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ISTAT: Salute e sicurezza sul lavoro

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Dati e statistiche

14/01/2009

Disponibile on line la statistica dell'ISTAT "Salute e sicurezza sul lavoro", un’indagine su infortuni, problemi di salute e percezione del rischio per la salute sui luoghi di lavoro.

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È stata presentata a fine dicembre dall’ISTAT la statistica in breve "Salute e sicurezza sul lavoro", risultato della raccolta dei dati relativi al II trimestre 2007 dell’indagine sulle Forze Lavoro dei paesi membri della Comunità Europea.
 
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Obiettivo di tale studio è quello di “fornire uno strumento di valutazione degli effetti dell’azione della strategia comunitaria attraverso la misurazione dell’esposizione a fattori di rischio per la salute dei lavoratori a partire dalla loro percezione soggettiva, la rilevazione della presenza di problemi di salute provocati o resi più gravi dall’attività lavorativa e del fenomeno degli infortuni sul lavoro.”
 
La ricerca è stata realizzata in collaborazione con la Consulenza Statistico Attuariale dell'INAIL, che ha contribuito in modo determinante nella fase di test del questionario (campione rappresentativo di 12mila infortunati).
 
L’ esposizione a fattori di rischio per la salute sui luoghi di lavoro
Il modulo di questionario utilizzato affronta infortuni, problemi di salute e anche la percezione della presenza di fattori di rischio per la salute sui luoghi di lavoro.
Questa è la novità introdotta nell’indagine che raggruppa i fattori di rischio in due distinte categorie:
- fisici (esposizione a polveri, gas, esalazioni, fumi, sostanze chimiche, esposizione a rumori eccessivi o vibrazioni, l’assunzione di posture dannose, spostamenti di carichi pesanti o movimenti che si ripercuotono negativamente sulla salute e esposizione ad un generico rischio di infortunio);
- psicologici (carico di lavoro eccessivo, fenomeni di prepotenza o discriminazione, minacce o violenze fisiche).
 
L’indagine indica che oltre 10 milioni di lavoratori, svolgendo le proprie mansioni, percepiscono almeno un fattore di rischio per la propria salute. In particolare 8 milioni 706 mila percepiscono fattori di rischio che possono compromettere la salute fisica, mentre 4 milioni 58 mila ritengono di essere esposti a rischi che potrebbero pregiudicare l'equilibrio psicologico.
 
I fattori di natura fisica sono avvertiti principalmente dagli uomini (44%) contro il 26,7% delle occupate, mentre per quanto riguarda i fattori di natura psicologica entrambi i generi si attestano sui livelli del valore medio che è pari a 17,4%. Entrambi i fattori interessano maggiormente le classi di età centrali (35-44 anni), anche se il fattore fisico va progressivamente riducendosi nelle classi di età più anziane.
 
I fattori di rischio per la salute fisica vedono inoltre maggiormente esposti gli operai (oltre la metà) e i lavoratori in proprio (42,2%), che sono le categorie più coinvolte nei lavori di tipo manuale mentre sul fronte dei rischi che impattano sull’equilibrio psicologico sono i dirigenti quelli maggiormente esposti con il 26,4%.
Un capitolo a parte è dedicato agli stranieri che avvertono in misura maggiore, rispetto agli italiani, l'esposizione ai fattori di rischio per la salute, infatti il 46,7% percepisce un rischio fisico e il 19,1% quello psicologico.
 
Analizzando la ricerca per settori produttivi emerge che la maggiore concentrazione di persone esposte a rischi per la salute fisica si registra nelle costruzioni (63,4%), seguita da agricoltura (54,3%), trasporti (48,3%), sanità (45,5%), attività manifatturiere (44,7%) e pubblica amministrazione (35,7%).
I fattori di rischio di tipo psicologico, invece, sono percepiti maggiormente fra le persone che lavorano nella sanità (26%), nei trasporti (24,6%) e nella pubblica amministrazione (23%), questi ultimi due settori interessano maggiormente le donne.
 
