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Robot collaborativi ed esoscheletri: opportunità e rischi per la sicurezza sul lavoro

Robot collaborativi ed esoscheletri: opportunità e rischi per la sicurezza sul lavoro

Il tema è stato affrontato nel workshop di Inail nell’ambito della campagna europea “Ambienti di lavoro sani e sicuri” sulla prevenzione dei disturbi muscoloscheletrici, causa principale delle malattie professionali.

ROMA - Sostituendo gli esseri umani nei lavori pesanti e pericolosi, i robotcollaborativi e gli esoscheletri possono contribuire a ridurre il rischio di incorrere in disturbi muscoloscheletrici (Dms), che in Italia sono la causa di due terzi delle malattie professionali. Si deve ancora comprendere pienamente, però, quale sarà il ruolo di questi dispositivi nei diversi contesti produttivi e quali i nuovi rischi legati al loro impiego per i lavoratori. Il tema è stato affrontato ieri a Roma nell’Auditorium Inail di piazzale Pastore, che ha ospitato il workshop organizzato dalla Direzione regionale Lazio dell’Istituto nell’ambito della campagna “Ambienti di lavoro sani e sicuri” promossa dall’Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (Eu-Osha), che nel triennio 2020-2022, con lo slogan “Alleggeriamo il carico!”, punta i riflettori proprio sui Dms.


Lazzara: “Raggiunto un livello di eccellenza nella ricerca e nelle prassi applicative”. 

In apertura, il vicepresidente dell’Inail, Paolo Lazzara, ha sottolineato l’importanza della ricerca Inail per la prevenzione degli infortuni sul lavoro, che ha come obiettivo la progettazione di prodotti da rendere disponibili in futuro alle imprese per migliorare sempre di più le condizioni di salute e sicurezza dei lavoratori. “L’Inail – ha sottolineato Lazzara – ha raggiunto ormai livelli di eccellenza sia sul piano della ricerca sia rispetto alle prassi applicative, in un circolo virtuoso che dalla teoria passa alla pratica e dalla pratica ritorna alla teoria”. Il workshop, come ha spiegato il direttore regionale del Lazio, Domenico Princigalli , è stato organizzato “per fare il punto della situazione sulle soluzioni che l’innovazione tecnologica mette a disposizione per prevenire i disturbi muscoloscheletrici, approfondendo le opportunità offerte dalla robotica collaborativa”.

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Le due tavole rotonde. 

Nella prima tavola rotonda della giornata, moderata da Fabrizio Benedetti, coordinatore generale della Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione (Contarp) dell’Inail, è stato fatto il punto sulla legislazione applicabile, a livello europeo e nazionale, ancora poco coerente e frenante rispetto alla diffusione della roboticacollaborativa, soprattutto nelle Pmi. Nella seconda Emanuela Pregnolato, dell’Area economica e internazionalizzazione dell’Anfia, Associazione nazionale della filiera dell’industria automobilistica, ha ricordato la collaborazione avviata con l’Inail, che nell’aprile 2020 si è tradotta in un protocollo d’intesa. L’Anfia, inoltre, collabora con l’Istituto nell’ambito del progetto europeo Sophia, che ha come obiettivo principale lo sviluppo di nuove reti di sensori intelligenti e di tecnologie robotiche collaborative, in grado di ridurre il rischio biomeccanico a cui sono esposti i lavoratori che eseguono attività di movimentazione manuale dei carichi nelle piccole e medie imprese.


Di Berardino: “Abbiamo l’opportunità di ridefinire il nostro modello di sviluppo”. 

L’accento si è poi spostato sulla necessità di non trascurare gli aspetti sociali legati a questa rivoluzione tecnologica, a partire dall’utilizzo dei fondi stanziati per il Piano nazionale di ripresa e resilienza. “Di fronte a noi abbiamo un’opportunità – ha detto a questo proposito l’assessore al Lavoro della Regione Lazio, Claudio Di Berardino – Le risorse del Pnrr, infatti, si sommeranno a quelle del nuovo settennato di fondi europei. I prossimi cinque anni devono quindi servire per trasformare il nostro modello di sviluppo, in modo da superare le distorsioni della situazione pre-pandemia”. Di Berardino ha annunciato, inoltre, “entro la fine dell’anno, una vasta campagna di informazione per sensibilizzare sulla prevenzione, un bando per la formazione rivolto soprattutto alle piccole e piccolissime imprese, un protocollo con l’Inail per la diffusione nelle scuole della cultura della sicurezza e l’istituzione di un osservatorio regionale sugli infortuni sul lavoro”.


Damiano: “Rafforzare il core business dell’Istituto”. 

Per Cesare Damiano, presidente della Commissione prevenzione del Consiglio di amministrazione Inail, “il Pnrr indica la strada di una transizione necessaria di tipo ecologico, digitale e infrastrutturale, ma non presta altrettanta attenzione al sociale. È evidente, quindi, che corriamo il rischio di avere una società in cui convivono da una parte la tecnologia dell’esoscheletro e dall’altra lavoratori sfruttati e sottopagati come quelli indiani dell’Agro Pontino. Io credo molto alla vocazione sociale dell’Inail, al sistema premiale, ai bandi Isi, ovvero al core business dell’Istituto, che dobbiamo potenziare ulteriormente”.


Luciano: “La campagna dell’Eu-Osha è fondamentale perché affronta un problema molto diffuso”. 

A Damiano ha fatto eco il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell’Inail, Giovanni Luciano, che ha sottolineato come nel Pnrr ci sia “tutto tranne che la sicurezza sul lavoro, che è considerata un accessorio”. Il Civ “ha sempre insistito molto nello spingere l’Inail a fare ancora di più per la prevenzione”, ha aggiunto Luciano, che ha definito la campagna dell’Eu-Osha “fondamentale, perché parla della prevenzione di disturbi che hanno un impatto molto negativo non solo sulla salute dei lavoratori, ma anche sulla produttività delle imprese”. Il presidente del Civ ha inoltre ribadito l’importanza di una “prevenzione partecipata, in cui i lavoratori e i loro rappresentanti partecipano insieme ai datori di lavoro alle decisioni in materia di salute e sicurezza all’interno delle aziende”, perché il problema degli infortuni “non si risolverà mai se si pensa che per riuscirci sia sufficiente assumere qualche ispettore in più”.

Fonte: INAIL



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