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Le modifiche al codice degli appalti e le ripercussioni sulla sicurezza

Le modifiche al codice degli appalti e le ripercussioni sulla sicurezza
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Interviste e inchieste

11/06/2019

Decreto Sblocca Cantieri: le conseguenze in materia di salute e sicurezza delle modifiche al Codice dei Contratti Pubblici, il D.Lgs. 50/2016. Ne parliamo con Rossana Dettori, segretaria confederale della CGIL.

 

Brescia, 11 Giu  – Come abbiamo già ricordato in un precedente articolo, il Decreto Legge 18 aprile 2019, n. 32 (il cosiddetto decreto “Sblocca Cantieri”), recante “Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l'accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici”, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale ed è entrato in vigore lo scorso 19 aprile 2019.

PuntoSicuro ne aveva parlato in relazione alle tante modifiche che il decreto legge apporta al Codice dei contratti pubblici, il Decreto Legislativo 18 aprile 2016, n. 50, che viene spesso indicato come Codice degli Appalti.

 

Proprio per l’importanza e la delicatezza del mondo degli appalti in cui, come rilevato in molti nostri articoli e nelle relazioni delle Commissioni parlamentari sul fenomeno degli infortuni sul lavoro, risulta elevato il rischio infortunistico, abbiamo deciso di fare qualche approfondimento mirato per comprendere se sono giustificate alcune preoccupazioni sollevate, ad esempio, dai sindacati confederali che giudicano le modifiche del Codice dei Contratti Pubblici un “salto indietro rispetto a quanto realizzato fino ad oggi”, anche in materia di sicurezza.

 

Per cercare di comprendere la situazione e le eventuali conseguenze indirette del decreto “Sblocca Cantieri” in materia di salute e sicurezza, abbiamo deciso di ospitare una serie di commenti e opinioni sul tema partendo proprio dalle preoccupazioni dei sindacati.

Pubblichiamo oggi un’intervista a Rossana Dettori, segretaria confederale della Confederazione Generale Italiana del Lavoro ( CGIL) che nella segreteria si occupa proprio delle politiche della salute e sicurezza nel lavoro.

 

Il percorso del decreto legge

L’intervista a Rossana Dettori


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Obblighi dell'impresa affidataria nei cantieri e nei contratti di appalto
Corso online di formazione per datori di lavoro, dirigenti e preposti delle imprese affidatarie che devono verificare in cantiere il rispetto delle prescrizioni di sicurezza dei lavori affidati.

 

 

Il percorso del decreto legge

Prima di sentire l’opinione di Rossana Dettori è necessario raccontare il percorso del decreto legge che, come sapranno i nostri lettori, deve essere, pena la decadenza del provvedimento, convertito in legge entro 60 giorni (in questo caso entro il 17 giugno).

 

Il Decreto Legge ha iniziato un percorso di conversione in legge non semplice, un percorso che, come segnalato dalla cronaca politica e parlamentare di questi giorni, è costellato di emendamenti presentati, ritirati, modificati.

 

Tuttavia dopo un accordo tra i due partiti di governo, il 6 giugno scorso c’è stata l'approvazione al Senato del disegno di legge di conversione, con modifiche, del DL 32/2019.

Superata la prima fase ora il testo approvato, che riportiamo a fine articolo, andrà alla Camera per il passaggio definitivo per l’eventuale definitiva conversione in legge.

 

Chiaramente le interviste e i commenti che ospitiamo oggi e ospiteremo nei prossimi giorni scontano la situazione di continuo cambiamento delle modifiche operate nel Codice.

 

L’intervista a Rossana Dettori

Ormai da qualche mese si parla delle tante modifiche al Codice dei Contratti pubblici attraverso il DL 32/2019 e che avverranno anche nei vari passaggi per la conversione in legge. Ricostruiamo brevemente la storia di queste modifiche…

Quali sono poi le valutazioni e le eventuali preoccupazioni espresse dal vostro sindacato?

 

Rossana Dettori: Il decreto sblocca-cantieri è un intervento legislativo che, a solo 4 mesi dal precedente, opera un vero e proprio stravolgimento del Codice.

La valutazione che come CGIL evidenziamo è di grande preoccupazione. Siamo preoccupati perché stiamo parlando di una materia di grande importanza, non solo sul piano economico: perché costituisce una fetta importante in termini di PIL, di volume di affari, ma anche perché impatta pesantemente sulle condizioni di chi opera nell’intero sistema, verso cui si scarica tutto il peso della precarietà.

