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Il decreto fiscale è solo un primo passo per ridurre gli infortuni

Il decreto fiscale è solo un primo passo per ridurre gli infortuni
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Normativa

15/11/2021

I commenti sul DL fiscale in relazione alle novità in materia di salute e sicurezza. Quali sono gli aspetti positivi e quelli critici del DL? Cosa manca e cosa deve cambiare per una riforma più complessiva? Ne parliamo con Zoello Forni, presidente Anmil.

Brescia, 15 Nov – Non c’è dubbio che le modifiche al D.Lgs. 81/2008 operate dall’articolo 13 del decreto-legge 21 ottobre 2021, n. 146, che contiene le “Disposizioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro”, siano un intervento rilevante in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Un intervento atteso, dopo l’attenzione politica e mediatica ai tanti infortuni gravi e mortali che sono accaduti in questi mesi.

 

Un intervento che tuttavia, non bisogna dimenticarlo, nasce all’interno di un decreto-legge che riveste carattere di urgenza e che dovrà essere approvato dal Parlamento e successivamente, se approvato, convertito in legge. E poiché le conversioni in legge si portano spesso con sé molte modifiche, diventa importante, in queste settimane, parlare del decreto e raccogliere pareri sull’impatto della norma e sull’eventuale presenza di criticità e miglioramenti, come abbiamo fatto nei giorni scorsi con le interviste all’avvocato Lorenzo Fantini e alla Responsabile SSL per la Cisl Cinzia Frascheri.

 

È importante raccogliere pareri sul presente, ma anche sul futuro, perché se il decreto legge 146/2021 rafforza la disciplina in materia di salute e sicurezza sul lavoro, “questo è solo il primo passo”, un “provvedimento parziale”.  E “la strada da percorrere al fine di contrastare in maniera sempre più incisiva gli infortuni e le numerose morti sul lavoro è ancora lunga”.

 

A ricordarlo è Zoello Forni, presidente dell’Associazione Nazionale tra Lavoratori Mutilati ed Invalidi del Lavoro (ANMIL), che abbiamo interpellato per raccogliere il suo parere sul cosiddetto “Decreto fiscale” e per comprendere la situazione attuale delle tutele in materia di salute e sicurezza.

 

 

Qual è la sua opinione sulla situazione infortunistica e delle tutele in questa fase della pandemia? Le nuove norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro sono quelle giuste per migliorare le tutele e diminuire infortuni e malattie professionali? Ci sono criticità o aspetti poco chiari? Cosa ne pensa delle modifiche nelle competenze in materia di vigilanza? Quali sono le norme che mancano nel decreto-legge?

Quali sono i miglioramenti auspicabili in materia di reinserimento e integrazione lavorativa? Su cosa puntare per migliorare la prevenzione? E quali sono gli insegnamenti che ci lascerà la pandemia?

 

L’intervista si sofferma sui seguenti argomenti:



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Il principio di responsabilità quale presidio socio-tecnico di sicurezza
Sviluppare e mantenere nei lavorarori una efficace consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni.

 

Il primo passo nella strada per ridurre gli infortuni sul lavoro

Si è parlato in questi mesi di una vera e propria emergenza in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Qual è la sua opinione sulla situazione infortunistica e delle tutele in questa fase di ripresa del mondo del lavoro?

 

Zoello Forni: La ripartenza delle attività economiche dopo il periodo di chiusure forzate causato dalla pandemia ha purtroppo portato con sé una nuova impennata di incidenti e morti sul lavoro, che hanno inevitabilmente riacceso il dibattito sulla sicurezza e sulla prevenzione. A dircelo sono i numeri elaborati dall’INAIL rispetto ai primi otto mesi del 2021 che registrano un aumento delle denunce d'infortunio e malattie professionali e che ci portano a non abbassare la guardia su questo tragico fenomeno, ma soprattutto a pretendere che vengano garantite dal Governo tutele per chi lavora.

 

Il Governo attraverso il decreto-legge 146/2021 ha deciso nuove norme in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Qual è il suo parere generale su queste norme? Sono quelle giuste per migliorare nel nostro Paese le tutele e diminuire infortuni e malattie professionali?

