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Le attivita’ di vigilanza nei cantieri e sulle grandi opere

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Edilizia

17/02/2009

Dal progetto regionale di prevenzione della regione Piemonte, un report sulla valutazione di efficacia delle attività di vigilanza nei cantieri: valutazioni di processo, d’impatto sull’esposizione al rischio e degli effetti sulla salute dei lavoratori.

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La “Relazione sull'attività svolta dai Servizi di Prevenzione e Sicurezza degli ambienti di lavoro del Piemonte dell'anno 2007”, presentata qualche mese fa da PuntoSicuro, si sofferma sull’esame dei dati di fonte INAIL dai quali si rileva che anche nella Regione Piemonte il comparto delle costruzioni presenta un’incidenza del totale degli eventi infortunistici molto più elevata rispetto alla media di tutti i comparti.
Anche l’incidenza dei casi mortali o con invalidità permanente risulta notevolmente superiore della media di tutti i settori produttivi con ripercussioni nel calcolo dei rapporti di gravità che presentano valori tripli rispetto ad altri ambiti lavorativi.


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Per cercare di diminuire il numero di infortuni sul lavoro, la Regione Piemonte già a partire dall’anno 2000 ha avviato specifici progetti di prevenzione: “Sicurezza nei cantieri edili” e “Prevenzione per le Grandi Opere”.
Ma qual è stato il loro impatto in questi anni?
 
A questa domanda risponde sul sito del Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute (DoRS) della Regione Piemonte un articolo di Maria Luisa Debernardi (Servizio di Epidemiologia, ASL TO3), intitolato “Valutazione di efficacia delle attività di vigilanza nei cantieri e sulle grandi opere in Piemonte”.
 
L’articolo presenta il documento “Valutazione di efficacia delle attività di vigilanza: i progetti ‘Sicurezza nei cantieri edili’ anni 2001-2005 e ‘Prevenzione per le grandi opere’ ”, un report dedicato in particolare alla valutazione di processo, alla valutazione d’impatto sull’esposizione al rischio e alla valutazione degli effetti sulla salute e a cura di R. Pastore, A. Bena, S. Bruno, M. L. Debernardi, S. Nava, C. Proietti e D. Quarta.
 
L’obiettivo del report è quello di fornire agli Enti di vigilanza, che hanno partecipato ai progetti negli anni 2001-2005, uno strumento di autovalutazione relativo:
- alla “coerenza delle attività effettuate rispetto a quanto programmato”;
- all’impatto “sull’esposizione ai rischi e sugli indici infortunistici”.
 
Sulla base delle informazioni disponibili, desunte da diverse fonti (Banca dati della Regione Piemonte, archivi ASL, Osservatorio  Orme-TAV , …), sono stati calcolati indici quantitativi per la valutazione del processo e del risultato.
 
I capitoli principali del report, come già indicato in precedenza, sono relativi alla:
- “valutazione di processo, in termini di verifica della coerenza delle attività effettuate rispetto a quanto programmato e di adozione di azioni volte a promuovere il propagarsi delle condizioni di sicurezza anche nei cantieri non ispezionati (“effetto alone”);
- valutazione dell’impatto dei programmi di vigilanza e prevenzione in termini di riduzione delle condizioni di esposizione ai rischi, con particolare riferimento a: cadute dall’alto, caduta di materiali dall’alto, elettrocuzione e seppellimento;
- valutazione degli effetti sulla salute ottenuti sui lavoratori operanti nei cantieri oggetto d’intervento e, più in generale, sui cantieri edili del Piemonte”.
 
Vediamo i risultati.
 
Come indicato nel documento, la “valutazione di processo ha evidenziato come, nel complesso, sia stato attivato dai singoli Enti quanto previsto dai progetti regionali di prevenzione che, tra l’altro, sono stati promotori di omogeneizzazione dei criteri di controllo favorendo costanza nel tempo e razionale distribuzione degli interventi, anche orientando la vigilanza verso problemi ritenuti prioritari”.
Questo anche se:
- “la valutazione delle attività condotte al fine di ottenere il cosiddetto effetto alone ha evidenziato la presenza di condizioni tali da favorirne la creazione ma non ha consentito di giungere a conclusioni definitive a causa delle difficoltà ad individuare, a posteriori, indicatori adeguati”;
- “i dati in possesso non hanno consentito di verificare se, o in quale misura, i progetti abbiano comportato una diminuzione delle condizioni di esposizione al rischio infortunistico nei cantieri oggetto di intervento, né se, in generale, tale fenomeno si sia progressivamente avviato sugli altri cantieri del Piemonte”.
 
Tuttavia l’impatto misurato sull’andamento infortunistico è risultato positivo:
- “la frequenza infortunistica in Piemonte nel comparto costruzioni mostra valori sistematicamente inferiori del 20% rispetto alla media italiana e un trend complessivamente in discesa”.
- “gli effetti maggiori si evidenziano nelle voci relative alle ‘costruzioni edili’ e agli ‘impianti’ nelle quali è principalmente ricompresa la cantieristica tradizionale e sulle quali sono state condotte la maggior parte delle azioni di prevenzione”.
 
Meno positivo invece “parrebbe l’effetto delle azioni di prevenzione condotte sulle grandi opere pubbliche, ed in particolare sulla tratta ad Alta Velocità Torino-Novara”, ma “dati raccolti ad hoc segnalano una sostanziale stabilità dei tassi infortunistici sui cantieri nel 2003-2004 ed una diminuzione nel successivo biennio”.
 
Le analisi sulla dinamica degli infortuni mortali indagati dalle ASL nel periodo 2002- 2006 hanno poi permesso di individuare i rischi su cui è prioritario intervenire: “le cadute dall’alto, sia legate ad assenza o inadeguatezza dell’opera provvisionale, sia dovute a procedure scorrette di lavoro (utilizzo di superfici non portanti come vie di transito o piano di lavoro)”.
Inoltre sarebbe utile intervenire anche per “individuare ed eliminare i rischi di incidente causati da macchine operatrici”.
 
Nelle conclusioni del documento si indica che per l’integrazione e il miglioramento dei programmi di prevenzione e vigilanza futuri è utile :
- “stabilire, fin dalla fase progettuale, ciò che interessa misurare o valutare e, conseguentemente, definire gli indicatori da rilevare”;
- “migliorare il sistema informativo, soprattutto con l’obiettivo di disporre di informazioni di elevata qualità” e standardizzare la raccolta di dati;
- “predefinire e ‘codificare’ i possibili criteri di scelta dei cantieri da vigilare”;
- “rendere omogenea, anche attraverso la predisposizione di strumenti descrittivi delle situazioni a rischio (come ad esempio check list), la restituzione delle informazioni provenienti dalle attività di vigilanza svolte”.
 
Infine dopo aver riconosciuto che “l’effetto alone ha le potenzialità per rivestire un ruolo rilevante” nell’ottimizzazione degli esiti della vigilanza, si indica che è “prioritario migliorare i fattori che lo generano”.
 
 
 
Valutazione di efficacia delle attività di vigilanza: i progetti ‘Sicurezza nei cantieri edili’ anni 2001-2005 e ‘Prevenzione per le grandi opere’”, a cura di R. Pastore, A. Bena, S. Bruno, M. L. Debernardi, S. Nava, C. Proietti e D. Quarta (formato ZIP, 5.58 MB).



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