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Trabattelli in sicurezza: valutazione del rischio e rischi prevalenti

Trabattelli in sicurezza: valutazione del rischio e rischi prevalenti

Le indicazioni di una guida tecnica Inail per la scelta, l’uso e la manutenzione in sicurezza dei trabattelli. Valutazione dei rischi, rischio di caduta e di ribaltamento, l’uso scorretto ragionevolmente prevedibile e i fattori concorrenti.

Roma, 1 Apr – Nelle attività in cui si lavora in altezza spesso sono utilizzati i trabattelli, o ponti su ruote a torre, attrezzature provvisionali che possono essere spostate, disassemblate e riconfigurate rapidamente.

In particolare i trabattelli:

  • “sono strutture temporanee costituite da elementi prefabbricati;
  • dispongono di stabilità propria;
  • dispongono di quattro piedini con ruote;
  • sono costituiti da una sola campata;
  • dispongono di una o più piattaforme, in base alla loro altezza;
  • devono essere progettati in modo che possano essere montati, trasformati e smontati senza la necessità di utilizzare dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto;
  • non possono essere utilizzati come attrezzatura per accesso ad altra struttura;
  • non possono essere utilizzati come punti di ancoraggio ai quali agganciare i dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall'alto”.

 

A descrivere in questi termini i trabattelli è il documento Inail “ Trabattelli. Guida tecnica per la scelta, l’uso e la manutenzione”, un documento realizzato dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (DIT) dell’ Inail che ha lo scopo di fornire “un indirizzo per la scelta, l’uso e la manutenzione dei trabattelli da utilizzare nei luoghi di lavoro”.

 

Con questa guida, a carattere non vincolante e a cura di Luca Rossi e Francesca Maria Fabiani (DIT, Inail), si vuole inoltre “indicare una metodologia per la valutazione dei rischi connessi all’utilizzo dei trabattelli”.

 

Ci soffermiamo in questo articolo proprio sulla valutazione con riferimento ai seguenti argomenti:


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DPI di Terza Categoria per lavori in quota
Formazione specifica sui D.P.I. (D. Lgs. n.81, 9 aprile 2008, Art. 66 D.P.R. 177/2011)

 

I trabattelli e lo schema metodologico per la valutazione dei rischi

Il documento ricorda che la valutazione del rischio “deve riguardare tutte quelle attività per le quali è ragionevolmente prevedibile l’esposizione del lavoratore ad un pericolo durante lo svolgimento delle stesse”. E i trabattelli vengono generalmente “utilizzati per l’esecuzione di lavori in quota, attività ad alto rischio di infortunio, che rendono necessaria l’adozione di elevati standard di sicurezza indipendentemente dalla tipologia e dalla durata della lavorazione da svolgere”.

Se un rischio prevalente “è quello di caduta dall’alto che deve essere eliminato e/o ridotto prima di eseguire qualsiasi attività”, occorre poi valutare “anche i rischi complementari e quelli derivanti dall’attività lavorativa”.

 

La figura sotto, presente nella pubblicazione Inail, mostra uno schema metodologico generale valido per la “valutazione di un solo rischio specifico alla volta”. E nel caso di “rischio di caduta dall’alto relativo all’utilizzo del trabattello:

  • la riduzione del rischio può essere ottenuta con la scelta di un trabattello idoneo in relazione alle caratteristiche del sito e al tipo di lavorazione da eseguire;
  • la fase ‘Individuazione ed adozione dei dispositivi di protezione collettiva’ coincide con la presenza della protezione laterale in tutte le fasi di utilizzo, compreso il montaggio e lo smontaggio”.  

 

 

I rischi prevalenti dei trabattelli: rischio di caduta e di ribaltamento

Il documento ricorda che i rischi legati all’utilizzo dei trabattelli possono essere classificati in:

  • rischi prevalenti;
  • rischi complementari;
  • rischi derivanti dall’attività lavorativa.

Inoltre “assume particolare importanza anche il rischio dipendente dal ‘fattore umano’”. Per valutarlo è bene tener conto di “tutti quei fattori legati allo stato psico-fisico del lavoratore, al grado di formazione, alla sua competenza, ed, in generale, alla adozione di comportamenti corretti nel contesto lavorativo”.

