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Strategie COVID-19: la sorveglianza epidemiologica e la rete di laboratori

Strategie COVID-19: la sorveglianza epidemiologica e la rete di laboratori
Tiziano Menduto

Autore: Tiziano Menduto

Categoria: Coronavirus-Covid19

26/11/2020

L’evoluzione della strategia e pianificazione per l’emergenza COVID-19 per il periodo autunno invernale in un allegato al DPCM del 3 novembre 2020. I pilastri strategici dell’OMS. Focus sulla sorveglianza integrata epidemiologica e microbiologica.

 

Roma, 26 Nov – Se in Italia le strategie e le misure attivate per rallentare la diffusione del virus SARS-CoV-2 sembrano cominciare ad avere effetto, di queste strategie è bene continuare a parlare perché probabilmente rimarranno un punto di riferimento per tutta la stagione invernale che ci aspetta.

Per approfondire la conoscenza di questa pianificazione della lotta al nuovo coronavirus torniamo a sfogliare il documento “ Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno invernale” che, come più volte ricordato, è allegato al DPCM 3 novembre 2020 recante le “ulteriori disposizioni” per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19.

 

Attraverso il documento - prodotto dal Ministero della Salute e dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) – scopriamo poi che nel nostro Paese le azioni di risposta all’epidemia sono realizzate in linea con le indicazioni strategiche fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con 8 diversi pilastri strategici chiave per la risposta alla pandemia COVID-19.

 

Se in un precedente articolo ci siamo già soffermati su tre diversi pilastri e abbiamo parlato di coordinamento, pianificazione, comunicazione e prevenzione, oggi parliamo invece di:


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Le attività di sorveglianza integrata nella fase di transizione

Ci soffermiamo ora sul terzo pilastro (Sorveglianza, team di risposta rapida, indagine sui casi) che presenta le attività di sorveglianza integrata epidemiologica e microbiologica.

 

Si indica che durante la fase di transizione (fase, che purtroppo abbiamo superato, in cui “i casi sono stabili o con variazioni contenute, l’incidenza è bassa e non si assiste ad un sovraccarico dei servizi sanitari”) è continuata l’attività del sistema di sorveglianza integrata epidemiologica e microbiologica COVID-19 istituita con l’ordinanza 640 della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento della Protezione Civile del 27 febbraio 2020 e coordinata dall’ISS.

Si ricorda che il Sistema di sorveglianza integrato “raccoglie, tramite una piattaforma web, dati individuali dei soggetti risultati positivi al SARS-CoV-2 mediante test molecolare effettuato su prelievo rino/orofaringeo (tampone). Questo sistema permette non solo di monitorare l’andamento della epidemia nella popolazione, ma di effettuare analisi specifiche per sottogruppi di popolazione, inclusi gruppi di popolazione vulnerabili”. In particolare il laboratorio di riferimento nazionale presso l’ISS “ha il compito di svolgere la sorveglianza genomica virale al fine di monitorare l’epidemiologia molecolare di SARS-CoV-2, in un numero definito di campioni clinici per ogni Regione/PA, che vengono inviati a cadenza mensile presso l’ISS”.

Si segnala che le attività di identificazione e gestione dei contatti dei casi probabili o confermati di COVID-19, mediante quarantena e sorveglianza attiva, “hanno lo scopo di individuare e isolare tempestivamente i casi secondari, in modo da interrompere le catene di trasmissione”.

 

Sono poi indicati, con il progredire dell’epidemia, le successive integrazioni della piattaforma, le diverse attività svolte a livello centrale, i documenti prodotti sul processo di contact tracing e la realizzazione dell’applicazione App Immuni finalizzata al tracciamento di prossimità quale strumento per coadiuvare il contact tracing tradizionale.

Altre attività realizzate in questo ambito sono state:

  • “una valutazione tecnologica inter-istituzionale delle soluzioni di contrasto all’epidemia da COVID-19;
  • una indagine conoscitiva delle tecnologie utilizzate dai cittadini fragili e disabili;
  • lo studio delle problematiche di protezione dei dati al fine di promuovere policy dei dati a favore della costituzione dei portali per Open Data Covid in EU e nazionali;
  • la promozione dell’innovazione tecnologica in relazione alla interoperabilità delle cartelle cliniche elettroniche, alla realizzazione di strumenti per la gestione della salute digitale in mare e delle applicazioni di Intelligenza Artificiale affidabile;
  • lo sviluppo di software open source di tele-visita auditabile automaticamente per la continuità di esercizio (ISO 27000) e protetto con strumenti innovativi per la cyber security, attualmente in esercizio di prova e in attesa di autorizzazione”.

 

Il rafforzamento previsto per la stagione autunno-invernale

Si riportano poi le iniziative, in merito al contenuto del terzo pilastro, per rafforzare le strategie di contenimento del virus nella stagione autunno-invernale.

 

Si indica che nella stagione influenzale 2020-2021 “in Italia si integrerà alla sorveglianza sentinella dei virus influenzali (InfluNet) anche la sorveglianza del virus SARS-CoV-2. Il sistema InfluNet si basa su una rete di medici sentinella costituita da Medici di Medicina Generale (MMG) e di Pediatri di Libera scelta (PLS), reclutati dalle Regioni, che segnalano i casi di sindrome simil-influenzale (Influenza-like Illnesses, ILI) osservati tra i loro assistiti. I medici sentinella e altri medici operanti nel territorio e negli ospedali collaborano, inoltre, alla raccolta di campioni biologici per l’identificazione di virus circolanti. Le indagini virologiche sui campioni biologici raccolti vengono eseguite dai Laboratori facenti parte della Rete InfluNet. È prevista nel contesto della Rete Influnet la realizzazione di un corso FAD specifico rivolto all’intera rete degli operatori socio-sanitari per la duplice valenza di contrasto all’influenza e al COVID-19”.

