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Coronavirus: in valutazione il passaggio ad agente biologico 4

Coronavirus: in valutazione il passaggio ad agente biologico 4
Adalberto Biasiotti

Autore: Adalberto Biasiotti

Categoria: Coronavirus-Covid19

12/06/2020

Il parlamento europeo sta valutando la possibilità di alzare la categoria di rischio da assegnare al virus SARS-CoV-2 da 3 a 4.

La protezione dei lavoratori deve essere direttamente proporzionale al livello di rischio attribuito ad uno specifico virus, che possa contagiare I lavoratori. Gli esperti sono divisi e la commissione europea sull’impiego assumerà una decisione al più presto.

 

La scelta della categoria di rischio in cui inserire un determinato rischio biologico è assai importante, perché in conseguenza di questa categoria devono essere determinate le misure di protezione dei lavoratori.

 

Numerosi gruppi politici della commissione per l’impiego e gli affari sociali del parlamento europeo si sono opposti alla decisione della commissione europea di classificare virus SARS-CoV-2, vale a dire il nuovo coronavirus che causa COVID 19, come un rischio di livello 3, vale a dire la seconda più pericolosa categoria di agenti biologici, affermando che questa classificazione non è sufficiente per proteggere in modo efficiente ed efficace i lavoratori.

 

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Informazione ai lavoratori sull'uso dei dispositivi di protezione dal rischio biologico causato da virus ai sensi dell'Articolo 36 del D.Lgs. 81/2008

 

Gli esperti richiedono che questo specifico rischio venga classificato al gruppo 4.

 

Durante uno scambio di vedute, avvenuto il 20 maggio, tra la commissione europea e gli esperti, si è discussa la modalità con cui si può aggiornare la direttiva sugli agenti biologici, in modo da inserire nel livello di rischio appropriato questa nuova pandemia.

 

I componenti del comitato hanno sottolineato il fatto che la classificazione in un particolare livello di rischio deve essere basata su criteri scientifici e non su considerazione pratiche. Ecco la ragione per la quale la commissione europea ha dato la luce verde, il 3 giugno, alla classificazione di questo agente biologico in categoria di rischio 3. Il parlamento tuttavia ha il diritto di porre il veto a questa misura, entro un mese dalla sua adozione da parte della commissione.

 

Ricordiamo ai lettori che la classificazione nel livello di rischio 3 significa che l’agente biologico “può causare gravi malattie agli uomini e presenta una grave rischio per i lavoratori; può anche presentare un rischio di contagio nei confronti della comunità, ma in linea generale sono disponibili protocolli di profilassi e di trattamento ragionevolmente efficaci”. I virus SARS and MERS, ad esempio, appartengono alla categoria 3.

 

Per contro, un agente biologico inserito nel livello di rischio 4 può causare gravi malattie agli uomini e rappresenta un grave pericolo per i lavoratori. Presenta un elevato rischio di contagio nei confronti della comunità; per solito, non sono disponibili efficaci protocolli di profilassi e di trattamento. A questa categoria appartiene, ad esempio, Ebola.

 

Raccomando a tutti gli esperti di tenere sotto controllo l’evoluzione di questa classificazione, perché le misure minime da adottare per la protezione dei lavoratori saranno direttamente collegate a livello di classificazione.

 

Adalberto Biasiotti

 

ULTIMO AGGIORNAMENTO DEL 12.06.2020

Giovedì 11 giugno si è riunita la commissione del parlamento europeo per assumere una decisione finale in merito. Alla riunione, presieduta da Lucia Duris Nicholsonova, ha partecipato, in rappresentanza della commissione europea, il portavoce Schmidt. Egli ha fatto presente che i timori della commissione del parlamento europeo erano in parte giustificati, e si è impegnato a modificare la direttiva sul rischio biologico, che tra poco verrà ufficialmente pubblicata e dovrà essere recepita, con appositi decreti legislativi, in tutti paesi europei.

 

Era presente anche l’italiana Elena Lizzi, che ha sostenuto le ragioni per la classificazione a livello 3.

Al termine del dibattito, la classificazione è stata confermata con 35 voti favorevoli, quattro contrari e 15 astenuti.