 

Z.F.: Il decreto-legge 146/2021 è senza dubbio intervenuto a rafforzare la disciplina in materia di salute e sicurezza sul lavoro, ma questo è solo il primo passo. Certamente pur apprezzando l’intervento del Legislatore, quando si parla della salute e della sicurezza dei lavoratori, la strada da percorrere al fine di contrastare in maniera sempre più incisiva gli infortuni e le numerose morti sul lavoro è ancora lunga. Fondamentale è, sempre, il confronto con le parti sociali, con cui avviare un dialogo costruttivo e arrivare a delle proposte condivise finalizzate all’attuazione e all’aggiornamento del D.Lgs n.81/2008 a seguito dei gravi e frequenti episodi infortunistici.

 

La vigilanza, le criticità e le norme che mancano

Cosa ne pensa dell’estensione delle competenze di coordinamento dell’Ispettorato nazionale del Lavoro? È la scelta giusta per migliorare la vigilanza?

 

Z.F.: Abbiamo accolto con grande soddisfazione la recente nomina del Magistrato Bruno Giordano a capo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro, proposta e sostenuta anche dal Ministro del Lavoro Orlando, che con il suo curriculum saprà dare certamente impulso e competenza straordinari ad un ruolo che necessitava di un rilancio all’attività di contrasto agli infortuni sul lavoro.

Ritengo che l’intervento sulla disciplina della vigilanza sia da accogliere positivamente: estendere le competenze di coordinamento affidate esclusivamente alle Aziende Sanitarie Locali anche all’Ispettorato Nazionale del Lavoro rende sicuramente più efficace il ruolo della vigilanza al fine di favorire una reale applicazione della legislazione in materia di salute e sicurezza.

 

Ritiene che le nuove norme contengano eventuali criticità o aspetti poco chiari?

 

Z.F.: Senz’altro le novità introdotte dal decreto legge per quanto concerne l’attività ispettiva, la sospensione dell’attività imprenditoriale e l’inasprimento delle sanzioni in caso di violazione delle norme di sicurezza non possono ritenersi esaustive nell’ottica della prevenzione della salute e sicurezza dei lavoratori.

Si ritiene, pertanto, di essere davanti ad un provvedimento parziale che trascura completamente gli aspetti di prevenzione in materia di valutazione dei nuovi rischi, di accertamento di qualità della formazione, di diffusione di sistemi di gestione per la sicurezza nonché di qualificazione delle imprese.

 

Ci sono, infine, norme che l’Anmil ritiene importanti e urgenti per ridurre il numero di infortuni ma che non sono presenti nel decreto-legge?

 

Z.F.: Come sopra accennato, il provvedimento in esame appare caratterizzato esclusivamente dal rafforzamento di sanzioni e dell’attività ispettiva.

Tali misure, però, rappresentano solo l’inizio di un necessario processo di intervento a tutto tondo sulla normativa in materia di salute e sicurezza sul lavoro che richiede l’emanazione di una serie di provvedimenti di attuazione ancora mancanti nonostante sia trascorso ormai un decennio dall’entrata in vigore del D.Lgs. 81/2008.

Nonostante i numerosi sforzi fatti dal Legislatore negli anni, i livelli di efficacia delle tutele restano ancora insoddisfacenti, pertanto, l’auspicio è che a breve possano intervenire provvedimenti normativi ad hoc.

 

La prevenzione, il reinserimento lavorativo e la pandemia

Secondo lei su cosa bisognerebbe puntare per migliorare la prevenzione?

 

Z.F.: Nell’ottica di migliorare la prevenzione in materia di salute e sicurezza sul lavoro, gli infortuni gravi e mortali richiamano l’esigenza di rafforzare il presidio degli adempimenti di sicurezza con interventi tecnici, formativi e addestrativi ai fini di una più consapevole gestione delle attività in sicurezza da parte di tutti i soggetti coinvolti.

Una delle principali evidenze è l’inefficacia dei percorsi formativi, l’assenza di una vera cultura della sicurezza che possa garantire il rispetto delle regole e l’adozione di condotte aziendali improntate al rispetto della salute e della vita dei lavoratori.