 

In particolare “le principali tipologie di rischi prevalenti da considerare durante l’utilizzo del trabattello sono:

  1. rischio di caduta dall’alto del lavoratore durante il montaggio, la trasformazione, lo smontaggio, l’impiego e lo spostamento del trabattello;
  2. rischio di ribaltamento, cedimenti differenziali alla base, inclinazione rispetto alla verticale del trabattello durante il montaggio, la trasformazione, lo smontaggio, l’impiego e lo spostamento;
  3. rischio derivante dall’uso scorretto ragionevolmente prevedibile;
  4. rischio derivante dalla presenza di linee elettriche aeree durante il montaggio, la trasformazione, lo smontaggio, l’impiego e lo spostamento del trabattello”.

 

Se il rischio di caduta dall’alto indicato sopra può dipendere dal “mancato rispetto delle procedure stabilite dal fabbricante”, il ribaltamento, i cedimenti differenziali alla base, l’inclinazione rispetto alla verticale del trabattello durante il montaggio, la trasformazione, lo smontaggio, l’impiego e lo spostamento “possono dipendere ad esempio:

  • dal mancato rispetto delle procedure di montaggio, trasformazione, smontaggio, impiego e spostamento stabilite dal fabbricante;
  • dalla mancata o errata installazione di alcuni componenti quali gli stabilizzatori, i telai stabilizzatori, le zavorre, le diagonali, i correnti;
  • dall’esecuzione di attività lavorative che comportano carichi orizzontali aggiuntivi rispetto a quelli considerati dal fabbricante;
  • dalla presenza dell’azione del vento che comporti un carico maggiore rispetto al carico del vento di progetto considerato dal fabbricante;
  • dalla scarsa portanza del piano di appoggio e/o dall’assenza o inadeguatezza degli elementi di ripartizione del carico verticale quando necessari;
  • dal mancato blocco delle ruote”.

 

I rischi prevalenti dei trabattelli: l’uso scorretto e i fattori concorrenti

Sempre riguardo ai rischi prevalenti il documento si sofferma anche sull’uso scorretto ragionevolmente prevedibile che “si verifica ad esempio quando:

  • viene utilizzata una scala portatile sulla piattaforma del trabattello per aumentarne l’altezza;
  • il trabattello viene spostato mentre un lavoratore o dei materiali si trovano su una piattaforma;
  • il trabattello viene utilizzato per lo sbarco in quota”.

 

Nella valutazione dei rischi occorre, inoltre, considerare “gli eventuali fattori concorrenti che potrebbero contribuire al verificarsi degli eventi dannosi”.

 

In particolare alcuni fattori che “possono concorrere a determinare la caduta dall’alto del lavoratore, il ribaltamento, i cedimenti differenziali alla base, l’inclinazione rispetto alla verticale del trabattello, l’uso scorretto ragionevolmente prevedibile del trabattello, l’interferenza con linee elettriche aeree sono, ad esempio:

  • l’altezza del trabattello non adeguata rispetto alla quota dove eseguire l’attività;
  • il vento;
  • la pendenza della superficie di appoggio;
  • la pioggia;
  • l’umidità;
  • la presenza di ghiaccio;
  • la insufficiente aderenza delle calzature;
  • la insorgenza di vertigini;
  • l’abbagliamento degli occhi;
  • la scarsa visibilità;
  • il colpo di calore;
  • il rapido abbassamento della temperatura ambientale”.

 

Rimandiamo, in conclusione, alla lettura integrale del documento Inail che si sofferma anche sui rischi complementari, sui rischi derivanti dall’attività lavorativa e sulle strategie di riduzione del rischio.

 

 

Tiziano Menduto

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Inail, Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici, “ Trabattelli. Guida tecnica per la scelta, l’uso e la manutenzione”, a cura di Luca Rossi e Francesca Maria Fabiani (DIT, Inail), collana Cantieri, versione 2022.

 

Vai all’area riservata agli abbonati dedicata a “ Guida per la scelta, l’uso e la manutenzione dei trabattelli”.

 


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