L’aula era semivuota, in quanto molti parlamentari hanno partecipato in smart working

 

 

 

 




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Rispondi Autore: Arturo Micelotta - likes: 0
12/06/2020 (08:13:52)
Se non esistono lavoratori anziani (con piu' di 70 anni) e con patologie, l'agente biologico non potrebbe/dovrebbe essere classificato come appartenente al gruppo di rischio 3, potrebbe essere del gruppo 2 o addirittura 1 a seconda delle caratteristiche dei lavoratori. Esistono delle indicazioni sul rischio comparativo? E' piu' rischioso far effettuare lavori fisici con dpi o il rischio malatgia da contagio? Nel vaso di prescrizione di uso di DPI e' unz presvrizione che verra' seguita o sara' anche inefficace perche' inapplicabile ad slcuni lavoratori (non la metteranno, la sposteranno spesso perche' irritante, diverra' ricettacolo di altri batferi perche' toccata in continuazione)
Rispondi Autore: Andrea Quaranta - likes: 0
12/06/2020 (08:48:35)
Sono favorevole al passaggio al gruppo 4 in virtù degli effetti che si sono avuti, alla attuale mancanza di un vaccino e soprattutto alle misure restrittive adottate, tipiche di un agente biologico di gruppo 4. Possiamo dire che i coronavirus facevano parte del gruppo 2, ma questa tipologia si è dimostrata diversa e più infettiva, patogena, trasmissibile e poco neutralizzabile rispetto alla precedente, se non attraverso il distanziamento o addirittura la segregazione (quasi totale direi) nelle abitazioni.
Rispondi Autore: Wolf - likes: 0
12/06/2020 (10:07:14)
La solita schizofrenia dovuta alle paure irrazionali. Se il distanziamento, i dispositivi di protezione, l'igiene delle mani e respiratoria non sono considerate nell'insieme misure profilattiche efficaci mi domando allora per questi signori quali dovrebbero/potrebbero essere considerate tali. Solo il vaccino?
Che buffonata.
Rispondi Autore: Maria Donata Casarotti Todeschini - likes: 0
12/06/2020 (20:30:39)
Mi viene il dubbio che nessuno abbia letto finora l'allegato XLVII del D.Lgs 81/08 nè le premesse dei DPCM susseguitisi dal 23 febbario 2020 in qua.
Le misure di tutela prestate dallo Stato hanno consentito di non considerare un rischio prettamente lavorativo il "rischio COVID".
Considerare un agente biologico del livello 4 in azienda vorrebbe dire adottare livelli di contenimento improponibili anche nelle aziende più strutturate (leggere l'allegato per rendersi conto).
Bene tenere sott'occhio la classificazione ma credo che i tecnici debbano spendersi per aiutare lo spegnimento sociale del virus (e quindi aiutando il processo di educazione dei cittadini tutti) piuttosto che alzando le barriere delle aziende.
Anche perchè un secondo lock down con misure in azienda da ponte levatoio darebbero una mazzata definitiva alle aziende più virtuose.
Facciamo in modo che non sia così spendendoci nell'educazione dentro e fuori azienda.
Grazie.
Rispondi Autore: Marco - likes: 0
14/07/2020 (07:06:40)
Si, per profilassi si intendono solo vaccini o farmaci (come la clorochina per la malaria), mentre DPI e Organizzazione del Lavoro sono misure di protezione (individuale o collettiva). L'idea poi che la classificazione debba dipendere dall'età media dei lavoratori é pura follia. Per quanto riguarda l'aspetto prevalentemente sociale dell'epidemia e non lavorativo a smentire questa tesi ci sono almeno 2 evidenze: la vera e propria strage di operatori sanitari (tra i quali non bisogna dimenticare i medici di base) che si sono infettati e quelli che sono deceduti, e il ruolo che hanno avuto i rapporti di lavoro degli imprenditori italiani nel portare, nell'ambito del loro 'lavoro', il SARS-COV-2 in Italia. Per quanto riguarda i timori che efficaci misure di prevenzione e protezione siano particolarmente difficili da adottare in virtù della classificazione nel gruppo 4, é la classica foglia di fico che non riesce a coprire le vergogne di una imprenditoria provata ma anche e forse soprattutto pubblica nel caso delle strutture sanitarie, che non solo era dolosamente impreparata (é dai tempi della SARS, cioè da 20 anni, che ci si doveva attrezzare per queste evenienze) ma che ha ottusamente resistito, anche contro i propri interessi, ad adottare soluzioni semplici e fattibilissime come l'uso dei DPI e una nuiva organizzazione del lavoro. Per cui senz'altro SI alla classificazione di SARS-COV-2 nel gruppo 4.

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