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La formazione efficace: meno infortuni nei cantieri dell’Alta Velocita' Torino-Novara

Un buon progetto di formazione sulla sicurezza sul lavoro può portare ad una riduzione della frequenza del fenomeno infortunistico: nei cantieri della linea ferroviaria alta velocità/capacità Torino-Novara il calo è stato compreso tra il 12% e il 14%.

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In Piemonte nel 2002 sono stati attivati i cantieri per realizzare una linea ferroviaria ad Alta Capacità/Velocità che unisse l’area torinese con Milano e con il Nordest dell’Italia, una linea destinata a diventare parte integrante della rete del Sistema Nazionale Integrato dei Trasporti (SNIT) e della rete internazionale prevista dall’Unione Europea nel programma Trans - European Transport Networks (TENT). 
 
Per tenere sotto controllo l'andamento infortunistico di questo progetto è stata prevista un’iniziativa di monitoraggio degli infortuni realizzata dall’Osservatorio Orme-Tav; monitoraggio che in questi anni, come riportato anche da PuntoSicuro, ha mostrato indici di frequenza degli infortuni molto superiori alla media riscontrata a livello nazionale o regionale nel comparto della costruzione di strade e ferrovie.
 
Dal 2001 il Centro Regionale di Documentazione per la Promozione della Salute (DORS), su mandato della Regione Piemonte, ha iniziato a progettare, gestire e coordinare la formazione dei lavoratori e dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza direttamente impegnati nella costruzione di questa linea ferroviaria.
 
In questi giorni il Centro Regionale di Documentazione ha pubblicato un Quaderno che racconta gli esiti di questa attività formativa sia in relazione all’approccio metodologico che a quello valutativo mirato ad analizzare gli apprendimenti raggiunti e l’impatto diretto sulla sicurezza dei cantieri.
 
Il progetto comprendeva:
- monitoraggio, rilevazione, elaborazione dati su attività e situazione lavoratori attraverso la costituzione di un Osservatorio Sanitario Regionale (ORME-TAV);
- formazione e informazione dei lavoratori e dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS);
- verifica delle condizioni di sicurezza nei cantieri;
- potenziamento dell’assistenza sanitaria di base e di emergenza e delle attività di supporto alla sorveglianza sanitaria.
 
La formazione alla sicurezza e all’igiene sul luogo di lavoro ha seguito il modello Precede-Proceed di Green e Kreuter che identifica e cerca di modificare alcuni  “determinanti individuali e ambientali dei comportamenti a rischio”. Per esempio, tra i “fattori predisponenti”, la scarsa conoscenza delle regole di buona pratica o della frequenza e gravità degli infortuni; o tra i “fattori abilitanti” le competenze professionali e la Capacità/Velocità di analisi dei problemi. O ancora, tra i “fattori rinforzanti”, lo stile di sicurezza del cantiere.
 
Si è cercato ad esempio, in relazione ai fattori predisponenti, di “accrescere la consapevolezza dei rischi, assicurare una corretta comprensione del rapporto azione - pericolo - rischio, migliorare la comprensione sul controllo del rischio, migliorare la comprensione sugli obblighi per la sicurezza”.
 
L’azione formativa si è incentrata sia sui contenuti (“apprendimento di nozioni tecniche e informazioni”), sia sui processi (“acquisizione di strategie e di modalità per affrontare e risolvere i problemi”).

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Successivamente è stato portato avanti un piano di valutazione per poter valutare la qualità del complesso dell’attività formativa, “non solo in termini di efficienza (buon utilizzo delle risorse) e di gradimento, ma per quanto possibile di efficacia (apprendimento e modificazione di comportamenti, miglioramento effettivo della sicurezza in cantiere)”.
Per misurare gli effetti prodotti dagli interventi formativi, l’Osservatorio ORME-TAV ha perciò condotto una valutazione di impatto valutando l’andamento infortunistico.
 
Per l’andamento del fenomeno infortunistico sono stati utilizzati due indicatori: il tasso di frequenza infortunistica e la durata media degli infortuni sul lavoro mettendo a confronto i risultati prima e dopo la formazione.
 
Veniamo ai risultati.
Questi dimostrano un buon impatto del progetto sulla sicurezza dei lavoratori formati: l’attività di formazione ha “indotto una riduzione della frequenza del fenomeno infortunistico compresa tra il 12% e il 14%”.
 
La riduzione minima del 12% è relativa al fenomeno infortunistico in generale ed in considerazione del livello formativo di base raggiunto dai lavoratori.
Se invece il focus è puntato sui “costruttori”, il 63,5% del totale della  manovalanza osservata, la riduzione infortunistica sale al 14%. Sale ancora, fino al 14,5%, per i lavoratori con un livello formativo “ottimale”.
 
Se poi si tiene conto “solo dei rischi specifici verso i quali i lavoratori sono stati formati, e quindi valutando solo il rischio di infortuni accaduti con dinamiche coerenti a tali rischi”, comunque la riduzione è sempre molto alta, attestandosi al 13%.
 
Riguardo alla gravità degli infortuni, invece, non sono stati misurati “effetti statisticamente significativi”, anche se la “durata media degli infortuni è aumentata in tutte le analisi condotte”.
 
Malgrado la dichiarata positività della valutazione d’impatto del processo formativo si ricorda che “la variabilità nei processi di costruzione deve essere considerata come una possibile fonte di confondimento dei risultati misurati”: i rischi in fasi lavorative diverse di una stessa opera non sono mai gli stessi. Per evitare questo problema si è cercato di mettere in atto una specifica “modalità di calcolo della data di formazione”. Data che può variare da un “addetto-mansione” all’altro, “determinando una distribuzione delle esposizioni a rischio nei periodi pre- e post- formazione non direttamente collegata con il susseguirsi delle diverse fasi lavorative nei cantieri”.
 
Ulteriori analisi sono in corso per conoscere in modo ancor più dettagliato ed esauriente l’effetto dell’intervento formativo. Ad esempio si cercherà di valutare ulteriormente l’effetto “apparentemente negativo sulla gravità infortunistica, utilizzando anche altri indicatori di gravità, meno influenzati dai valori estremi”.
 
Un altro problema riscontrato nel quaderno è quello della “brevità del periodo in esame”: i “lavoratori formati secondo il modello del valore formativo sono stati presenti sui cantieri per pochi mesi, mentre gli effetti di una sistematica attività di formazione potrebbero essere migliori se misurati a lungo termine”.
 
Infine, sottolinea la pubblicazione del DORS, è evidente che l’intervento formativo condotto sui cantieri dell’alta velocità Torino-Novara – intervento che ha raggiunto un gran numero di addetti – potrà essere di grande utilità per “aumentare in futuro i livelli di sicurezza nei cantieri edili in generale”.
 



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