 

La formazione offerta sui luoghi di lavoro è essenzialmente burocratica e nozionistica, se non addirittura fatta di carta e di attestati a pagamento. Purtroppo la maggior parte dei formatori alla sicurezza oggi giorno è costituita da tecnici che forniscono nozioni, senza una reale coinvolgimento dei destinatari della formazione.

In questa logica, dovrebbe invece imporsi una nuova didattica, quella della testimonianza, capace di arricchire i programmi formativi previsti dalla legge con il coinvolgimento emozionale, che renderà indelebile nella mente del corsista la formazione e la necessità di focalizzarsi non sulle nozioni, ma sulla consapevolezza della centralità della prevenzione.

A questa nuova didattica fanno riferimento diverse iniziative formative, portate avanti nelle aziende e nelle scuole dalla nostra Associazione, in cui intervengono lavoratori che hanno subito sulla propria pelle un infortunio, testimoni viventi di quello che può accadere a chiunque.

 

Quali sono i miglioramenti normativi auspicabili in materia di tutela dei lavoratori fragili e in materia di reinserimento e integrazione lavorativa delle persone con disabilità da lavoro?

 

Z.F.: L’Associazione si dedica a numerose iniziative tese a favorire il reinserimento lavorativo delle persone che hanno subito un infortunio sul lavoro o che hanno contratto una malattia professionale, mediante numerosi progetti di formazione professionalizzante portati avanti dall’IRFA (Istituto di Riabilitazione e Formazione dell'ANMIL) e l’impegno delle nostre Agenzie del lavoro. Missione associativa, questa, particolarmente ardua, a fronte di un quadro economico-produttivo poco inclusivo e fortemente disomogeneo, da territorio a territorio.

Parallelamente, riteniamo che sia indispensabile promuovere studi e ricerche che supportino le aziende nei percorsi virtuosi di implementazione pratica delle tutele prevenzionistiche e di collocazione dei disabili.

 

Dal canto nostro, in tal senso sono state attivate attività di ricerca e di informazione previste nell’Accordo-quadro, sottoscritto nel settembre 2019, tra l’ANMIL e il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (CNEL). Mentre, sul versante della inclusione lavorativa dei disabili, l’Associazione è impegnata nello sviluppo di partenariati territoriali con gli enti pubblici e il mondo produttivo.

La consapevolezza sulla necessità di tali iniziative è rafforzata dalla attenzione che l’Associazione da sempre riserva ai fenomeni globali che interagiscono con la materia della prevenzione e della inclusione lavorativa.

Il mondo del lavoro globale, infatti, è contrassegnato da nuove forme di lavoro e nuovi modelli organizzativi, caratterizzati da un elevato grado di flessibilità e digitalizzazione che, se non adeguatamente governati, possono esporre i lavoratori a nuove tipologie di rischi.

Per lo stesso motivo, sul fronte occupazionale, il mercato del lavoro odierno ci chiede un cambiamento culturale ed una progettualità straordinaria, basata sulla semplificazione e sulla tensione ai risultati, per sostenere misure innovative per l’occupazione e la qualificazione/riqualificazione professionale delle categorie di soggetti più fragili.

 

A suo parere quali sono gli insegnamenti che ci lascerà la pandemia in materia di tutela dei lavoratori?

 

Z.F.: Mi auguro che questi ormai quasi due anni di convivenza con la pandemia ci abbiano insegnato che, quando si parla di salute, non possiamo dare nulla per scontato e che, nei luoghi di lavoro così come in ogni ambito della vita, dalle nostre azioni possono derivare conseguenze anche molto gravi per gli altri.

La salute e la sicurezza sono un bene della collettività ed è nostro dovere agire responsabilmente, come individui e come comunità, affinché non vengano mai meno. Confido che ci porteremo dietro un bagaglio di esperienza che possa spingere ognuno di noi a rispettare sé stesso e gli altri in ogni situazione, prima di tutto sul lavoro.

 

 

Articolo e intervista a cura di Tiziano Menduto

 

 

Scarica la normativa di riferimento:

Decreto-Legge 21 ottobre 2021, n. 146 - Misure urgenti in materia economica e fiscale, a tutela del lavoro e per esigenze indifferibili.

 


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