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La strada come luogo di lavoro: infortuni e prevenzione

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Rischio stradale, itinere

26/11/2007

I dati del 10° rapporto Ebla: percezione dei rischi nell’autotrasporto del Lazio e stato di attuazione del D.lgs. 626: alto il costo degli infortuni in itinere ma anche maggiore produttività nelle aziende più sicure.

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È stato presentato nei giorni scorsi dall’EBLA (Ente Bilaterale Lavoro e Ambiente composto da Federlazio e da Cigl, Cisl e Uil) il 10° Rapporto annuale sullo stato di applicazione del Decreto Legislativo 626/94, relativo alla sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro.
 
Il Rapporto di quest’anno, intitolato “La strada come luogo di lavoro”, si è svolto su un campione di 105 aziende della Federlazio sparse su tutto il territorio regionale, alle quali è stato sottoposto un questionario finalizzato a monitorare l’attuazione della legge 626/94 nel settore dell’autotrasporto.
Nei precedenti Rapporti EBLA, l’ente bilaterale ha indagato sugli aspetti tecnico organizzativi dell’applicazione della 626 per la sicurezza e salute dei lavoratori, oltre che valutare l’aspetto psico-sociale e sociologico attraverso il rapporto presentato lo scorso anno.
 
Il 10° rapporto vuole invece mettere in evidenza l’impatto concreto degli strumenti, conoscitivi e tecnici, che consentono all’autotrasportatore di lavorare in sicurezza nel proprio ambiente: la strada, appunto.
 
Dall’indagine è emerso come alcune aziende hanno saputo trarre dalla cura della sicurezza una maggiore produttività.
La maggioranza delle imprese intervistate (87%) ha dichiarato di ottemperare alla 626 per quanto riguarda la nomina del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione dai rischi in azienda (RSPP) e del Responsabile per la Sicurezza (RLS).
Riguardo gli infortuni sul lavoro, il 14% dichiara di aver subito incidenti negli ultimi 5 anni (2003/2007) che hanno comportato 224 casi totali di assenze dal lavoro e un danno economico (rincari assicurativi) pari € 85.950,00.
 
Rispetto a questi dati, nella conferenza di presentazione, il direttore regionale dell'INAIL Lazio, Antonio Napoletano ha sottolineato come "cinquantasei degli 82 incidenti mortali denunciati in regione nel 2007 si sono verificati sulla strada". "In Italia abbiamo circa 6mila morti l'anno per incidente stradale, la maggior parte dei quali sono giovani tra i 18 e i 25 anni”.
 
Sempre secondo i dati del rapporto Ebla, la violazione del codice della strada più ricorrente è il non rispetto dei limiti di velocità (451 violazioni), mentre tra le cause più frequenti all’origine degli incidenti stradali c’è la distrazione (40,3%).
Tutto questo in un quadro in cui il 65,6% delle imprese ha dichiarato aver avviato un programma di formazione continua sulla prevenzione dei rischi, mentre il 34,4% non ha previsto formazione aggiuntiva a quella prevista per legge.
 
“L’obiettivo del 10° rapporto Ebla è stato quello di mettere a fuoco l’effettiva capacità delle Pmi dell’autotrasporto di garantire ai lavoratori un sistema di sicurezza efficace, in un settore dove la parola sicurezza acquista un valore vitale – ha dichiarato il Direttore Generale della Federlazio, Giovanni Quintieri -. “A nostro avviso – ha concluso Quintieri - è giunta l’ora di passare dall’informazione-formazione degli addetti ai lavori ad un momento di affinamento degli strumenti in nostro possesso e per farlo abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti gli attori della sicurezza, dalle imprese ai sindacati agli organi di vigilanza”.

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La sintesi dei dati del 10° RAPPORTO EBLA: “La strada come luogo di lavoro”
 
La ricerca, effettuata tramite un questionario nei mesi di luglio e settembre 2007, ha coinvolto un campione di aziende associate alla Federlazio (105) che svolgono esclusivamente attività di trasporto merci conto terzi.  
 
Il primo quesito è servito a valutare se le aziende hanno il RSPP e il RLS: le due figure sono presenti nell’87% dei casi, l’11% ha risposto negativamente, nel 2% rientrano i casi in cui l’azienda è in corso di nomina RSPP e/o elezione/designazione del RLS.
 
