifica del terreno aveva reso improponibile l’accumulo di acqua, la tubazione sotterranea era stata dimenticata e fu  possibile ricostruirne il percorso soltanto esaminando documenti cartografici vecchi di alcune decine di anni.

Sulla base di questi documenti fu possibile effettuare un carotaggio, che confermò appieno le risultanze dell’indagine. In vista del fatto che questo condotto sotterraneo era caduto in disuso, una betoniera provvide a riempirlo con un muro che ritenevo impenetrabile.

Ancora una volta, dovetti con rammarico constatare che i malviventi ne sapevano molto più di noi!

 

Ecco un esempio di un apparato radar, la cui radiazione opera in una lunghezza d’onda, che permette di penetrare per parecchi metri nel terreno sottostante.

 

Adalberto Biasiotti





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Rispondi Autore: Eugenio Roncelli - likes: 0
15/09/2016 (09:43:56)
Interessante esperienza, ma determinata da un errore: mancavano all'origine del progetto le prospezioni geologiche.
Quindi era un progetto mancante di una parte fondamentale: non serviva chiedere al responsabile della sicurezza.
Rispondi Autore: Juan montanez Gomez - likes: 0
18/02/2022 (20:54:01)
Ciao sono colombiano e o bisogno di queste magnifico radar per trovare un tesoro che Pablo Escobar a nascosto chiedo il 5 per cento il resto per voi e il governo colombiano in attesa di una pronta risposta vi saluto cordialmente

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