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Rapporto Inail 2007 su infortuni e morti sul lavoro

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Industria

18/07/2008

Presentato il rapporto annuale Inail 2007: diminuisce il numero di infortuni e morti sul lavoro che rimangono concentrati nel Nord del paese. Aumentano gli infortuni tra lavoratori stranieri e atipici.

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Presentato in questi giorni, l’atteso rapporto annuale Inail 2007 contiene dati positivi sia in relazione alle vittime del lavoro, sia per l’andamento più generale del fenomeno di diminuzione degli infortuni.
Una buona notizia - specialmente dopo il rapporto annuale del 2006 che segnava invece un aumento sensibile delle morti bianche – che è considerata dal Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi ancora insufficiente. Durante la presentazione del rapporto il Ministro ha infatti affermato: “Voglio trascurare l'andamento positivo dell'ultimo anno, non perché voglia sottovalutarlo, ma perché si tratta di un calo insoddisfacente rispetto a quanto un paese evoluto deve pretendere”.

 
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Questi i principali dati del rapporto annuale 2007 evidenziati dall’Inail.
 
Infortuni
Le denunce di infortuni registrate sono state 912.615. Dunque circa 15.500 casi in meno rispetto al 2006 e, dunque, una flessione dell'1,7%. Una flessione che è superiore anche a quella registrata (-1,3%) nel confronto tra 2006 e 2005.
Se poi si tiene conto del fatto che nel 2007 (dati ISTAT) il numero degli occupati è aumentato dell’1%, il dato può essere considerato ancora più positivo.
Come era già stato evidenziato l’anno passato, anche nel 2007 più del 60% degli infortuni è concentrato nel Nord del paese (in particolare nel Nord-Est con quasi 299mila casi).
Un'analisi territoriale del dato relativo agli infortuni mostra come la flessione abbia riguardato quasi tutte le regioni italiane, ad eccezione di Sicilia (+4,1%), Lazio, Calabria e Provincia autonoma di Bolzano.
La regione in cui è stato rilevato l’indice di frequenza infortunistica più elevato è l’Umbria (con un indice superiore del 47% rispetto alla media nazionale, ma in calo rispetto al triennio precedente).
Se i settori più a rischio rimangono quelli dell’Industria pesante, delle Costruzioni e dei Trasporti, è interessante notare che il 57% degli infortuni si è verificato “solo” in 18mila aziende. Cioè, ribaltando il dato, che risale al 2006, le aziende senza infortuni nel corso dell'anno sono la stragrande maggioranza (92,4%).
 
Morti bianche
Riguardo agli infortuni mortali il dato è ancora provvisorio. Se le morti bianche denunciate sono state fino ad ora 1.170, si prevede che il dato verrà ad attestarsi intorno ai 1.210 casi.
In questo caso il calo rispetto al 2006 (1.341) sarebbe quasi del 10% (-9,8%).
La flessione si registra sia nel comparto agricolo (-21%) che in quello dell'Industria e Servizi (-12%) con un leggero incremento (da 12 a 14 casi) tra i Dipendenti Statali. 
Un dato che continua a preoccupare è quello dei morti sulla strada che rappresenta il 52,1% degli incidenti mortali totali (gli infortuni mortali in itinere sono aumentati dell’8%).
 
Lavoratori stranieri
Purtroppo riguardo a questa tipologia di lavoratori il dato relativo agli infortuni è in controtendenza.
Gli infortuni aumentano rispetto al 2006 dell'8,7%, specialmente tra i  migranti dei Paesi U.E. (dal 1° gennaio 2007 Romania e Bulgaria sono entrate nella Comunità Europea).
Per i lavoratori stranieri il settore più a rischio rimane quello delle costruzioni, sia in relazione agli infortuni che agli incidenti mortali (39 casi nel 2007).
 
Lavoro atipico
Anche in questo caso siamo in controtendenza rispetto al dato nazionale: gli infortuni tra i lavoratori parasubordinati e i lavoratori interinali, rispetto al 2006, sono aumentati rispettivamente del 13,6% e del 5,7%.
Aumentati anche gli infortuni mortali: nella maggior parte dei casi si tratta di infortuni in itinere.
 
Italia e Europa
In questi mesi si è parlato molto dell’emergenza infortuni sul lavoro. È dunque utile fare un raffronto con gli altri paesi dell’Unione Europea per verificare se l’allarme, più volte lanciato in Italia, riguardi solo il nostro paese.
Un confronto fatto sulla base dei tassi di incidenza nel 2005 (ultimo anno reso disponibile)  relativi agli infortuni in complesso mostra la buona posizione dell'Italia rispetto alla media europea.
Con un indice pari a 2.900 infortuni per 100.000 occupati, siamo al di sotto sia del valore riscontrato per Euro-Area (3.545) che per quello della U.E. dei 15 (3.098). Il nostro indice è al di sotto anche di paesi come Spagna, Francia e Germania.
Ma le notizie buone si fermano qui.
Riguardo ai casi mortali l'Italia - con un indice nazionale di 2,6 decessi per 100.000 occupati - si colloca ancora al di sopra del dato rilevato per i 15 Stati membri (2,3), benché quasi in linea con quello registrato nell'Euro-Area (2,5).
 


 

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