I problemi di salute causati o aggravati dall’attività lavorativa
La seconda parte del modulo ad hoc si occupa di rilevare la presenza, negli ultimi dodici mesi, di problemi di salute causati o aggravati dall’attività lavorativa.
 
Le persone che hanno sofferto di problemi di salute causati o aggravati dall’attività lavorativa nell’ultimo anno sono 2 milioni 797 mila (6,9%). In particolare sono le donne (41,6%) ad avvertire maggiori problemi di salute attribuibili all’attività. Il 47,7% di chi avverte problemi di salute risiede nel Nord, il 22,7% nel Centro e il 29,6% nel Mezzogiorno.
 
Le malattie riconducibili alla professione risultano essere strettamente connesse al fattore età e mostrando un trend crescente fino alla classe 45-54 anni:  una prolungata esposizione agli effetti dell’attività lavorativa delle classi più anziane contribuisce all’insorgere dei problemi di salute.
 
Oltre la metà degli intervistati dichiara di soffrire di un problema osseo, articolare o muscolare, in particolare il 28,2% soffre di problemi alla schiena, mentre il 23,0% accusa problemi al collo, spalle, braccia o mani o agli arti inferiori. Anche lo stress, la depressione e l’ansietà, citati dal 16,2% dei rispondenti, rappresentano una fonte di disagio per chi pratica o ha svolto un’attività lavorativa. Il 9,9% ha segnalato problemi respiratori, il 5,6% cardiovascolari, il 4,2% di udito, il 3,7% alla vista. Il 9,2% dichiara di aver sofferto di un problema di salute diverso da quelli elencati tra i quali figurano mal di testa, infezioni da virus o batteri e problemi di tipo cutaneo.
 
Infortuni sul luogo di lavoro
Le persone che hanno dichiarato di aver subito un infortunio sul luogo di lavoro sono 672 mila (con una differenza di genere ancora più accentuata, con il 77,3% di uomini e il 22,7% di donne), di questi, 59 mila persone hanno subito più di un incidente sul luogo di lavoro, pari all’8,7% del totale (il 72,3% sono maschi e il 52,8% sono residenti al Nord).
 
Il fenomeno si concentra in particolare nelle attività manifatturiere e nelle costruzioni (che insieme raccolgono oltre il 51% delle persone con più di un infortunio), ed in alcune figure professionali: ben il 61,2% è costituito da operai, e il 21,1% da lavoratori in proprio. Oltre un quarto dei rispondenti ha dichiarato un’assenza dal lavoro di un mese o più, il 16,1% da 2 settimane a meno di un mese e il 25,8% da 4 giorni a meno di due settimane. Il 14,7% ha subito infortuni di lieve entità che non hanno costretto, chi ne è stato vittima, a giorni di assenza dal lavoro.
 
I comparti industriali (attività manifatturiere e costruzioni), che raccolgono oltre il 42% delle persone che hanno subito un infortunio sul luogo di lavoro negli ultimi dodici mesi, insieme al commercio, con il 10,8%, e la sanità, con l’8,4%, sono i settori maggiormente interessati dagli eventi infortunistici.
 
Gli infortuni nel tragitto casa-lavoro
Il numero di coloro che hanno dichiarato di essere stati vittima di un infortunio nel tragitto tra casa e il luogo di lavoro è pari a 283 mila: il 60,1% uomini e il 39,9% donne.
 
È tra i giovani che si registra la quota più elevata di infortunati (1,3% tra i 15 e i 24 anni) con una diminuzione del fenomeno al crescere dell’età. Oltre la metà delle persone infortunate risiede nel Nord del Paese (51,6%) ma in termini di incidenze sulla popolazione intervistata è nella ripartizione centrale che si registrano proporzioni più ampie (1,6% contro l’1,2% del Nord e lo 0,8% del Mezzogiorno).
 
 


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