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Accertamenti ASL e indagini della procura: probabile una chiusura degli stabilimenti della ThyssenKrupp di Torino

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Industria

07/01/2008

Mentre le indagini sul rogo del 6 dicembre proseguono, l’Asl di Torino ha rilevato 116 irregolarità relative alla sicurezza. Difficile immaginare una regolarizzazione prima della chiusura programmata dell’azienda. Anche gli operai sono restii a rientrare.

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Subito dopo l’incendio che, nella notte tra il 5 e il 6 dicembre, è divampato nel reparto di trattamento termico e decapaggio (linea 5) della  ThyssenKrupp di Torino, sono iniziate le indagini della Procura per stabilire cause e responsabilità.  Vediamo di riassumere l’evoluzione di queste ricerche fino ad oggi.
 
Dopo aver sequestrato documenti nelle sedi di Torino e Terni, il magistrato Raffaele Guariniello ha aperto due procedimenti penali, relativi alle responsabilità individuali e a quelle dell’azienda. Ha inoltre fatto eseguire controlli per comprendere la dinamica dei fatti, la causa e le condizioni di sicurezza nel momento dell’incendio, ad esempio relative all’efficacia degli estintori o all’operato della squadra antincendio.
 
Successivamente ha incaricato l'Asl di compiere tutti gli accertamenti possibili anche in prospettiva di una futura possibile ripresa delle lavorazioni negli stabilimenti.  
 
Riguardo a questi accertamenti in una conferenza stampa, a metà dicembre, il Sottosegretario alla Salute Gianpaolo Patta, dichiara che gli operai “rientreranno in fabbrica solo dopo che l'Asl avrà terminato le sue ispezioni e verificato se ci sono le condizioni per la ripresa del lavoro”. Sarà il “tavolo organizzato presso la prefettura di Torino”, continua il Sottosegretario, “che deciderà la ripresa o meno dell'attività lavorativa, così come lo smantellamento in sicurezza dello stabilimento nei prossimi mesi”.
 
In attesa dei dati delle ispezioni intanto la Procura mantiene sotto sequestro due intere linee  dello stabilimento, la 4 e la 5. 


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Pochi giorni prima della fine del 2007, l'Asl di Torino competente consegna al magistrato le rilevazioni effettuate. Il risultato è un elenco di 116 violazioni, rilevate anche in reparti non interessati dall’incendio.
 
Ad esempio si riscontrano irregolarità negli impianti elettrici, negli apparati di sollevamento e nei sistemi antincendio e di spegnimento delle macchine. Insomma un numero di violazioni sufficiente a configurare la presenza di un «grave rischio» per la sicurezza dei lavoratori della ThyssenKrupp torinese.
 
Per legge l’azienda, per riprendere le lavorazioni, sarebbe obbligata a mettere mano al portafoglio e a risolvere tutti i problemi riscontrati. Cosa molto improbabile, tenendo conto che la chiusura della ditta è prevista, secondo un piano concordato con i sindacati, per il 31 settembre di quest’anno.
 
A rendere ancora più difficile una ripresa delle lavorazioni, le opinioni di molti operai che, intervistati dalCorriere della Sera, ammettono di aver paura e di non voler rientrare nella “fabbrica della morte”.
 
Rimane il problema degli stipendi dei 156 operai rimasti ancora in servizio. Su questi aspetti si sono incontrati più volte azienda e sindacati di categoria, senza trovare una soluzione.
 
Ci auguriamo, dopo la drammatica esperienza di questi lavoratori che hanno perso sette loro colleghi e rischiano di perdere anche il lavoro, che una soluzione equa e condivisa sia trovata al più presto. Prima che, come sempre accade in Italia, il sipario televisivo e mediatico sulla emergenza sicurezza si chiuda per riaprirsi, purtroppo, soltanto al prossimo incidente.


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