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Il problema delle inferriate

Il problema delle inferriate
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Criminalità

20/06/2016

E’ difficile installare sensori di attacco sulle inferriate usate per rinforzare le finestre di appartamenti villette, e possono quindi verificarsi situazioni spiacevoli. Vediamo come rimediare. Di Adalberto Biasiotti.

   
Lo spunto per questa breve notizia mi è stato dato dalla lettura di un quotidiano, che riferiva di una intrusione avvenuta in una villetta, le cui finestre erano protette da inferriate. I malviventi hanno potuto segare le inferriate, oppure svellerle, infrangendo successivamente le finestre e penetrando nella villetta, in assenza dei proprietari.

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I proprietari, che avevano prudentemente installato un impianto antintrusione, appena ricevuto  l’allarme di intrusione, si sono diretti immediatamente verso casa, non so bene se allertando nel frattempo le forze dell’ordine oppure no (spero proprio di sì!).
 
Come il ritaglio di giornale informa, i proprietari sono arrivati in poco meno di un quarto d’ora presso la propria abitazione, ma ormai i malviventi  erano già entrati, avevano individuato la refurtiva e si erano allontanati.
Davanti a questa situazione, che ha visto violata una villetta tutto sommato ben protetta, vediamo le ragioni e troviamo i rimedi.
 
Gli esperti di sicurezza, in questo caso, devono applicare la cosiddetta equazione delle difese. Questa equazione afferma che il tempo di penetrazione delle difese fisiche deve essere superiore rispetto al tempo di invio dell’allarme e di arrivo di una pattuglia di pronto intervento sul posto. Nella fattispecie, i malviventi hanno  potuto lavorare indisturbati per tutto il tempo necessario per violare le inferriate, in quanto l’allarme di intrusione è scattato soltanto dopo che hanno infranto le finestre.
I padroni si sono recati rapidamente sul posto ma evidentemente il tempo di intervento è stato troppo lungo, rispetto al tempo di recupero del bottino in fuga.
La soluzione perfetta, evidentemente, avrebbe dovuto essere quella di installare un sensore di scasso sulle inferriate, in modo che tutto il tempo utilizzato dagli intrusi per scassinare le inferriate andasse a vantaggio del tempo di intervento.
Non sempre è facile installare questi sensori sulle inferriate, perché sono troppo esposti a generare allarmi impropri, perché le inferriate sono facilmente soggette a urti e percussioni accidentali.
Nelle foto allegate ho illustrato tre soluzioni che vengono utilizzate in applicazioni di alta sicurezza.
 
La prima fotografia fa riferimento alla costruzione di inferriate, realizzate con tubazioni, all’interno delle quali si trova un gas in pressione, alimentato da una piccola bombola di anidride carbonica. È possibile collegare in serie numerose inferriate, alimentate da un’unica bomboletta. All’altro estremo della serie di inferriate si trova un pressostato. Qualunque tentativo di scasso sulle inferriate, che porti ad una perdita di pressione, fa scattare un allarme. Il rateo di allarmi impropri, in questo caso, è praticamente zero.
 
 
La seconda fotografia fa riferimento ad una inferriata, anch’essa realizzata con tubazioni, all’interno delle quali scorre una fibra ottica di tipo economico, in quanto non trasmette dati, ma solo radiazioni luminose. Da un lato vi è una sorgente di luce e all’altro estremo viene un rivelatore. Se, durante l’attacco, i malviventi interrompono la fibra ottica, si lancia un allarme.
 

 
Infine, la terza fotografia fa riferimento a un’inferriata che è stata progettata come se fosse un’antenna. Nel caso venga utilizzato uno strumento metallico per avviare le operazioni di scasso, l’impedenza di questa inferriata, continuamente percorsa da una debole radiazione elettromagnetica, si modifica e di conseguenza si lancia un allarme.
 

 
Mi rendo conto che si tratta di soluzioni piuttosto sofisticate, ma ritengo che un professionista della sicurezza le debba conoscere, perché,  in caso si debbano proteggere insediamenti ad alto rischio, queste possono essere brillanti soluzioni, che oltretutto hanno il vantaggio di avere un rateo di allarmi impropri  praticamente nullo.
Resta inteso che queste difese elettroniche devono essere attive nell’arco delle ventiquattrore.
 
Adalberto Biasiotti
 


Creative Commons License Questo articolo è pubblicato sotto una Licenza Creative Commons.
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Rispondi Autore: franco del grandi - likes: 0
20/06/2016 (10:16:48)
bello chiaro e utile!

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