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COMUNICATO FIRAS-SPP - Formazione e testo unico sicurezza al meeting Firas

Il primo commento dell’Aifos al Meeting della FIRAS che si svolgerà a Roma venerdì 28 marzo: la prima occasione di dibattito e di discussione sul nuovo testo unico che il Governo si appresta ad approvare sotto forma di Decreto Legislativo.

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Il Meeting della FIRAS che si svolgerà a Roma venerdì 28 marzo sarà la prima occasione di dibattito e di discussione sul nuovo testo unico che il Governo si appresta ad approvare sotto forma di Decreto Legislativo. Il Presidente dell’Aifos, prof. Rocco Vitale, anticipa la posizione dell’Associazione che vede nel riordino della materia un ulteriore passo in avanti verso il ruolo determinante della formazione quale azione primaria della formazione.
 
“Avremmo voluto, ha detto il prof. Vitale, che alla formazione fosse dedicato un apposito Titolo in modo da far chiarezza di lettura e di interpretazione. Però è evidente nell’articolato del Titolo I la grande importanza che viene ad assumere la formazione”.
 
Il nuovo decreto colma molte lacune in ordine alla formazione. Prima di tutte viene fatto obbligo, per tutti i soggetti, l’aggiornamento periodico nell’ottica della formazione continua. Pertanto la formazione e l’informazione non sono da effettuarsi “una tantum” al fine di assolvere l’obbligo normativo ma rappresentano un percorso che, nella gestione della sicurezza e del miglioramento continuo, rappresentano un punto fondamentale della prevenzione dei rischi e della tutela della salute e della sicurezza sul lavoro.
 
Tra le prime indicazioni merita grande attenzione il ruolo del medico competente che, a fronte di un meglio e precisato ruolo non limitato e circoscritto alle sole “visite”, deve effettuare corsi di formazione e di aggiornamento nell’ambito del programma dell’ECM previsto dal Ministero della Salute.
 
Sono poi da sottolineare le novità inerenti all’obbligo formativo, e all’aggiornamento, per datori di lavoro, dirigenti e preposti.
 
Il Decreto non entra nel merito dei percorsi formativi ma demanda alla Conferenza Stato Regioni per la definizione di specifici Accordi sul modello di quello per gli RSPP del 26 gennaio 2006. Anche in questo caso si tratta, non solo dell’adempimento al dettato costituzionale in relazione ai poteri regionali, ma del coinvolgimento delle realtà locali che dovrebbero essere più attente e vicine alle realtà territoriali.

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Sugli Accordi Stato Regioni, pur recependo la loro importanza si deve sottolineare come la prima esperienza sia stata alquanto modesta e di complessa attuazione. Crediamo che sia innanzitutto utile che le regioni definiscano al loro interno un unico interlocutore: oggi le competenze sono ripartire, con ben poca chiarezza e difformità da regione e regione, tra assessorati alla formazione ed assessorati alla sanità. Inoltre, questi Accordi, si basano più sugli aspetti burocratici amministrativi che non al perseguimento delle finalità proprie delle azioni tendenti alla sicurezza sul lavoro.
 
Si sottolinea infine come sia più facile, per gli enti e le associazioni, essere consultati dagli organismi centrali che non da quelli regionali o dagli organismi tecnici delle regioni.
 
Per una prima conclusione non deve sfuggire l’importanza del Capo II dedicato al sistema istituzionale. La filosofia complessiva permette di fare ordine e chiarezza sui ruoli e compiti dei diversi soggetti istituzionali con l’assegnazione e la definizione dei compiti. Importanti sono, per la prima volta, l’intervento del Ministero della Salute che si affianca a quelli già noti del Ministero del Lavoro. Non ci sfugge l’importanza ed il ruolo che vengono ad assumere le Regioni che dovranno, a loro volta, fare un passo avanti coinvolgendo il territorio con le sue istituzioni locali e gli operatori, nonché il mondo associazionistico, che lavora per la sicurezza sul lavoro. Alle Regioni spettano compiti di indirizzo e di programmazione e non dovranno assumere ruoli gestionali ed organizzativi demandando tali compiti a livello locale.
 
In questo senso il coordinamento regionale potrà assumere valore ed incisività con un ruolo non centralistico ma di sviluppo della rete della sicurezza sul territorio.
 


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