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626 e Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Lavoratori

26/09/2000

Un bilancio dello stato di applicazione della legge 626/94 dalla ''Conferenza Unitaria dei rappresentanti dei lavoratori per la Sicurezza''.

Nell'ambito della fiera Ambiente e lavoro di Modena, conclusasi sabato, si e' svolta la prima Conferenza Unitaria dei rappresentanti dei lavoratori per la Sicurezza, alla quale hanno partecipato oltre 1500 delegati e che ha visto la presenza del Ministro del lavoro Cesare Salvi.

La Conferenza e' stata organizzata con l'obiettivo di fare il punto sullo stato di applicazione del D.Lgs. 6262/94.

Il bilancio che ne emerge non e' certo positivo, considerando i dai forniti dall'Inail riguardo agli infortuni ed alle malattie professionali verificatisi nel nostro Paese.

Per quanto riguarda la formazione, la normativa ha avuto esiti positivi nei confronti dei RLS, ma non dei lavoratori, in particolar modo dei giovani. Cio' si evince dall'analisi della frequenza e delle dinamiche degli infortuni; ai giovani sono spesso affidati compiti per i quali non sono preparati, senza una specifica formazione.

La figura del RLS non e' tuttavia ancora molto diffusa e radicata.
Nella stesura del documento di valutazione dei rischi, ad esempio, la legge prescrive che i RLS siano chiamati a collaborare, tuttavia questo, nella maggior parte dei casi non avviene.

I sindacati hanno individuato nella sovrabbondanza e incertezza del quadro legislativo, nella debolezza dell'attivita' di prevenzione e nell'assenza di coordinamento istituzionale i punti deboli dell'applicazione della 626.

Per quanto riguarda l'ambito legislativo, i sindacati caldeggiano l'emanazione di un Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro e la riforma dell'Inail, mentre nei confronti dei datori di lavoro richiedono che venga rilanciato il modello di partecipazione proposto dalla 626.

Dal punto di vista economico, l'Italia perde ogni anno, per gli infortuni sul lavoro, una quota pari al 3% del pil.
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