 

Siamo preoccupati perché tutte le misure proposte vanno esattamente nella direzione opposta a quella su cui occorrerebbe procedere, compiendo scelte pericolose:

  • come quella che porta all’eccessiva liberalizzazione del subappalto, prevedendo l’affidamento a consorzi stabili che non sono più ritenuti subappalti. O ancora, attraverso la soppressione della norma che impediva a chi partecipava alla gara per l’affidamento dell’appalto di poter essere affidatario del subappalto, lasciando così spazio alla creazione di veri e propri “cartelli di interesse”;
  • come è estremamente dannoso per i lavoratori ripristinare il criterio del massimo ribasso fino a 5,5 mln, in luogo del criterio dell’OEPV [1] (contrariamente a quanto prevedono le direttive europee);
  • o ancora, la scelta di aumentare pericolosamente i livelli di discrezionalità attraverso l’elevamento della soglia per le procedure negoziate senza bando di gara, o quella di non diminuire il numero delle stazioni appaltanti, anzi, incrementarlo lasciando più facoltà ai comuni;
  • inoltre, pericolosa è la scelta di non fare più distinzione fra la funzione dei controllori e i controllati, perché viene meno la distinzione nel ruolo di chi deve occuparsi della progettazione e chi deve occuparsi del controllo durante la fase di esecuzione;
  • come, a proposito di attività di controllo, sbagliata riteniamo essere la scelta di smantellare il ruolo dell’ANAC, perché determina un pericoloso indebolimento di contrasto ai fenomeni di corruzione e infiltrazione delle mafie.

 

Quali sono a vostro parere le ripercussioni in materia di salute e sicurezza delle modifiche, che saranno in essere successivamente alla conversione, sul codice degli appalti?

 

R.D.: Tornare al criterio del massimo ribasso significa scegliere di infliggere un colpo mortale alla qualità complessiva dell’appalto. Una misura questa peggiorata dall’emendamento che esclude d’indicare in sede di gara, in modo separato, il costo del lavoro dai costi della sicurezza. Questo significa che quei costi concorreranno a definire il valore dell’offerta e si tenderà a comprimerli. Ecco dunque che la sicurezza e, più in generale, le condizioni di lavoro di coloro che operano negli appalti saranno sacrificati sull’altare del massimo profitto all’interno di un sistema che, a causa di questa scellerata modifica del Codice, tornerà ad essere una giungla senza regole e che vedrà scaricare i propri effetti nefasti sui lavoratori.

 

Tuttavia non saranno solo i lavoratori a pagare le conseguenze delle misure previste nello sblocca cantieri. Mortificare la qualità dell’appalto significa pregiudicarne complessivamente la progettazione, l’esecuzione e gli esiti. Si pensi alla scelta dei materiali per la realizzazione di un cantiere! Massimo ribasso significa risparmiare anche su questi, con conseguenze che ricadono sull’intera comunità. Così come ricadrà sull’intero sistema economico la scelta di liberalizzare di fatto il dumping fra le imprese stesse, anzi privilegiando proprio quelle che attraverso meccanismi scorretti riusciranno a concorrere col minor prezzo.

 

Ovviamente, infine, per questa via non si invertirà il trend di aumento degli infortuni delle malattie professionali, anzi esso continuerà, con il relativo costo umano e sociale oltre che con i noti effetti sulla finanza pubblica.

 

 

In definitiva quali sono gli aspetti che voi ritenete, sempre in materia di salute e sicurezza sul lavoro, più preoccupanti? E perché?

 

R.D.: In particolare, si assisterà ad una diminuzione generalizzata della compliance legislativa delle aziende in materia prevenzionale: se la concorrenza fra le imprese si baserà sempre più sulla riduzione dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e più in generale in un abbassamento dei livelli di regolarità e legalità o in veri e propri comportamenti elusivi, non è difficile prevedere che la già difficile situazione -ad esempio- nelle piccole e piccolissime imprese peggiorerà. Quanti saranno gli imprenditori che sceglieranno appunto un fare impresa di qualità e rispettosa delle persone, e quanti saranno costretti a sottostare ad un meccanismo di ribasso infinito che li costringerà a non fare la formazione e a non fornire il necessario addestramento ai propri addetti, così come ad eludere la sorveglianza sanitaria, la corretta valutazione dei rischi o le misure conseguenti di protezione, fino addirittura ad arrivare a non fornire i DPI?

 

Spesso è proprio nel mondo degli appalti e nella catena dei subappalti che si nascondono le cause, spesso legate ad inadempienze della normativa in materia di sicurezza, di molti infortuni mortali sul lavoro. A vostro parere cosa sarebbe necessario per migliorare la tutela della salute e sicurezza?

 

R.D.: Va dato impulso al sistema con investimenti pubblici e privati, va potenziata la competenza nella Pubblica Amministrazione, vanno diminuite e qualificate le stazioni appaltanti, e soprattutto se si vuole davvero sbloccare i cantieri e favorire la crescita, si scelga una volta per tutte di combattere l'illegalità, allargando il sistema di regole posto a garanzia della trasparenza e della correttezza piuttosto che limitarlo. Insomma, sbloccare i cantieri significa dare valore al lavoro e quindi aiutare le imprese regolari, quelle che garantiscono la sicurezza e lo stipendio a fine mese.

