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Gli indicatori di comportamento possono aiutare ad identificare un criminale?

Gli indicatori di comportamento possono aiutare ad identificare un criminale?
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Security

01/09/2017

Un programma di formazione per addetti alla sicurezza, addestrati a riconoscere alcuni comportamenti, che potrebbero aiutare ad identificare soggetti sospetti, soprattutto in fase di imbarco su aerei di linea.


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Ormai sono più di 2600 gli addetti alla sicurezza del trasporto aereo, dipendenti dalla Transport security administration, che sono stati addestrati, grazie a corsi specializzati, nelle tecniche che permettono di individuare indicatori di comportamento di passeggeri aerei, per vari motivi sospetti.

 

L’addestramento di queste persone ha comportato una spesa di parecchie diecine di milioni di dollari e più volte in passato sono state avanzate delle perplessità circa l’efficienza ed efficacia non tanto del percorso formativo, quanto del fatto che l’osservazione di alcuni modelli di comportamento possa effettivamente aiutare nell’individuare un viaggiatore sospetto.

La Transport security Adminstration ha preso buona nota di queste perplessità ed ha pensato bene di abbinare le funzioni di BDO - behaviour detection officer-  a quelle di addetto alla sicurezza ai varchi aeroportuali.

In parallelo, sono stati condotti degli esami approfonditi sulla credibilità di questi indicatori e i risultati sono stati piuttosto scoraggianti.

Un primo studio, portato a termine alcuni anni fa, ridusse da circa un centinaio a soltanto 30 gli indicatori che potevano realmente avere qualche oggettiva credibilità.

La riduzione degli indicatori nasceva anche dal fatto che molti indicatori si sovrapponevano.

Un’ulteriore analisi è stata successivamente condotta dal generale Accontability Office per verificare se questi indicatori erano dotati di una oggettiva validità, sostenuta da ricerche specifiche, di tipo universitario e sanitario.

 

Gli ispettori hanno analizzato la bellezza di 178 studi, che la Transport security Adminstration portava a supporto della validità di questi 30 indicatori, rilevando che soltanto una ventina di questi studi aveva un sufficiente livello di credibilità. Tutti gli altri studi in realtà non erano altro che notizie di stampa o riassunti di altri documenti, precedentemente pubblicati.

 

 

Lo studio prende in esame tutti questi indicatori, ma non li elenca in dettaglio, per motivi di riservatezza. Possiamo però segnalare ai lettori alcuni di questi indicatori, come ad esempio:

  • valutare come il soggetto sotto osservazione deglutisce,
  • osservare il grado di apertura degli occhi del soggetto in causa,
  • eventuali scuotimenti delle mani,
  • rapido ritmo della respirazione,
  • sudorazione,
  • distogliere gli occhi quando l’osservatore lo guarda,
  • alzare le sopracciglia, sottolineando due righe verticali in mezzo alla fronte,
  • toccare frequentemente il naso. Quando un soggetto mente, vi è un flusso di adrenalina ai capillari del naso, che comincia a pizzicare.

 

L’analisi dei 30 indicatori ha portato a ridurre soltanto a sette o otto gli indicatori, che erano supportati da una credibile analisi tecnica.

 

La Transport security Adminstration, davanti a questo rapporto, ha avanzato delle controdeduzioni, segnando in particolare che in qualche caso le tecniche di osservazione avevano permesso di individuare dei trafficanti di droga. La Transport security Administration eccepiva quindi che se questi indicatori erano utili per individuare trafficanti di droga, avrebbero potuto essere utili anche per individuare soggetti che trasportavano esplosivi.

La illazione non è stata accettata dagli ispettori, che hanno condotto questa indagine.

 

Ad oggi, quindi, l’utilizzo di questi indicatori lascia ancora molto perplessi i tecnici, che ritengono che le somme investite per l’addestramento del personale, nell’utilizzo di questi indicatori, potrebbero essere utilizzate in maniera più efficiente ed efficace.

Il fatto stesso che oggi questa attività sia considerata collaterale, rispetto all’attività di addetto alla sicurezza dei varchi, dimostra come la stessa TSA abbia qualche dubbio.

 

Ho ritenuto opportuno illustrare questa situazione ai lettori, perché anche in Italia, da più parti, si sta parlando di introdurre tecniche similari non sono nei varchi aeroportuali, ma anche ai controlli all’accesso di grandi eventi.

Tutto ciò che può aiutare a raggiungere un maggior livello di sicurezza è sempre apprezzato, ma occorre anche analizzare attentamente i costi e la credibilità di queste tecniche.

 

Adalberto Biasiotti



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