Successivamente è stato domandato se il personale avesse subito o meno incidenti nel corso degli ultimi 5 anni (2003-2007): il 14% delle aziende ha risposto affermativamente.
 
Alle imprese che hanno risposto positivamente è stato chiesto, inoltre, di indicare quali fossero stati i danni eventualmente subiti dal personale coinvolto. Si sono avuti 224 casi totali di assenze dal lavoro, di cui 192 inferiori ai 40 giorni lavorativi, 32 hanno superato i 40 giorni di assenza dal lavoro, 1 caso di morte, nessun caso di invalidità permanente.
 
Il quarto quesito ha richiesto alle aziende di indicare, in relazione agli incidenti accaduti, quali fossero stati, eventualmente, i danni subiti da terze persone. Si sono riscontrati 18 feriti leggeri, 3 casi di morte , 1 caso con ferite gravi, nessun caso di invalidità permanente.
 
Si è poi chiesto alle aziende la stima dell’eventuale danno economico subito. Le imprese hanno avuto rincari assicurativi (RC, INAIL) pari a Euro 85.950,00 e danni ai mezzi per un importo di Euro 1.355.000,00 e una somma di giornate lavorative perse (nel corso dei 5 anni) pari a 2507.
 
Al fine di capire se le aziende vivono l’incidente stradale come infortunio sul lavoro, è stato loro chiesto se gli incidenti vengono denunciati come tali: il 52% ha risposto di no, il 44% sì e il restante 4% non ha risposto.
 
Il settimo quesito ha richiesto alle aziende se nella propria valutazione del rischio (DVR) fosse stato inserito, quindi considerato, il “Rischio da incidente stradale”. I risultati sono stati i seguenti: il 65,57% ha risposto affermativamente, il 29,51% non lo ha valutato (di cui il 15,4% non lo considera un rischio, il 7,7% dichiara di non averlo inserito per dimenticanza, il 76,9% non ha specificato il motivo di mancata valutazione ) e il 4,92% non ha risposto.
 
Le imprese hanno tutte risposto di aver ottemperato all’obbligo di informazione/ formazione ai sensi degli articoli 21 e 22 del D.lgs.626/94.
 
Per quanto riguarda invece l’esistenza di un programma di formazione continua sulla prevenzione dei rischi, le risposte si sono distribuite sul SI per il 65,6% delle imprese (viene utilizzato materiale informativo per circa il 58%, corso di guida sicura per il 18%, corso di formazione 37%), mentre il 34,4% non ha previsto formazione aggiuntiva a quella prevista per legge.
 
Il 95,1% delle Imprese intervistate richiede esplicitamente ai propri autisti il rispetto del codice della strada; di queste il 27,6% lo richiede per iscritto, il 22,4% sia scritto che verbale, il 50% solo verbale.
 
Volendo conoscere la tipologia delle violazioni rilevate al codice della strada biennio 2005/2006, la violazione più ricorrente è il non rispetto dei limiti di velocità con 451 violazioni, 163 violazioni per il superamento dei tempi di guida, 100 casi di utilizzo improprio della corsia preferenziale, 29 violazioni del mancato uso delle cinture di sicurezza. Dall’indagine è emerso anche che nel biennio considerato ci sono stati 26 casi di ritiro patente.
 
Secondo il parere delle aziende, tra le cause più frequenti all’origine degli incidenti stradali ci sono per il 40,3% la distrazione, per il 12,5% il traffico, per l’11,1% la velocità, per l’8,3% l’insufficienza degli spazi di manovra, per il 6,9% la stanchezza, per il 2,8% le troppe ore alla guida.
 
Sull’esistenza di procedure scritte, il 27,6% le possiede per il rispetto dei limiti di velocità, il 25,9% per il divieto d’uso di sostanze alcoliche, il 23,8% per l’uso del telefono portatile e radio c.b.
 
Per quanto riguarda i rapporti con l’INAIL, la tariffa applicata alle imprese intervistate è per il 52,9% la 9121 e per il 47,1% la 9123. Il 96% delle aziende ha presentato richiesta di sconto sul premio INAIL per il rispetto delle norme di sicurezza ed igiene del lavoro. Il 50% delle imprese ha richiesto finanziamento all’INAIL secondo il D.Lgs. 38./2000.



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