Inoltre bisognerebbe varare una stagione di controlli generalizzati ed efficaci nella giungla degli appalti: tutte le misure di cui abbiamo parlato vanno a parare proprio invece nella direzione contraria. L’insufficiente qualità e quantità delle ispezioni è ormai nota da anni: il mancato finanziamento dei servizi preposti, la farraginosità del processo decisionale e il mancato coordinamento fra le varie istanze statali e regionali sono sicuramente dei punti a cui fare attenzione e a i quali porre mano con sollecitudine.

È altrettanto ovvio che le stesse pubbliche amministrazioni devono privilegiare sempre più per i propri affidamenti in appalto le imprese che partecipano attivamente ad un sistema prevenzionale italiano che deve trovare una sua completa attuazione.

 

 

Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto

 

 

 

Scarica i documenti da cui è tratto l'articolo:

Decreto legge 18 aprile 2019 n. 32 - Disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici.

 

Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 aprile 2019, n.32, recante disposizioni urgenti per il rilancio del settore dei contratti pubblici, per l’accelerazione degli interventi infrastrutturali, di rigenerazione urbana e di ricostruzione a seguito di eventi sismici”, documento approvato al Senato il 6 giugno 2019 e che deve ancora essere approvato alla Camera (formato PDF, 373 kB).



[1] L’offerta economicamente più vantaggiosa (ndR)



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Rispondi Autore: Eugenio Roncelli - likes: 0
11/06/2019 (09:21:12)
Che la nuova legislazione contenga punti "discutibili", quale il ricorso al "minimo ribasso" è fuori dubbio.
Ma la sicurezza sul lavoro non dovrebbe dipendere dal "prezzo": gli "attori" in questo campo sono anche i sindacati, che, a mio vedere, sono inerti sul territorio nel contrastare le aziende che non operano in sicurezza.
Fanno convegni, ma non operano sul campo: non li ho mai visti intervenire nelle piccole aziende per porre i problemi di sicurezza e nemmeno li ho visti intevenire nei piccoli cantieri.
Rispondi Autore: Sergio Misuri - likes: 0
11/06/2019 (17:00:11)
Premetto che nell'argomento ho un interesse professionale, ma, se è allineato con gli interessi generali della comunità (in primis dei Lavoratori) ritengo che non sussista conflitto, ma comunione di interessi. L’intervista mi spinge a trattare l’argomento della sicurezza nei cantieri attraverso il miglioramento dei comportamenti dei Lavoratori unito a forme di organizzazione “situazionale”.
Tutti (o quasi) sono concordi nell’attribuire ai comportamenti la causa o concausa di oltre il 90% degli incidenti sul lavoro. Anche le Imprese più virtuose non sono esenti da questo genere di rischio. Non sono sufficienti “maggiori controlli generalizzati ed efficaci” da parte degli Organi di Vigilanza, pur se molto utili e necessari. Questi controlli infatti, insieme ai sistemi tradizionali di prevenzione, anche se applicati efficacemente, non riescono ad incidere sui comportamenti.
Allora, che fare?
Un suggerimento: prendere spunto da buone prassi sperimentate o suggerite da molteplici fonti. Ne cito solo alcune (per ragioni di spazio):
CCPS Center for Chemical Process Safety: prima di qualsiasi attività per qualche istante pensa a quello che potrebbe “andare storto”
SUVA (Lucerna): ripetere sistematici interventi di informazione specifica sui rischi delle operazioni da svolgere nell'immediato
ESSO: “Stepback 5 x 5” Daily Safety briefing
Cantieri EXPO 2015: formazione "on the job”
USL 7 Siena: Buona Prassi "addestramento prima di ogni fase critica”
COMUNE, ANCE e ULSS 20 di Verona: Linee Guida "pre-job briefing in cantieri stradali”
Proposta: le Pubbliche Amministrazioni potrebbero inserire nei disciplinari di gara e nei PSC gli obblighi (remunerati) per sistematici interventi di sensibilizzazione e di allerta, mirati ai soli Lavoratori interessati, riguardo alle operazioni da svolgere nell’immediato e alle attrezzature da impiegare. In questi interventi dovrebbero essere esplicitati i rischi incombenti da affrontare, le precauzioni da ricordare e le azioni assolutamente da evitare.
Potrebbero essere richieste anche successive azioni di monitoraggio sui comportamenti.
Di questi interventi le Imprese aggiudicatarie dovrebbero essere obbligate a darne documentazione certa e immediata alla Stazione Appaltante e al CSE.
Questo non garantisce ovviamente l’azzeramento degli incidenti, ma dovrebbe essere un valido contributo per la loro riduzione.
Le conseguenti complicazioni burocratiche possono trovare sicure ed efficaci risposte con la tecnologia di digitalizzazione I4.0. Ma questo è un altro argomento, fondamentale, eventualmente da affrontare in separata sede.

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