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Pericoli sottovalutati in agricoltura

Redazione

Autore: Redazione

Categoria: Agricoltura

10/03/2005

Il rischio non è solo nelle macchine agricole. Basta osservare la causa di uno tra i più gravi infortuni non mortali avvenuti nel settore negli ultimi anni.

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Nel settore agricolo, facendo riferimento all’anno 2002, le “macchine” danno luogo a circa il 16% degli infortuni, percentuale che supera abbondantemente il 20% tenendo conto degli eventi lesivi collegati ad uno specifico particolare della macchina stessa anziché alla sua struttura complessiva.
Una percentuale elevata se si considera che nell’area dell’industria e dei servizi, le “macchine” nel loro complesso sono responsabili di appena il 6,5% dei casi d’infortunio, percentuale che sale circa al 12% se si considerano anche gli infortuni collegati a elementi particolari della macchina.


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La differenza di tali risultati è attribuita dall’Inail soprattutto all’uso del trattore che, da solo, dà luogo ad un decimo degli infortuni agricoli e addirittura ad un terzo degli infortuni mortali del settore.
L’evoluzione di queste macchine ne ha ridotto nel tempo la pericolosità, ma non tutti gli agricoltori purtroppo hanno a disposizione mezzi sicuri.

Una recente analisi, presentata sul periodico Dati Inail del febbraio 2005, ha messo tuttavia in luce pericoli sottovalutati in agricoltura, presentando uno dei casi di infortunio di elevata gravità (superiore al 60%). (Nel settore agricolo sui 4000 infortuni ai quali viene riconosciuto un indennizzo per menomazione permanente i casi di gravità elevata sono poche decine).

Un agricoltore di mezza età, dopo una giornata lavorativa trascorsa nei campi in una giornata caratterizzata da una temperatura elevata, a causa di un colpo di calore è entrato in stato di coma.
Nonostante il ricovero e le cure, - spiega l’Inail - “a seguito del grave stato di sofferenza cerebrale riportato, sono residuate “tetraparesi con atassia del cammino, deterioramento cognitivo lieve, disartria e disfonia mediograve”, menomazioni per le quali gli è stato riconosciuto il 95% di danno biologico e il 100% ai sensi del Testo Unico [sugli infortuni]”.

Le menomazioni sono state giudicate tali da “rendere necessaria o quasi la degenza a letto”, ed è stato quindi anche concesso l’assegno per l’assistenza personale continuativa.


 

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