 

Inoltre si prevede una sorveglianza ambientale di SARS-CoV-2 “attraverso i reflui urbani, al fine di acquisire indicazioni sull’andamento epidemico e sviluppare allerta, precoce attraverso il progetto nazionale SARI (Sorveglianza Ambientale Reflue in Italia), coordinato da ISS attraverso il Coordinamento Interregionale della Prevenzione, Commissione Salute, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome della Conferenza Stato-Regioni, in linea con le recenti raccomandazioni europee di Preparazione Sanitaria per affrontare i focolai di COVID-19”.

 

Riguardo poi al periodo autunno-invernale, si parla anche di:

  • una “indagine conoscitiva che permetta di definire la situazione attuale delle attività legate al contact tracing svolte a livello regionale e locale”;
  • realizzazione del documento “ Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia” e del corso FAD “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia”, per professionisti sanitari e per operatori della scuola;
  • progettazione di una piattaforma per “gestire la rete di allerta rapida nazionale – sulla falsa riga dell’Early Warning Response System (EWRS) della Commissione Europea – in cui Regioni e Autorità Centrali hanno la possibilità di scambiare comunicazioni tempestivamente e soprattutto con la garanzia della protezione dei dati sensibili. Lo scopo di questo strumento è di migliorare il flusso comunicativo tra gli attori coinvolti”.

 

Una tabella in appendice riporta “una raccolta per argomento delle norme, circolari, ordinanze e strumenti di livello nazionale prodotte in materia di Sorveglianza, team di risposta rapida, indagine sui casi volte ad affrontare la pandemia SARS-CoV-2 e operativi per la stagione autunno-invernale 2020”.

 

La rete dei laboratori regionali e nazionali

Avendo citato i laboratori nazionali presso l’ISS riprendiamo qualche indicazione dal quinto pilastro (Laboratori nazionali) dove si indica che il 16 luglio 2020 è stato approvato il decreto “Rilancio”, conversione in legge del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34.  E nel testo approvato “viene riconosciuto per la prima volta in una legge ordinaria il ruolo della rete dei laboratori di Microbiologia e Virologia nella strategia di contrasto alla pandemia”: “le Regioni e le Province Autonome costituiscono le reti dei laboratori di microbiologia per la diagnosi di infezione da SARS-CoV-2, individuandoli tra i laboratori dotati di idonei requisiti infrastrutturali e di adeguate competenze specialistiche del personale addetto, a copertura dei fabbisogni di prestazioni generati dall’emergenza epidemiologica […]. Le regioni e le province autonome […] identificano un laboratorio pubblico di riferimento regionale che opera in collegamento con l’Istituto Superiore di Sanità e individua, con compiti di coordinamento a livello regionale, ai fini dell’accreditamento, i laboratori pubblici e privati operanti nel territorio di riferimento, in possesso dei requisiti prescritti”.

 

Nel documento si ricordano, infine, i vari compiti demandati ai vari laboratori regionali di riferimento e al laboratorio di riferimento nazionale COVID-19 presso l’ISS.

 

Quest’ultimo nella stagione autunno-invernale sarà operativo:

  • fornendo supporto laboratoristico alla messa a punto di protocolli molecolari per multiplex rt-Real time PCR per la simultanea individuazione e differenziazione di SARS-CoV-2 e virus influenzali. Recentemente la Food and Drug Administration (FDA) ha autorizzato nell’ambito della Emergency Use Authorization (EUA) un kit di multiplex rt Real Time PCR, sviluppato e messo a punto dal CDC, per la simultanea individuazione e differenziazione di virus influenzali A/B e SARS-CoV-2. Questo kit, indirizzato principalmente ai laboratori di riferimento internazionali Influenza/COVID-19 e a laboratori autorizzati (CLIA), è indicato per la diagnosi differenziale in campioni delle vie respiratorie superiori e inferiori di pazienti con sintomi simil-influenzali. Sono disponibili anche protocolli messi a punto dall’ISS;
  • fornendo supporto per la produzione di reagenti in-house;
  • rafforzando le capacità laboratoristiche anche tramite metodologie di pool-testing da valutare e condividere con i laboratori periferici;
  • valutando protocolli e metodologie per la diagnosi rapida point of care con test antigenici o molecolari che hanno la peculiarità di offrire in loco risultati molto velocemente (30-60 minuti), con minor costo e senza la necessità di personale altamente specializzato. Questi test potrebbero essere strategici per controllare possibili focolai in contesti come scuole o comunità chiuse (carceri, RSA)”.

 

Ricordiamo, in conclusione, gli otto pilastri strategici chiave relativi alla strategia dell’OMS:

  • Pilastro 1: Coordinamento nazionale, pianificazione, e monitoraggio
  • Pilastro 2: Comunicazione del rischio e coinvolgimento della popolazione
  • Pilastro 3: Sorveglianza, team di risposta rapida, indagine sui casi
  • Pilastro 4: Punti di ingresso/sanità transfrontaliera
  • Pilastro 5: Laboratori nazionali
  • Pilastro 6: Infection prevention and control (IPC)
  • Pilastro 7: Gestione clinica dei casi
  • Pilastro 8: Supporto operativo e logistica.

 

 

Tiziano Menduto

 

 

 

Scarica il documento da cui è tratto l'articolo:

Istituto Superiore di Sanità – Ministero della Salute, “ Prevenzione e risposta a COVID-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale”, ottobre 2020 (formato PDF, 4.25 MB).

 

 

Scarica la normativa di riferimento:

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 3 novembre 2020 - Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 maggio 2020, n. 35, recante «Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19», e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2020, n. 74, recante «Ulteriori misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19».

 

 

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